11 novembre 2011
di ANCE Lombardia
Un provvedimento timido, poco incisivo, che non affronta, se non
marginalmente, i temi chiave della crisi che sta colpendo al cuore il
settore delle costruzioni lombardo: così Luigi Colombo,
Presidente dell'Associazione Regionale dei Costruttori Edili Lombardi,
all'indomani dell'approvazione da parte della Giunta lombarda del
progetto di legge "Norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio
esistente e altre disposizioni in materia urbanistico-edilizia".
«Non possiamo negare che un passo in avanti, rispetto alle stesure
parziali circolate nelle scorse settimane, sia stato fatto» ammette
Colombo, «ma esaminando il testo approvato dalla Giunta bisogna
constatare in maniera obiettiva come la volontà di mantenere lo "status
quo" abbia prevalso sull'urgenza di far ripartire al più presto gli
investimenti in costruzioni in Lombardia». Per i costruttori
lombardi, il rischio insito in un simile approccio, che inficia
profondamente il potenziale anticongiunturale del "piano casa", è quello
di dover presto prendere atto dell'ennesima occasione persa, dopo
quella delle norme straordinarie della Legge Regionale 13/2009.
«Un lusso che l'economia lombarda, in questa fase di difficoltà, non
può permettersi» ribadisce Colombo, ricordando alcuni dati della
crisi che sta colpendo le costruzioni lombarde, settore che vale circa
il 10% del prodotto interno lordo regionale. «La crisi sta
lasciando sul campo fatturati, imprese, addetti, disperdendo un immenso
patrimonio di competenze e competitività costruito in molti decenni.
Dopo tre anni di pesante contrazione degli investimenti, chiuderemo
quest'anno un quadriennio con un calo degli investimenti del 15%, con
punte che toccano il -26,3% nel caso della nuova edilizia abitativa».
Drammatica anche la crisi dell'occupazione nel comparto: dal 2008 al
2010 il numero di ore autorizzate per il settore delle costruzioni in
Lombardia è più che quadruplicato, passando da poco più di 4 milioni di
ore autorizzate a quasi 18 milioni.
Per Colombo, il progetto di legge uscito dalla Giunta di mercoledì
rischia di non incidere in nessun modo su una situazione critica. Di
fronte alle misure di semplificazione in materia urbanistico-edilizia
suggerite dal Governo col "decreto sviluppo" la Regione sembra voler
mettere le mani avanti, arroccandosi su posizioni superate e che non
vanno certamente nella direzione auspicata: emblematico il caso
dell'approvazione dei piani attuativi conformi allo strumento
urbanistico vigente, per i quali – contrariamente da quanto suggerito
dal "decreto sviluppo" – Regione Lombardia conferma la disciplina
vigente. Il risultato: un'inutile dispersione di tempo ed energie che va
nella direzione opposta rispetto alle esigenze di snellimento
burocratico e di certezza dei tempi auspicata dalle imprese.
«Il momento è critico, e dalla Regione ci aspettiamo più coraggio e
determinazione» afferma Colombo, offrendo la massima apertura
dell'Associazione al confronto durante i prossimi passaggi attraverso la
Commissione e l'Aula consiliare. «E' fondamentale che si metta mano
al provvedimento per orientarlo in una direzione ben precisa: quella
della qualificazione delle città nell'ottica della sostenibilità
energetico-ambientale e del risparmio di suolo, nonché per la promozione
del mix funzionale, il miglioramento della fruibilità e l'attrattività
delle città e del territorio lombardo», auspica Colombo.
«Speravamo che, dopo il fallimento del primo "piano casa" lombardo,
con poche centinaia di interventi assentiti in un anno e mezzo in tutta
la regione, si prendesse atto dell'importanza di un approccio condiviso
tra livelli istituzionali al tema della valorizzazione del patrimonio
edilizio», conclude il Presidente di ANCE Lombardia. «Il
provvedimento varato dalla Giunta sembra mosso dalla volontà di non
sconvolgere l'ordinaria amministrazione dei Comuni, più che dalla
necessità di far ripartire un settore strategico dell'economia lombarda».