Editoriali |
Berlincioni, l’Alfieri di Torino |
14 ottobre 2011 Alessandro Berlincioni detto Sandro, operatore immobiliare, una collezione di cariche associative (Presidente FIMAA Torino, Vicepresidente FIMAA nazionale, Vicepresidente FIABCI Italia, Consigliere AICI, Past President del suo Rotary , etc ) è in realtà un emulo del conte Vittorio Alfieri ( Asti, 1749- Firenze, 1803). «Nella città di Torino io nacqui, da agiati e onesti parenti». Così Sandro potrebbe presentare se stesso se mai gli giungesse vaghezza di vergare anche lui una autobiografia del tipo della “ Vita scritta da esso”, al pari del maggiore poeta tragico italiano del settecento. Per concludere, come già l’ Alfieri in una famosa lettera, il suo spirito è : «Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli». Sandro è uno che, una volta intravista la preda la insegue sino a quando non riesce a tenerla ben stretta , e non la molla ( che si tratti di un deal immobiliare o di un altro obiettivo, è lo stesso). E poi se la mangia piano piano, gustandone tutta la polpa e il succo. Due prove, a sostegno di quanto vo dicendo. Da Presidente di FIMAA Torino, Sandro è recentemente riuscito – dopo 25 anni dall’ ultima edizione – a rieditare l’ Annuario dell’ Associazione che, nel frattempo, aveva raggiunto nel capoluogo piemontese ( e provincia) oltre mille iscritti. Un lavoro colossale , con tanto di fotografie degli associati. E di moltissimi c’è pure il cellulare. E venerdì 14 ottobre è riuscito a realizzare un suo sogno , quello di portare a Torino – in memoriam di Giovanni Gabetti, scomparso il 1 luglio scorso, e che a Torino era nato e aveva fondato l’ azienda che ancora oggi porta il suo nome - un Convegno immobiliare di valenza nazionale ( in città , una cosa così non si vedeva dal 1979) . Coinvolgendo pure l’ IPI, Istituto Piemontese Immobiliare , una realtà da 40 anni di storia. Ha agito praticamente da solo , unicamente with a little help of his friends ( con un piccolo aiuto da parte degli amici ) , e lavorando sul progetto in modo totalizzante. Ha bussato a molte porte, e le ha fatte aprire. Ha corteggiato, sollecitato, rincorso, molcìto, e convinto. Ha inviato migliaia di mail e telefonato per centinaia di ore . Ha fatto il Presidente, il Vicepresidente, il fund raiser, l’ ufficio stampa e persino la hostess. Ha perso sonno e peso, ma il risultato è stato magnifico ( anche se, modesto com’è, Sandro ammette che “ci sono sempre aree di miglioramento”…). Ha “trovato” il tema ( “Le professioni immobiliari tra storia, presente e futuro : la centralità di Torino nel panorama del real estate italiano” ). Ha coinvolto tutte le associazioni in cui egli ha cariche ( ut supra) e anche quelle in cui non ne ha ( leggi Federimmobiliare, con tutte le associazioni federate ) . Ha ottenuto il patronage di EIRE-Expo Italia Real Estate. E ha fatto inserire il Convegno “nell’ ambito di Esperienza Italia ”, visto che Torino è la sede principale delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’ unità nazionale, con tanto di logo ufficiale. Unico Convegno immobiliare che di ciò si può fregiare nell’ anno … Ha individuato, per ospitare i lavori, una sede prestigiosa : l’Auditorium della Banca Popolare di Novara, nella centralissima piazza San Carlo, cuore di Torino. Sede che Roberto Martini, Direttore dell’ Area Affari di Torino della Banca – di concerto con la direzione centrale dell’ Istituto - è stato ben lieto di concedere . Ha invitato al Tavolo, per i Saluti “ istituzionali” ( a Torino, Sandro conosce “ TUTTI” ), il Presidente della CCIAA- Torino, Alessandro Barberis, il Presidente dell’ ASCOM-Torino, Maria Luisa Coppa ; e pure Ferruccio Dardanello, Presidente ( nazionale) di Unioncamere. Notata in Sala anche la prestigiosa presenza dell’ Università di Torino ( in particolare della SAA , la Scuola di Amministrazione Aziendale ) , e del Collegio Costruttori di Torino. C’ erano sicuramente anche rappresentanti di altri Enti e Istituzioni che io personalmente non so, ma che sicuramente Vittorio Alfieri ( pardon , Sandro ) , sì. E - last but not least ( si fa per dire ) –ha invitato anche il Sindaco di Torino, on. Piero Fassino, che ha volentieri accettato ( circa il suo intervento al Convegno, si veda infra). In Sala, complessivamente , ben oltre i 200 partecipanti auspicati ( per fortuna non tutti assieme, altrimenti ci sarebbero stati problemi di sicurezza : l’ Auditorium ha giustappunto 200 posti). La maggior parte, ovviamente, erano iscritti a FIMAA Torino, ma molte decine di persone erano convenute da numerose parti d’ Italia : oltre alle “ ovvie” Milano e Roma, sono intervenuti professionisti immobiliari provenienti persino dall’Alto Adige, dalla Sardegna e dalla Sicilia. Tutto ciò in un momento caratterizzato da una difficoltà logistica non di poco conto : si svolgeva infatti in contemporanea a Torino il Congresso annuale dei Notai , che avevano assorbito la quasi totalità dell’ offerta alberghiera disponibile in città ( e c’ era anche la manifestazione “ Social Housing” organizzata da Urbit come Preview di quell’ Urbanpromo che avrà luogo a novembre a Bologna). Ma è inutile dire che Sandro , trasformandosi in tour operator, è riuscito a reperire pure le camere per i colleghi … Veniamo al Tavolo dove ( con le voci di Valerio Angeletti, Presidente nazionale FIMAA , Giancarlo Bracco, Presidente FIABCI Italia, Enrico Campagnoli, Past President di FIABCI International, Alberto M. Lunghini, Co-fondatore e Presidente Onorario AICI , Federico Filippo Oriana, Vicepresidente Vicario Federimmobiliare, Mario Breglia, Presidente Scenari Immobiliari , e Vittorio Moscatelli, AD di IPI, quest’ ultimo al suo “ debutto” in una real estate conference , e per ciò personalmente io molto lo ringrazio ) si sono affrontati tutti i temi che agitano le professioni immobiliari . La congiuntura economica e le prospettive del mercato immobiliare a medio termine ( sintesi : ahi ahi ahi, prepariamoci , sono ancora tempi duri, e ancora a lungo dureranno ) . La spinta verso la necessità di sentirsi parte di una industria immobiliare moderna ed efficiente, pre-requisito necessario per offrire immobili e infrastrutture di qualità. Maggiore educazione specialistica, creatività e tecnologia, ed etica obbligatoria : a queste condizioni, il real estate garantisce occupazione. Le professioni immobiliari hanno un’ elevata valenza sociale, se ben praticate sono un mestiere “ nobile”, con grandissimi numeri in termini di rapporto sul PIL. Riappropriamoci dei ruoli “ caratteristici” , è la maniera migliore di collaborare, sia che ci si chiami broker o intermediatori, sia che si sia aziende medio-grandi , sia che si sia piccole agenzie. Spazio alla consulenza specialistica , essenziale in un panorama sempre più complicato, e sempre più green. Si “ chiudono” i mercati nazionali? Vero, ma in compenso si aprono quelli globali. Ma non è roba per tutti : solo per coloro che sanno guardare al mondo, dove ci sono anche i Paesi emergenti, oltre a quelli emersi e le tigri asiatiche. Si guardi anche all’ evoluzione della domanda, sempre più mutevole e in accelerazione, e si cerchi di interpretarne i bisogni. Tornando a casa nostra, c’è una fascia di domanda che ha sempre più “ bisogno” ; basta con l’urbanistica frazionata e vincolistica. E venga, per favore, una fiscalità che favorisca lo sviluppo. La finanza stia al suo posto, grazie se vorrà tornare a fare il suo mestiere. Insomma, si è volato piuttosto alto, e con corredo di numeri, grafici e tabelle. Terminato il giro di Tavolo “ tecnico” si è passati a quello “ evocativo” : a Torino era nata – dal dopoguerra in poi - una significativa “ vena” dell’ immobiliare italiano. Oltre a Gabetti e IPI e ad altre storiche realtà ancora presenti ( altre, come accade, sono scomparse ) , a Torino nacque anche il franchising , come ha ricordato il giovane Jacopo Grimaldi, figlio e nipote di quei fratelli Grimaldi che il franchising lo fondarono già alla fine degli anni settanta, per poi proseguire con alterne vicende sino ai nostri giorni. Arietto Paletti, già Presidente di FIMAA nazionale , “protagonista” della famosa legge di disciplina della professione di mediatore immobiliare , N°39/89 , e di tante altre cose ancora : un’ età “rispettabile” , ma un ottimismo e una “ voglia di fare “ che pochi giovani hanno. Elio Gabetti , Presidente della Società. Emozionato come giustamente doveva essere, dato che il nome di suo padre è stato richiamato tante volte. E la famosa “ centralità “ di Torino ? C’è o no? Ci sarà?: forse più sì che no. La città appare per molti altri aspetti vibrante, e la TAV potrebbe davvero essere l’ elemento risolutivo di una “ speranza organizzata”, come ha osservato Luca Clavarino, Socio AICI e Vicepresidente ULI-Urban Land Institute , intervenuto durante il breve dibattito. Che si è chiuso con il Saluto ufficiale portato , data la “ per tempo annunciata ” assenza di Luciano Buson- Co-fondatore di IPI - da Rosita Coscia , che con Luciano da sempre collabora. In Sala, nonostante l’ ora avanzatissima, ancora un pubblico molto numeroso, tra cui spiccavano Giovanni Zavagli , Guido Audagna e Fabio Bandirali - rispettivamente Presidente e Vicepresidenti di AICI - , e molti altri Soci AICI e FIABCI. Apprezzata la partecipazione all’ evento torinese , anche, di Paolo Crisafi, DG Assoimmobiliare, Mauro Danielli, Presidente Mediofimaa, Lionella Maggi, Presidente FIMAA Milano, Maurizio Pezzetta, Presidente FIMAA Roma, e Francesca Zirnstein, Presidente AREL- Associazione Real Estate Ladies . E pure quella di Daniele Celata, in rappresentanza di GeFI/ EIRE. Ciò detto , passiamo all’ intervento – applauditissimo- del Sindaco di Torino. Giunto ragionevolmente puntuale, Piero Fassino ha portato alla Platea non un Saluto di cinque minuti ( come spesso in tali circostanze accade ), ma un intervento strutturato e mirato alla composizione della Sala. Ha toccato molti aspetti della vita economica torinese , partendo dalla decadenza del modello produttivo della città ( modello che comunque della città aveva fatto la fortuna) ma che la globalizzazione aveva contribuito a scardinare. La crisi, ha affermato il Sindaco, ha obbligato Torino a ridefinire la propria identità, e «con sofferenza». Vent’ anni orsono, la città ha fatto i conti e si è poi dovuta confrontare con un “ parco” di oltre 10 milioni di metri quadrati di aree dismesse, e con un vistoso e preoccupante calo di popolazione residente. Oggi, però, la città non è più a vocazione unica, ma plurale. Vanta due Università prestigiose, in cui il 15 % degli studenti – su un totale di oltre 100 mila – giunge dall’ estero, e il 35 % da fuori Piemonte. Il Politecnico è un gigantesco incubatore tecnologico, e occorrono in fretta residenze per i professori e gli studenti. E l’ offerta culturale ( tra le “ novità” si veda la Reggia di Venaria, ma non questa soltanto ) stimola il turismo, che è in fortissima crescita. Tutto ciò, come è potuto succedere ? Difficile a credersi, ma un declino che pareva irreversibile si è trasformato in motore di sviluppo: la città si è “ ri-organizzata “ , e questa sarà anche la sfida dei prossimi anni. Nel cuore cittadino, c’è ora il grande tema della rigenerazione delle aree circostanti la Stazione di Porta Nuova che, una volta completata la TAV, dovranno essere riconvertite a funzioni tese anche a rendere la città più “ gradevole” sotto il profilo della qualità. Un’ opportunità gigantesca in ogni settore e direzione, di cui si è già iniziato a ragionare con le Ferrovie. La “ smart city”, ha ribadito ancora Fassino, è decisiva. La trasformazione urbana è l’ elemento dinamico della crescita di Torino , ma è necessario attrarre investimenti da fuori , perché le risorse della città – per portare a compimento tutto ciò che si vuole fare , e che occorre fare- non sono infinite, anzi. Signori, ha concluso Fassino tra gli applausi, siete operatori immobiliari: « vi vendo Torino ! ». A me, un Sindaco che fa l’ “ Ambasciatore commerciale “ piace moltissimo. E a quanto pare non solo a me : proprio nel giorno del Convegno di Berlincioni era stata diffusa la notizia che un autorevole sondaggio aveva proclamato Fassino al primo posto tra i Sindaci più apprezzati dai propri concittadini ( per onor di cronaca, informo che il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia non entra nella top five). Per concludere : tutti gli ospiti “ foresti” del Convegno si sono poi diretti verso il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano- Palazzo Carignano è semplicemente splendido- dove, in uno degli strepitosi Saloni, era stato allestito il light lunch. E’ seguita la visita guidata al Museo stesso, seguita da moltissimi dei convenuti. E fortissimamente voluta da quel torinese DOC che si chiama Vittorio Alfieri, pardon, Sandro Berlincioni.
( a cura di Paola G.
Lunghini, a Torino Moderatore del Convegno) |