Editoriali

 

Inno alla Bocconi, e a Milano, all'inaugurazione del nuovo building dell' Ateneo
di Paola G. Lunghini
 31/10/2008

Pioggia martellante, un migliaio di invitati (tra cui innumerevoli VIPs delle istituzioni, dell' economia, della finanza e della cultura), Senato accademico, community bocconiana, folla di giornalisti e fotografi, e forze dell' ordine a josa , venerdì 31 ottobre a Milano, per la annunciata cerimonia d'inaugurazione del nuovo building dell' Università Bocconi : che si trova all' angolo tra viale Bligny e via Roentgen, e si collega verso l'interno di quello che ormai viene chiamato "campus", cioè la somma degli edifici esistenti ( e futuri ) che ospitano e ospiteranno le attività dell' Ateneo .
Contemporaneamente, avvenivano sia l' inaugurazione dell' anno accademico che il passaggio delle consegne tra il Rettore uscente, Angelo Provasoli, e il Rettore subentrante, Guido Tabellini ( entrato in carica il 1 novembre , ndr).

La cerimonia si è svolta alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e dell' Arcivescovo di Milano , Cardinale Dionigi Tettamanzi . E di alcune centinaia di studenti accreditati : vivaddio e menomale, perchè sono essi, i " clienti " dell' Università , coloro che ne consentono e ne giustificano esistenza , missione, ruolo , e futuro.

Cerimonia in grande stile, e cerimoniale conseguente : alle ore 11 il Presidente della Republica ha fatto la sua comparsa , ed è stato fatto accomodare nella grande poltrona al centro della prima fila di platea . ( L' Auditorium - o Aula Magna che sia - contiene , tra platea e galleria , un migliaio di eleganti sedili in pelle di color grigio chiaro . Ampi e comodissimi per sedersi, ma scomodissimi per il ripiegamento delle gambe : insomma, c'è poco spazio tra una fila e l' altra . E sì che nell' area pubblica del nuovo building lo spazio si spreca, cfr infra ).

Inno di Mameli, eseguito da un Quartetto d' archi composto da orchestrali della Scala di Milano . Inno alla Gioia dalla "Nona Sinfonia" di Beethoven, ovvero , l' inno europeo.

In piedi, seduti, in piedi, seduti.

Prende subito dopo la parola Mario Monti, Presidente dell' Università, il quale - con voce bella, forte e chiara - brevemente porge alcune considerazioni sui " progressi" e sui " travagli" della gestione.
La storia dell' Ateneo viene illustrata da Luigi Guatri, forse il docente che negli ultimi 40 anni l'ha maggiormente rappresentata.
Bruno Pavesi, Consigliere Delegato della Bocconi, fa il punto sul nuovo edificio ( che rappresenta un investimento da 100 milioni di euro), sul progetto del campus, e sul futuro . Si giungerà presto alla pedonalizzazione di via Sarfatti, annuncia, mentre non è ancora definita la destinazione dell' area " ex Centrale del Latte ", proprio dall' altra parte della strada. ( E' molto probabile, comunque, che vi dovrebbero sorgere servizi per gli studenti : oggi l' Univerità dispone di 1.232 posti letto che, pur molto cresciuti negli ultimi anni, sono assolutamente insufficienti per una popolazione studentesca di circa 12 mila persone, e oltre due terzi provengono da fuori Provincia ) e per attività sportive.
Angelo Provasoli offre le sua considerazioni sul cambiamento ( governance, offerta didattica, e internazionalizzazione ) prodotto in due mandati , e sul presente ; ma non manca di proporre alcune riflessioni sull' evoluzione del sistema universitario nazionale . Quando giunge alle ultimissime righe della lunga relazione, quelle che contengono il ringraziamento ai suoi più stretti collaboratori, la voce si fa rotta dalla commozione : un tocco di "umanità" impensabile dato l' ambito , ma proprio per questo particolarmente apprezzabile. E che scatena - all' indirizzo di un rettorato che Monti aveva definito " fulgido" - un applauso interminabile.

Il Sindaco Letizia Moratti (di eleganza davvero impeccabile ) si rivolge al Presidente Napolitano parlando di un’immagine compiuta della nostra città, che "sa ancorarsi alle proprie radici, segnate in modo profondo dall’impegno privato e personale, ma che continua a intrecciarsi all’impegno pubblico e a guardare al futuro senza timori. Sempre pronta a misurarsi con nuove sfide : Milano, dunque, come città del sapere, città del lavoro, città d’arte. Una città che sa tradurre nel concreto i sogni per noi, ma soprattutto, per le future generazioni”.
"Oggi inauguriamo un luogo che attraverso l’architettura mostra i caratteri essenziali della nostra città, della sua capacità di un rinnovamento continuo, ma fedele alla sua identità e al suo spirito più profondo. L’edificio che inauguriamo " afferma il Sindaco " esprime le caratteristiche pubbliche e sociali della vita accademica, la sua capacità di coltivare relazioni con la città e il mondo circostante. Traduce, cioè, visivamente e materialmente la vocazione di apertura e modernità che oggi caratterizza l’Università Bocconi. Esprime lo slancio all’innovazione, ad un continuo rinnovamento. Una volta di più l’architettura da forma e spazio allo spirito che attraversa la nostra città. La Bocconi lo testimonia in modo eccezionale oggi come già nella sua sede storica, realizzata tra 1938-41 a opera di Giuseppe Pagano, e che rimane un importantissimo esempio del razionalismo italiano. Quella sede traduceva bene, infatti, la diffusa convinzione che un vero progresso economico si sarebbe potuto realizzare solo investendo sul capitale umano”.

La Moratti così prosegue : “Milano è costellata di esempi di questa capacità di coniugare la sua missione economica e del sapere con la dimensione estetica, in tutte le sue forme ed in particolare per quanto riguarda l’Architettura. Pensiamo a interpreti dello spirito milanese come il Piermarini, capace di realizzare un simbolo della cultura come la Scala e un simbolo delle istituzioni come Palazzo Reale. Allo stesso modo architetti come Camillo Boito, Luca Beltrami e Luigi Broggi, tra 1860 e 1920 , hanno saputo interpretare, da un lato, le richieste di una Milano capitale industriale e finanziaria e, dall’altro, di una città della cultura dell’Italia unita . Non a caso i loro progetti hanno portato a realizzare opere come piazza Duomo e piazza Cordusio, la sede della Banca Commerciale e le case di Foro Buonaparte. Allo stesso modo, in un percorso di continuità culturale, l’Università Bocconi, sede del sapere scientifico mostra la capacità di confrontarsi con il tema estetico, rinnovando nello stesso tempo la propria vocazione alla formazione nella conoscenza".

Profonda attenzione verso Milano la esprime - oltre a riflettere sui destini dell' Europa, con particolare riferimento all' attuale difficilissima situazione finanziaria ed economica - anche il Presidente della Commissione Europea , Josè Manuel Barroso , che parla di “una città al tempo stesso molto moderna e molto europea. Il suo rilievo mondiale e il notevole impegno dimostrato dal Sindaco Moratti e dai suoi collaboratori spiegano perchè Milano sia stata scelta come sede dell'esposizione universale che si terrà nel 2015. La Bocconi, mi auguro, si unirà a noi ( nel prosieguo del percorso di integrazione dell' Unione , ndr ) e l' Italia sarà - come è sempre stata - all' avanguardia nel nostro progetto europeo".

Ancora musica , da parte del sopracitato Quartetto d' archi ( curiosamente, si inizia con l' aria " La donna è mobile", dal Rigoletto di Giuseppe Verdi ) e poi cocktail : su cui si buttano , con evidente soddisfazione, non soltanto gli studenti......

E veniamo al nuovo building, che si estende su di una superficie di quasi 69 mila metri quadrati complessivamente .

Non fosse per l' enorme scritta ( Università Bocconi ) che firma la facciata su via Roentgen, un ignaro passante potrebbe avere problemi di identificazione : cos'è quel fabbricato di sei piani fuori terra ( più tre sotterranei ) che incombe maestosamente splendido su queste due vecchie strade milanesi , una delle quali è pure corta e stretta, caratterizzate da case banali o addirittura brutte ? Cosa rappresenta questo monumento di pietra ( ceppo di Grè, ndr ) e cristallo, tutto " volumi flottanti" e " spazi sospesi" ( le solette dei piani sono appese, attraverso tiranti d' acciaio , a grosse travi , ndr ), in cui " il punto di energia è dove il mondo celeste incontra quello sotterraneo, solido, denso e scavato " ? Cosa contiene questo nuovo landmark ( perchè indubbiamente lo è !) , in cui "corti interne, foyer, giardini pensili e terrazzamenti a vari livelli sono invasi dalla luce, che raggiunge e rischiara quasi a giorno anche i piani interrati " ?

Semplice , a dispetto delle parole ut supra ( tratte, è ovvio, dalle dichiarazioni ufficiali ) : è il building che raduna gli uffici amministrativi dell' Università, sino a ieri ospitati in molte e diverse sedi, con evidenti inefficienze gestionali ed economiche.

Ora, e finalmente , tutto il personale docente ( e non solo ) è raccolto in un unico spazio, all' insegna degli scambi interdisciplinari e dell' integrazione didattica. Sono ben 1.240 le nuove workstation realizzate, per altrettante persone , suddivise in 731 uffici e 53 tra sale riunioni ( 34), sale break (8), e sale server ( 11).

Ma il building ( che dispone anche di un parcheggio per 200 auto ) ha al suo interno il già citato Auditorium, cinque sale congressi, un foyer di 2.500 metri quadrati, e uno spazio espositivo di 500.

Per ritirare ombrello e soprabito al guardaroba, però - al termine della cerimonia - la sottoscritta ha dovuto fare oltre 20 minuti di coda. Ovvero, il guardaroba disponibile era troppo piccolo e irrazionale. Ma volete voi, cari lettori, che le archistar pensino anche a queste semplici cosette ? ( La prossima volta che passo da quelle parti andrò a visitare anche i bagni : sono curiosa di verificare " se c'è tutto"...).

Il che, comunque, non toglie che l' edificio sia davvero bello, e abbia vinto, al Festival Internazionale di Architettura svoltosi a Barcellona dal 22 al 24 ottobre us, il primo premio come " Building dell' anno", sbaragliando la bellezza di 722 progetti candidati provenienti da tutto il mondo ( completati negli ultimi 18 mesi), 224 dei quali erano giunti alla fase finale. Inutile aggiungere che - dato l' obbligatorietà del " going green", per l' immobile si è prestata particlare attenzione agli aspetti di ecocompatibilità ( pompa di calore, supervisione intelligente, etc etc )

Il coordinamento generale, la direzione lavori civile e la gestione della sicurezza sono stati condotti a termine senza ritardi né incidenti da Progetto CMR, lo studio di architettura e progettazione integrata fondato da Massimo Roj, che ha apportato un contributo "silenzioso" ma fondamentale alla nascita della nuova sede. "Nello specifico, lo studio milanese era stato incaricato di supervisionare e gestire tutti coloro che hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo della costruzione, assicurando l'attivazione e il rispetto di tutte le necessarie policy di sicurezza interna. Un compito non banale, considerando le risorse umane e meccaniche che sono state coinvolte in cantiere: più team progettuali di lavoro ognuno con una specifica mansione, 10 fornitori esterni per un totale di oltre 350 persone tra operai, tecnici, vari addetti ai lavori e infine mezzi di locomozione e trasporto materiali. La gestione di ogni attività ha tenuto conto dei vincoli temporali, economici e di ogni variabile legata alla logistica", spiega una Nota dello studio. Il team di Progetto CMR, coordinato da Marco Ferrario, ha affrontato giorno dopo giorno i problemi legati all'impatto del cantiere sull'ambiente esterno, sui residenti e sui cittadini. Il perimetro del cantiere Bocconi ha coinvolto infatti, per cinque anni, tutte le adiacenze, ricche di posteggi, fermate di autobus, negozi ma , dal "malcontento" di alcuni abitanti della zona alla gestione della viabilità, dall'affluenza dei numerosi mezzi di trasporto alla pulizia della carreggiata, i problemi sono stati tutti via via superati attraverso l'identificazione di percorsi e aree alternative, il dialogo con la polizia municipale e gli enti coinvolti, e un'attenta opera di coordinamento delle attività.

Il progetto del building Bocconi era stato assegnato nel 2002 - a seguito di un concorso internazionale - allo Studio irlandese di architettura Grafton Architects , nelle persone di Yvonne Farrell e Shelly Mc Namara , titolari dello Studio stesso, e già molto note. Spero che questo grandissimo successo conceda a entrambe di ben gestire la meritata nuova celebrità; e insegni loro anche a vestirsi un po' meglio.


Parla Josè Manuel Barroso


Diana Bracco, Presidente Assolombarda, intervistata nel Foyer



Gli invitati si affollano al buffet


L' esterno del building Bocconi