9 dicembre 2011
		
		di di Alfredo Zagatti - Presidente nazionale ASPPI
		
		
		C’è una modifica che va assolutamente introdotta nel Decreto Monti e 
		riguarda l’IMU sugli immobili locati, in particolare quelli locati a 
		canone concordato. 
		L’attuale norma prevede anche per chi affitta (con qualsiasi tipo di 
		contratto) l’aliquota del 7,6 per mille come per tutti gli immobili non 
		destinati ad abitazione principale. Scompare quindi il dimezzamento 
		dell’aliquota che era previsto per gli immobili locati nel precedente 
		Decreto istitutivo dell’IMU. E’ semplicemente prevista la facoltà, non 
		l’obbligo, per i Comuni di applicare un’aliquota agevolata del 4 per 
		mille. (Così come è prevista la facoltà di elevarla fino al 10,6 per 
		mille). 
		Rispetto all’ICI attualmente pagata va considerato inoltre l’aumento 
		della base imponibile del 60% previsto con l’introduzione dei nuovi 
		estimi.
		I conti sono presto fatti: sui contratti a canone libero l’attuale ICI 
		pagata al 6,5 % potrà arrivare al 7,6 (nei casi peggiori aumentare fino 
		al 10,6) calcolata su un imponibile maggiorato: si tratta di aumenti che 
		possono anche essere superiori al raddoppio dell’imposta.
		(Solo se i Comuni decidessero di applicare la riduzione il quadro si 
		alleggerirebbe)
		Nel caso dei contratti stipulati a canone concordato il quadro è molto 
		più fosco: questi contratti godono oggi di un’ici agevolata o (nei 
		comuni che hanno favorito questi contratti) di un abbattimento totale 
		dell’ICI.
		Non essendo prevista nelle attuali norme questa possibilità e 
		applicandosi ad essi le stesse condizioni degli immobili locati a canone 
		libero, l’aggravio sarebbe enormemente più elevato e si produrrebbe 
		immediatamente sui contratti in corso, mettendo completamente e 
		definitivamente fuori mercato questa modalità contrattuale già colpita 
		dalla applicazione della cedolare secca che non ha differenziato a 
		sufficienza le due tipologie di contratto.
		La modifica delle norme all’esame del Parlamento si impone: si dia 
		certezza di un’aliquota agevolata per tutti gli immobili locati; si dia 
		la facoltà ai comuni di abbassare o azzerare l’IMU sulle abitazioni 
		affittate a canone concordato. Il mancato gettito sarebbe talmente 
		modesto rispetto all’entità della manovra da rendere agevoli le 
		necessarie coperture alternative.
		Su questi obiettivi ASPPI è impegnata a sollecitare il Governo e i 
		diversi gruppi parlamentari.