Editoriali

 
SETTE SUGGERIMENTI PER EVITARE DISASTRI E INFONDERE FIDUCIA

15 giugno 2012

di Achille Colombo Clerici, Presidente di Assoedilizia e Vicepresidente di Confedilizia.

(Intervento presso il convegno “Nuovi indirizzi per abitare in Lombardia” organizzato a Milano dal PD regionale)

A) Politiche di carattere Economico e Fiscale
- Eliminare fattori di iniquita' e distorsivi nel sistema Imu ( eliminare gli stessi moltiplicatori per rendite disomogenee e aliquote ordinarie dimezzate per immobili locati e di societa') e ripristinare le deduzioni forfetarie ( 15 % ) dai canoni di locazione.

Abbiamo allo studio una azione sul piano della costituzionalita' della normativa dell'Imu: per violazione del principio di ragionevolezza.

- Estendere le agevolazioni fiscali per ristrutturazioni ( 50 % 98 mila euro di tetto massimo) e per riqualificazione energetica alle societa'.

- Varare un piano serio di dismissioni di beni pubblici ( immobili e aziende-partecipazioni in societa' di servizi ), non trasferendo materialmente i beni, ma costituendo fondi rappresentati da titoli e warrants collocati sul mercato dell'investimento diffuso (attraverso offerte di vendita al pubblico) ed incorporanti nel prezzo la redditivita'.

- Alleggerimento della pressione fiscale e moratoria per tutte le opere obbligatorie (impianti tecnologici, adeguamenti, certificazioni) che rappresentano ormai seri oneri per gli investitori privati e per le famiglie;

- Riduzione drastica di burocrazia e norme obsolete

B-) Politiche di carattere urbanistico

La situazione del nostro Paese e' tale per cui, mentre un tempo si realizzavano strutture ed infrastrutture, ora non si riescono a mantenere neppure quelle esistenti: tanto in campo pubblico quanto in quello privato.

1- Ad evitare diseconomie nelle gestioni delle citta' ( dispersioni economiche ) occorre una politica maggiormente incentrata sulla ricerca dell'equilibrio fra strutture di godimento ed infrastrutture di servizio.

2- Maggior controllo e coordinamento pubblico delle iniziative private ( in relazione ad effettivi fabbisogni e ad evitare tendenze di finanziarizzazione ) anche attraverso la gestione pubblica, fuori dagli ambiti di perequazione, dei diritti edificatori costituenti il surplus derivante dalla capacita' edificatoria riconosciuta alle aree aventi idonea vocazione .
Il principio di perequazione deve operare per ambiti omogenei di territorio comunale.

C-) Politiche di interesse sociale

Lo Stato, il pubblico, non si deve, con la scusa delle ristrettezze di cassa generate dalla crisi economica, ritirare dal suoi compiti istituzionali.

1- Ad esempio dalla corretta gestione dei beni demaniali, che non possono esser affidati alla semplice iniziativa privata, come avviene con il passaggio dal regime concessorio a quello del diritto di superficie.

2-Analogamente, l'istituzione di una copertura assicurativa, sia pure facoltativa, per rischi catastrofali da calamita', potrebbe indurre lo Stato, sempre per motivi di cassa, a ritrarsi dai suoi compiti isituzionali in tema di salvaguardia e tutela del territorio e dell'ambiente, con effetti deleteri per la sicurezza ambientale.

3- In tale quadro economico risulta difficile, eppure e' ineludibile, l'impegno pubblico nell'edilizia sociale.

Per i meno abbienti, che non possono accedere, in qualsivoglia forma, al mercato per la proria abitazione, siamo convinti che non ci sia altra via che l'edilizia residenziale pubblica, a totale carico del pubblico.
La quale pero' deve funzionare e non essere un carrozzone nel quale si possono generare e tollerare abusi e privilegi.
Il social housing presenta due limiti di fondo.
Da un lato ha una portata di nicchia non potendosi immaginare che possa estendersi a coprire il fabbisogno abitativo di chi la casa non la puo' pagare ne' in tutto, ne' in parte.
D'altro lato funziona solo a rimorchio dell'iniziativa privata, sicche' il pubblico non ha alcuna autonomia se il privato non si attiva o non e' in grado di attivarsi.
Dobbiamo forse varare a tutti i costi piani di edilizia libera, per avere abitazioni sociali ?
Una via di uscita potrebbe esser rappresentata dalla emissione di titoli, rappresentativi di enti e patrimoni di social housing e di ERP , che possano esser sottoscritti dai proprietari immobiliari con versamenti alternativi al pagamento di imposte sugli immobili.

Si realizzerebbe in tal modo un duplice obiettivo: finalizzare direttamente le imposte ad una funzione di interesse sociale ed attuare un meccanismo che realizza il vero federalismo fiscale, in termini di destinazione ( bisogni locali ) e controllo locali.

Nota. Al dibattito (che si inserisce in una “tre giorni” nella quale si affrontano le più diverse tematiche che interessano la realtà e le prospettive di Milano e della Lombardia – Expo, mobilità, impresa, innovazione, salute, formazione, casa,legalità, ambiente, welfare ) sono stati inoltre invitati Lucia Castellano, assessore alla Casa del Comune di Milano; Enrico Marcora, consigliere regionale Udc; Antonio Intiglietta, presidente Ge.Fi; Vincenzo Barbieri, vicepresidente Legacoop Lombardia; Franco Cazzaniga, consigliere di amministrazione Asset-Aler di Milano; Luciano Cecchi, presidente Federcasa; Stefano Chiappelli, segretario generale Sunia di Milano; Alessandro Maggioni, presidente

Federabitazione Confcooperative Lombardia; Antonio Pastore, presidente Borsa Immobiliare; Pierluigi Rancati, segretario generale Sicet; Sergio Urbani, consigliere delegato Fondazione Housing Sociale.