12 ottobre 2012
		
		«La città non può più sopportare questa disattenzione da parte del 
		Governo: Venezia sembra essere l'ultimo dei problemi. E questo avviene 
		quando il mondo intero ci sta guardando».
		
		Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia, fa un appello alla politica, ai 
		parlamentari di ogni schieramento, mobiliterà la stampa internazionale, 
		si attiverà insieme alla cittadinanza per difendere quello che sembrava 
		oramai acquisito e, con un colpo di mano, dopo poche settimane, tolto.
		
		L'Arsenale di Venezia, inserito in agosto nel decreto "Spending Review" 
		come bene da trasferire alla città, e già oggetto di un importante 
		progetto di recupero, rischia oggi di passare al ministero alle 
		Infrastrutture che "attraverso futili argomentazioni giuridiche ne 
		pretende la parte dedicata al Centro Operativo del Mose".
		
		«Un episodio che si qualifica da solo», spiega ancora il sindaco di 
		Venezia, che oggi ha convocato urgentemente una conferenza stampa a Ca' 
		Farsetti alla presenza di tutta la Giunta comunale, del presidente del 
		Consiglio comunale e di numerosi esponenti delle associazioni cittadine.
		
		«Con due righe inserite inspiegabilmente nel decreto sull'Innovazione, 
		si priva la città di gran parte del complesso storico dell'Arsenale. Se 
		questo dovesse succedere, tutti i progetti di recupero e di 
		rigenerazione saranno destinati a naufragare e con questi, i piani 
		industriali della Arsenale Spa. Tutte operazioni che stavamo costruendo 
		per la salvaguardia di un bene di rilevanza mondiale. Un errore grave, 
		un danno profondo alla città di Venezia. Un danno ingiustificato perché 
		il Consorzio Venezia Nuova - ha detto Orsoni agli operatori della stampa 
		- concessionario del ministero, avrebbe potuto continuare 
		tranquillamente la sua opera, istituendo quel Centro Operativo destinato 
		alla gestione e alla manutenzione del Mose».
		
		«Un momento non facile per Venezia», ha aggiunto il sindaco Orsoni, 
		contestando anche le decisioni del Governo che in queste ore, attraverso 
		la Legge di Stabilità, ha previsto l'assegnazione di oltre un miliardo e 
		duecento mila di euro per portare a termine il Mose, e neanche un euro 
		per la salvaguardia di Venezia e per la Legge speciale:
		«Avere una città difesa dalle acque alte, ma che va a fondo, non serve a 
		nessuno. Serve forse a chi si potrà vantare di aver fatto un'opera 
		innovativa e straordinaria, ma non a Venezia. Sono convinto - ha detto 
		ancora Orsoni - che il Mose vada terminato, che debba essere velocemente 
		concluso, ma credo che il Governo debba riflettere sulle sue scelte».
		
		Orsoni ha spiegato che oltre al Mose erano state previste opere 
		complementari per 600 milioni di euro. Opere mai realizzate. Nell'ultimo 
		Comitatone inoltre, alla presenza del sindaco che li aveva chiesti con 
		forza, erano stati assegnati 50 milioni di euro a Venezia: «In quell'occasione 
		- ha spiegato Orsoni - il mio voto fu condizionato dall'assegnazione di 
		queste risorse. Se quanto è stato scritto in queste ore è vero, se cioè 
		al Mose andrà oltre un miliardo e nulla a Venezia, quel finanziamento 
		sarà illegittimo perché in contrasto a quanto deliberato. Soldi della 
		Città - ha aggiunto - che sono in questo momento indispensabili per la 
		sua tutela, per rispettare il Patto di stabilità e per raggiungere 
		l'assestamento di Bilancio. Lo Stato non rispetta gli impegni e ci 
		punirà per non aver rispettato quelli generati proprio dalle sue 
		mancanze».
		
		Il sindaco ha annunciato la sua presenza alla manifestazione organizzata 
		da una ventina di associazioni cittadine in difesa dell'Arsenale che si 
		terrà domenica 14 ottobre alle ore 11.30, in campo e in rio 
		dell'Arsenale.
		
		Fonte: Comune di Venezia