9 dicembre 2011
di Valerio Angeletti, Presidente nazionale FIMAA
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri Sen. Prof. Mario Monti,
la FIMAA – Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari/Confcommercio
Imprese per l’Italia è, con oltre 14.000 imprese iscritte, la più
rappresentativa Organizzazione di Categoria del settore della Mediazione
(Agenti Immobiliari – Mediatori Creditizi – Mediatori Merceologici –
Agenti in Attività Finanziaria) in Italia.
La FIMAA fa appello alla Sua sensibilità ed alla Sua competenza per
chiederLe di affrontare un grave problema: la scomparsa in Italia di un
intero settore imprenditoriale, quello della Mediazione Creditizia. Un
settore che oggi conta 126.000 operatori, iscritti all’UIF, con
ulteriori 250.000 addetti tra dipendenti e collaboratori. Una parte
consistente di quelle microimprese che sostengono l’economia del nostro
Paese.
Il problema è nato dal Decreto Legislativo n.141/2010, a cui ci siamo
strenuamente opposti, in quanto Decreto liberticida, lacunoso e
contraddittorio. Infatti il Legislatore ha già provveduto ad emanare un
correttivo, che però non ha risolto le questioni in sospeso: permettere
ai Mediatori Creditizi di continuare a svolgere l’attività, seppure con
una nuova titolarità giuridica, come “collaboratore”, in forma
imprenditoriale autonoma e non subordinata e permettere agli Agenti
Immobiliari di continuare a svolgere la funzione strumentale di
“segnalazione”, tramite un Mediatore Creditizio. Da mesi attendiamo la
risoluzione di tali problemi attraverso un ulteriore correttivo.
Facciamo appello a Lei, Signor Presidente del Consiglio, che per anni in
Europa è stato il garante della libertà imprenditoriale e della
concorrenza, affinché al nostro settore venga restituita la libertà di
fare impresa con la modifica di quelle norme che vanno contro qualunque
politica di liberalizzazione. Le chiediamo di far provvedere alla
pubblicazione del correttivo che vada nella direzione sopra indicata e
che permetta ai 126.000 soggetti sopra citati di riprendersi la propria
dignità di professionisti e lavoratori. Intervento che eviterebbe di
intraprendere eventuali azioni di difesa a livello giudiziale del
comparto in sede Nazionale o Europea.
In base al Decreto Legislativo n.141/2010, l’Organismo preposto al
controllo dei comparti interessati dalle norme e ordinato come se fosse
una “Agenzia Pubblica di Controllo”, sarà, per volere del Legislatore,
una Associazione, che forse non vedrà tra i costituenti neanche tutte le
Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative del comparto.
L’Organismo, non essendo stato dotato per legge di alcun finanziamento
pubblico, ha l’obbligo di autofinanziarsi con le quote di iscrizione
delle stesse imprese che dovranno essere controllate. Come potrà questa
Associazione/Agenzia sopravvivere se le imprese saranno in numero
limitato? Quanto costerà loro l’iscrizione per mantenere l’intero
apparato di gestione e controllo? Sono domande che Le porgiamo con il
dovuto rispetto e sapendo quale sia la Sua attenzione a tali
problematiche.
La FIMAA, che ha per finalità istituzionale la partecipazione a tutti
gli Enti/Organismi che interessano le categorie tutelate, oggi, non
essendo chiari i presupposti giuridici e normativi che regoleranno la
categoria dei Mediatori Creditizi, si trova impossibilitata ad aderire
alla costituzione di tale Organismo, tra l’altro gestito da personalità
di alto valore professionale e morale.
Signor Presidente, resta soltanto questo appello a Lei perché le
imprecisioni e gli errori che porteranno al più grande “licenziamento
collettivo” che il nostro Paese potrà ricordare, quello dei lavoratori
della Mediazione Creditizia, possano essere corretti al fine di
ristabilire il principio costituzionalmente garantito della libera
attività d’impresa.
La ringraziamo per l’attenzione anche a nome di quei 126.000
imprenditori che a breve non potranno più operare.