18 settembre 2012
di Lorenzo Taini
Si è svolta oggi, martedì 18 settembre, al Palazzo delle Stelline di Milano, la consueta lettura delle rilevazioni statistiche che il Gruppo Tecnocasa è solito presentare annualmente agli addetti ai lavori e ai giornalisti.Lo spettro d’indagine di cui la rete franchising Tecnocasa si fa forte prende in considerazione 2.700 agenzie sulle 3.300 del Gruppo, monitorando nel complesso circa 6.000 “zone immobiliari”.
I dati di Tecnocasa finiscono così per essere - fosse anche solo una questione meramente statistica - indubbiamente capaci di fotografare la situazione del comparto.
I grafici di Fabiana Megliola, Responsabile dell’Ufficio Studi di Tecnocasa, raccontano una situazione nota a tutti; quel che stupisce è forse proprio la rassegnazione a questo stato di cose. Il Paese è con i piedi nella crisi economica, la congiuntura contrae i consumi e fa stringere la cinghia; tutta una fascia di reddito medio e medio basso, di giovani con contratti da precariato e di immigrati, non ha più accesso al credito e nemmeno più ci conta.
Questa sempre più nutrita fascia della società, che continuiamo a definire come una nebulosa solo per non farci i conti, va a ingrassare il mercato degli affitti, che sembra riprendersi nonostante la minaccia dell’IMU. Pare insomma che i proprietari d’immobili preferiscano un affitto sicuro al pagar tasse, nella speranza di trovare un “pollo da spennare”. Chi invece ancora compra casa, lo fa attingendo a fondi propri e disponibili. La percentuale di acquirenti che comprano casa senza accendere un mutuo sale dal 43 al 49% - la metà del mercato -.
La crisi trasforma il “cliente tipo” del sistema immobiliare, un cliente che ha il denaro da spendere ma che lo spende con maggior attenzione; allungando i tempi di compravendita, mostrando un interesse crescente verso la classe energetica degli edifici e lo stato di manutenzione. Un cliente che cerca direttamente trilocali e quadrilocali (i monolocali e i bilocali, che erano la scelta di quella fascia media e medio bassa che la casa non può più permettersela, sono in calo). Un cliente che invecchia, che sposta a 45/55 anni l’età in cui, nel nostro Paese, si riesce a comprar casa.
I dati di Tecnocasa raccontano questo: una disponibilità di spesa che comunque, va al ribasso, un divario domanda offerta che resta largo, e i prezzi degli immobili che scendono del 5% a livello nazionale (con una punta negativa che arriva a -8% a Bari e Bologna).
Interessanti i dati registrati da Tecnocasa su Milano che orgogliosa e tenace, non cede più di un 2,8%. Il centro storico registra addirittura uno 0,0% da prezzi bloccati. Si annusano anche i primi effetti del grande progetto di Hines a Porta Nuova dove - raccontano gli esperti Tecnocasa- i proprietari di immobili hanno alzato il tiro, ottenendo però fino a ora ben pochi risultati. Dalla zona di CityLife, Tecnocasa invece non registra a oggi nessuna variazione sensibile dei prezzi.