19 Settembre 2011
		Sintesi Relazione del 
		Presidente, Claudio De Albertis
		
		Quarto anno di crisi del settore delle costruzioni. Previsioni 
		2012 ancora negative
		Attraversiamo il 4° anno consecutivo di crisi del settore: -6,4% di 
		riduzione degli investimenti nel 2010, trend negativo nel 2011, 
		previsioni di un ulteriore calo del 3% nel 2012. Negli ultimi 5 anni si 
		è perso, in termini reali, più del 22% di investimenti, ritornando ai 
		livelli del 1994. Sul fronte dell’occupazione i segnali sono altrettanto 
		preoccupanti: nel 2010 si registra una flessione di quasi 8%. Dal 2008 a 
		oggi, gli operai iscritti alla nostra Cassa Edile sono calati del 14% e 
		solo nel 2010 sono scomparse 1.150 aziende nelle nostre province. Siamo 
		in presenza di una crisi strutturale a cui non basta opporre misure 
		congiunturali. È vero che tutta l’economia arranca, ma l’edilizia soffre 
		più degli altri comparti per la mancanza di una politica industriale del 
		settore, trascinando nella sua crisi tutto l’indotto. Per affermare il 
		ruolo dell’industria delle costruzioni come volano dell’auspicata 
		ripresa economica bastano pochi dati: un aumento di domanda di 
		costruzioni di 1.000 milioni di euro attiva 3.374 milioni di spesa e 
		17.000 unità di lavoro.
		
		La Lombardia perde terreno nella competizione internazionale 
		Alla crisi del settore si accompagna la crisi del territorio in 
		cui le imprese operano. Il PIL lombardo si è ridotto dell’8%, più di 
		quanto avvento a livello Italia. Le aree territoriali, naturali 
		competitor della Lombardia, Rhone-Alpes, Baden-Wurttemberg e Catalunya 
		arretrano meno della nostra Regione. Esiste, quindi, un problema 
		Lombardia, che è pur sempre il maggior contribuente del sistema fiscale 
		italiano.
		
		Milano città eco positiva è un obiettivo strategico di rilancio 
		attuabile 
		La rinascita deve partire dalle città, dalle aree metropolitane, che 
		sono l’opportunità del nostro futuro, i luoghi di eccellenza per gli 
		investimenti, il brand che può supportare la ripresa. Milano città 
		eco-positiva è l’obiettivo strategico attuabile anche attraverso un 
		processo di sostituzione edilizia del patrimonio immobiliare costruito 
		negli anni ’50 e ’60. 
		
		Una politica industriale per l’edilizia: rete, qualificazione, 
		rottamazione, regole certe nel mercato 
		Le imprese di costruzioni devono essere alla guida di questo processo, 
		ma devono crescere fare rete con i progettisti e i fornitori. Noi 
		chiediamo un’azione mirata alla rottamazione della capacità produttiva 
		del settore e la definizione di un progetto di rete che permetta alle 
		piccole e medie imprese di sopravvivere in una competizione che sta 
		degenerando sotto il profilo dell’esasperazione dei costi. Le imprese si 
		devono muovere in un mercato di poche e chiare regole, non fini a se 
		stesse, rispettate da tutti. Purché tali misure siano graduali e 
		agiscano realmente sul tessuto produttivo costituito oggi da più di 
		900.000 piccole aziende.
		
		No alla competizione sul ribasso, no a chi si muove 
		nell’illegalità e nel sottobosco relazionale
		Ci piaccia o no, non c’è mercato per tutti. Nel mercato devono restare 
		le imprese sane che rispettano le regole; deve rimanere chi gioca sul 
		fattore qualità e specializzazione, non certo chi si muove 
		nell’illegalità e nel sottobosco relazionale. Le nostre imprese, grandi, 
		medie o piccole che siano, devono confrontarsi con un modello 
		imprenditoriale diverso. Non è più accettabile il dilettantismo 
		imprenditoriale, occorre un management adeguato perché nel mercato 
		prospererà chi è capace di governare l’intero processo: progettazione, 
		finanziamento, realizzazione, gestione e manutenzione dell’opera.
		
		Spostare i controlli dalle procedure di gara ai cantieri, 
		all’esecuzione delle opere pubbliche
		Ciò vale anche per i lavori pubblici, dove il Legislatore ha definito 
		regole solo parzialmente efficaci per il corretto adempimento 
		contrattuale. Non è più accettabile la sola definizione di minuziose 
		procedure di gara a cui non segua una altrettanto articolata definizione 
		della fase esecutiva.
		
		Far convergere etica con trasparenza e legittimazione del potere 
		attraverso un linguaggio chiaro
		Anche l’Associazione sta cambiando il suo modo di essere: in questi sei 
		anni abbiamo spinto per diventare un punto d’incontro e di confronto 
		della filiera delle costruzioni. E ciò ha permesso di trasferire spesso 
		obiettivi condivisi alla sfera formale, che da corpo alla norma. Abbiamo 
		sviluppato un linguaggio chiaro, abbiamo cercato di ridurre lo iato tra 
		regole e prassi applicative, avendo ben presente l’esigenza di far 
		convergere etica con trasparenza e legittimazione del potere. 
		
		Milano come laboratorio del cambiamento: PGT e EXPO 2015
		Siamo fiduciosi sulla capacità di Milano di proporsi come laboratorio 
		del cambiamento: abbiamo l’esigenza di un confronto oggettivo sul futuro 
		della città, sulle decisioni che saranno assunte per il PGT. I dati 
		statistici di confronto tra la domanda e l’offerta nel settore 
		immobiliare ci presentano un mercato in equilibrio; partendo da ciò si 
		può costruire un linguaggio condiviso che porti a un confronto sereno 
		con la Pubblica Amministrazione. Sul tema dell’Expo 2015, la 
		realizzazione del sito sarà un grande e complesso cantiere ma non la 
		panacea dell’economia del nostro territorio. Siamo ancora in attesa di 
		risposte ad alcune questioni fondamentali:
			- che ne sarà degli 
			investimenti fatti per il sito dopo l’esposizione?
- le opere realizzate, 
			le infrastrutture sapranno essere un volano di sviluppo?
- come sfrutteranno 
			l’opportunità dell’evento gli italiani e in particolare i milanesi?
		(Fonte: Ufficio Stampa 
		Assipredil ANCE)