3 
		marzo 2011
		
		di Paola G. Lunghini
		
		Si è svolto il 3 marzo a Milano il Convegno “Tecnologia ed 
		eco-sostenibilità, quale valore per il Real Estate? Un confronto 
		USA-Italia”, organizzato dall’Americam Chamber of Commerce in Italy (AmCham) 
		e sostenuto dal Gruppo immobiliare e di costruzioni Vitali, 
		rappresentato al Tavolo dei Relatori dal Presidente, Massimo Vitali.
		
		In apertura dei lavori Simone Crolla, Consigliere Delegato di AmCham, ha 
		fatto il punto sulla situazione in USA: il settore delle costruzioni 
		“verdi” in USA sta accelerando notevolmente nel 2011, grazie anche al 
		“Green Building Project” dell’Amministrazione Obama, il programma di 
		stimolo delle costruzioni contenuto nel Recovery Act, che ha stanziato 
		circa 5.5 miliardi di dollari per il settore. Nel periodo 2000 – 2008, 
		ha sottolineato Crolla, il settore ha contribuito per 173 miliardi di 
		dollari al GDP americano, con 2,4 milioni di addetti. Nel periodo 2009 – 
		2013 si calcola che il settore contribuirà per oltre 554 miliardi, con 
		oltre 8 milioni di addetti.
		
		Il valore delle costruzioni “verdi” è aumentato del 50% nel biennio 2008 
		– 2010, e rappresenta circa il 25% di tutto il real estate. A oggi, un 
		terzo delle nuove costruzioni “non residenziali” è sostenibile, e nei 
		prossimi cinque anni è previsto che il valore triplichi.
		
		Crolla ha poi citato un recente Report -pubblicato da Global Thought 
		Leadership (think tank americana) e McGraw-Hill- il quale evidenzia i 
		tre fattori che influiscono sulla scelta di costruire “verde”: riduzione 
		dei costi operativi in media del 14%, aumento del valore dell’immobile 
		dell’11%, e aumento del ROI del 10% in media.
		
		Gli investimenti focalizzati nel settore green hanno oggettivamente 
		mostrato un certo dinamismo, in particolare nel 2010, anno in cui i 
		fondi si sono resi disponibili. Crolla ha portato l’esempio di “Hudson 
		Yards”, un progetto di 12 milioni di metri quadrati sulle rive del fiume 
		Hudson, destinato a diventare il nuovo grande quartiere residenziale 
		“verde” di New York. L’ investimento è di circa 15 miliardi di dollari, 
		e la società capofila è Related Companies.
		
		Crolla ha anche segnalato che l’Università di Georgetown ha recentemente 
		ricevuto fondi dallo “Stimulus Plan” per la costruzione di un Science 
		Center secondo le norme LEED. I fondi ricevuti atraverso il Department 
		of Commerce, ammontano a circa 7 milioni di dollari su un valore totale 
		della costruzione di circa 100 milioni. Sempre grazie allo “Stimulus 
		Plan”, ha concluso Crolla, anche alcuni immobili residenziali a 
		Washington hanno ricevuto fondi per la riqualificazione energetica, e i 
		benefici risulteranno in un risparmio di oltre il 20% in consumo di 
		energia.
		
		Al podio si sono poi succeduti , con le loro testimonianze, Massimo 
		Vitali, Mario Pinoli (del capitolo lombardo di Green Building Council- 
		GBC. Nel mondo l’ associazione conta oltre 20 mila associati e, in 
		Italia, dove è stata istituita da un paio d’anni solamente , i soci sono 
		già oltre 500 . GBC promuove il sistema di certificazione LEED) , 
		Lorenzo Tardini (Direzione Infrastrutture e Costruzioni Settore Energia 
		& Ambiente di “ EXPO 2015”), Eugenio Ferro (Settore Energia Europe 
		–Africa di MVH , società di global environmental consulting e 
		engineering specializzata in “water, environment, energy and 
		infrastructure” ) e Pierluigi Bernasconi , AD della energivorissima 
		Mediamarket SpA (l'azienda italiana che appartiene al gruppo tedesco 
		Metro ed è la prima catena di prodotti di elettronica in Europa con le 
		insegne Media World e Saturn), la quale sta mettendo a punto un 
		sofisticato e innovativo programma di contenimento dei propri consumi, 
		con anche l’ auspicio di un “ risparmio in bolletta “ di circa il 20%.
		
		“Centrale” è stata la relazione di Mario Breglia, Presidente di Scenari 
		Immobiliari. Grazie alla cortesia di Breglia, è possibile riportare qui 
		in Nota integralmente il suo interessantissimo intervento , che si è 
		aperto con due dati molto significativi: in USA vi sono circa 120 
		milioni di abitazioni, per il 75% circa si tratta di unità singole 
		costruite prevalentemente in legno, materiale ecologico per eccellenza 
		(ma anche facile preda di incendi, ndr), mentre in Italia vi sono circa 
		30 milioni di abitazioni, per tre quarti in condominio, il che vuol dir 
		cemento, etc. 
		
		Facile comprendere la differenza di “consapevolezza green” nei due 
		sistemi.
		
		L’intervento di Breglia si è concluso con una nota di attenzione: si ha 
		un bel parlare di energie alternative, ma sullo sfondo c’è il nucleare…
		
		
		NOTA: “Innovazione tecnologica e real estate, 1900-2015 “, di Mario 
		Breglia.
		
		“L’innovazione tecnologica nel corso del tempo ha dato un plus al valore 
		medio degli immobili, perché ne ha aumentato il comfort e/o moltiplicato 
		le funzionalità. Questo incremento risulta tanto più elevato quanto meno 
		l’innovazione è diffusa. Il differenziale tende a ridursi mano a mano 
		che la tecnologia si diffonde, fino a che la sua mancanza diventa un 
		fattore di degrado.
		
		L’innovazione attuale e del prossimo futuro è costituita dall’immobile 
		ecosostenibile, che oltre ad aumentare il comfort e la funzionalità 
		rappresenta anche un risparmio energetico e quindi economico.
		
		Nel corso della storia l’evoluzione strutturale del contenitore edilizio 
		è stata sempre correlata alla sua funzionalità.
		
		La cascina, disposta su un solo piano, rappresentava il luogo di lavoro 
		e di vita quotidiana dei contadini. L’abitazione a due piani fu creata 
		per affittare a terzi il secondo piano, quando lo spazio di lavoro si 
		separò da quello abitativo in seguito allo sviluppo dell’agricoltura 
		intensiva.
		
		Gli agglomerati residenziali furono i protagonisti dell’urbanistica dopo 
		la rivoluzione industriale che raggruppò le famiglie a ridosso delle 
		fabbriche.
		
		Nell’ultimo secolo le singole unità immobiliari sono state 
		caratterizzate da specifiche innovazioni che si sono susseguite nei 
		decenni. A ogni era tecnologica ha corrispostoun’innovazione che ha 
		inciso sul mercato immobiliare del momento.
		
		Nel 1900 le innovazioni si chiamavano ascensore, bagno in casa, acqua 
		potabile, riscaldamento, gas, campanello e luce elettrica. Queste 
		caratteristiche comportavano un aumento sul prezzo medio di zona che 
		poteva variare dal 15 per cento in centro al 25 per cento in periferia.
		
		Questo perché, a un palazzo d’epoca in centro corrisponde in ogni caso 
		un valore più alto rispetto a un immobile in periferia. Nei primi 
		decenni del secolo scorso compaiono il telefono, il riscaldamento 
		centralizzato e la radio. Costituivano innovazioni richieste anche i 
		doppi servizi e il termosifone autonomo.
		
		Nel dopoguerra il differenziale di prezzo era rappresentato dall’aria 
		condizionata e dai nuovi materiali, cemento armato e plastica in primis.
		
		Negli anni sessanta venivano fortemente apprezzati l’isolamento 
		acustico, il videocitofono e gli ascensori con le porte automatiche. A 
		partire dagli anni settanta l’innovazione esce dal singolo immobile e si 
		colloca nel quartiere.
		
		Sono le soluzione di sistema le più ricercate dalla domanda: acqua calda 
		e sicurezza centralizzate, sistemi interni di comunicazione, reti di 
		telefonia e tv.
		
		Nei primi anni del nuovo secolo l’innovazione è rappresentata dalla casa 
		cablata: alla new economy corrisponde una new house ed una new city. 
		Nello stesso spazio convivono funzioni domestiche e di rappresentanza, 
		lavorative e di ricerca. La casa si trasforma in un contenitore 
		plurifunzionale, integrato con la città e collegato con il mondo.
		
		Nell’era della globalizzazione e dei forti cambiamenti climatici, con 
		una crescente sensibilità collettiva verso i problemi di salute del 
		pianeta e dei suoi abitanti, l’innovazione tecnologica è rappresentata 
		dalla casa ecosostenibile. Un’abitazione efficientemente energetica, 
		consuma meno energia e allo stesso tempo migliora il comfort di chi ci 
		abita.
		
		Diversi elementi contribuiscono al risparmio energetico che possono far 
		diminuire il consumo di energia di una casa anche del 15 o 20 per cento. 
		Dal punto di vista strutturale si devono utilizzare materiali isolanti, 
		pannelli solari e caldaie a condensazione.
		
		Secondo una indagine condotta da Scenari Immobiliari, presso un’ampia 
		serie di società protagoniste nell’ambito immobiliare (imprese di 
		costruzione, grandi
		
		proprietari, promotori, intermediari immobiliari), l’incidenza della 
		qualità energetica del fabbricato sul valore dell’immobile può variare, 
		in media, dal 3 al 10 per cento.Tuttavia, il differenziale è solo 
		all’inizio della sua curva ascendente. In effetti, la tematica è ancora 
		poco conosciuta ma il potenziale di valorizzazione resta elevato.
		
		Nella graduatoria delle caratteristiche richieste per l’acquisto di un 
		immobile, il livello di risparmio energetico tuttora non è ai primi 
		posti. Gli acquirenti non percepiscono ancora il valore aggiunto 
		dell’innovazione, ma lo considerano un costo aggiuntivo, a volte 
		ingiustificato.
		
		Come a ogni ciclo di diffusione di un’innovazione, la non conoscenza 
		della tecnologia e della convenienza (economica e funzionale) da parte 
		dell’utilizzatore, mantiene basso il plus valore dell’immobile. Ma è 
		solo questione di tempo. Le tecnologie innovative, come ad esempio 
		l’impermeabilità e la compattezza dell’ involucro traspirante ma 
		ermetico (senza dispersione), trasformano l’innovazione in un vero 
		valore immobiliare che gradualmente viene apprezzato.
		
		Il settore non residenziale ha iniziato già da qualche anno a vedere 
		l’incremento del valore dell’immobile ecosostenibile.
		
		Sia la domanda che l’offerta di spazi a uso ufficio, principalmente di 
		prodotto nuovo, si stanno concentrando su fabbricati di classe A (spazio 
		per uffici dall'elevata flessibilità sui piani, di standard 
		internazionali e di alta qualità, impianto di climatizzazione, 
		ascensori, servizio di parcheggio con custodia, pavimenti sopraelevati o 
		controsoffittatura e moderni servizi per affari; adeguamenti alle regole 
		internazionali di sicurezza ed antincendio; efficientemente energetico).
		
		In questo settore il plus di valore varia dal 3 al 10 per cento, mentre 
		il deprezzamento per un fabbricato non ecologico può scendere al 2 o 
		addirittura all’8 per cento, già ora.
		
		Anche nel comparto della logistica i capannoni di nuova realizzazione 
		sono progettati per avere il minor impatto ambientale, grazie alla 
		presenza di alcune importanti caratteristiche: pannelli solari da cui 
		ricavare energia per il riscaldamento delle acque di servizio; sistema 
		di raccolta di acqua piovana per evitare di gravare sulla rete idrica 
		locale; sistema di illuminazione zenitale, che integra luce naturale con 
		quella artificiale, per dare luce al magazzino evitando i consumi e 
		quindi l’emissione di anidride carbonica.
		
		Tuttavia, soltanto per le grandi multinazionali che sono sensibili al 
		tema ecologico e apprezzano questo tipo di strutture, si giustifica un 
		valore più alto dell’immobile (intorno al 5 per cento), mentre per molti 
		operatori locali si tratta solo di una spesa ingiustificata.
		
		Nel comparto residenziale, invece, l’attenzione all’ecologia è 
		condizionata dal livello socio-culturale delle famiglie: sono in 
		particolare i giovani e i professionisti ad avere maggiore conoscenza e 
		attrazione della tematica ambientale.
		
		Secondo i costruttori, negli ultimi dodici mesi si è registrato un 
		crescente interesse verso la qualità della costruzione e verso 
		l’efficienza energetica dell’edificio, ma ancora limitata agli immobili 
		di pregio. Si tratta di una tendenza destinata ad aumentare.
		
		Per questo comparto il plus di valore dell’immobile ecologico varia dal 
		3 al 10 per cento, il deprezzamento in assenza dell’innovazione, per ora 
		può essere nullo o scendere al 5 per cento.
		
		Nel settore abitativo, nei prossimi cinque anni è previsto un forte 
		incremento della domanda di immobili ecosostenibili che comporterà un 
		aumento del plus di valore del fabbricato, differenziato fra le regioni. 
		Sarà più elevato nelle regioni del nord e nelle grandi città.
		
		L’aumento della domanda di una casa ecosostenibile è fortemente 
		condizionato dalla sensibilità delle famiglie verso i temi ambientali, 
		argomento che già oggi coinvolge in maniera minore gli acquirenti del 
		centro sud.
		
		Sia per il comparto abitativo che per il settore ufficio si prevede un 
		deprezzamento che può variare dal 5 al 20 nel primo e dal 7 al 20 per 
		cento nel secondo, per l’immobile che entro il 2015/2020 non rispetterà 
		le caratteristiche di efficienza energetica.
		
		Tocca ora all’offerta adeguarsi velocemente alle caratteristiche 
		richieste, affinché la qualità energetica diventi parte integrante degli 
		immobili, sia nuovi che usati, così avremo anche le case di classe A, 
		oltre agli uffici.
		
		QUANTO INCIDE L’INNOVAZIONE SUL VALORE DELLE CASE
		
		Periodo Innovazione tecnologico-strutturale e Incremento di valore (%) . 
		Minimo Massimo
		
		1900 - 1910 Acqua - Luce 5- 15
		
		1911 - 1920 Telefono - Servizi 7- 10
		
		1921 - 1930 Comfort interno 3- 8
		
		1931 - 1940 Impiantistica 2- 6
		
		1951 - 1955 Struttura palazzo 2- 8
		
		1956 - 1960 Tipologia alloggio 3- 10
		
		1961 - 1970 Materiali 2- 12
		
		1971 - 1980 Ambiente esterno 2- 8
		
		1981 - 1990 Infrastrutture 3- 9
		
		1991 - 1999 Qualità globale 5- 12
		
		2000 - 2009 Cablaggio – Reti - Wifi 4- 14
		
		2010 - 2015 Ecosostenibilità 3- 15
		
		
		
		(Fonte: SCENARI IMMOBILIARI®)