1
marzo 2011
di Giuseppe Sofia - Amministratore Delegato di Conergy SpA
E' al vaglio al preconsiglio dei Ministri lo stop alle agevolazioni
governative per l'energia rinnovabile. Se approvato, dal primo gennaio
2014 sarà ufficiale e comporterà non tanto la riduzione delle tariffe
incentivanti, quanto la stretta ai criteri di accesso alle agevolazioni.
Non un euro in più sarà dato dallo Stato per installare nuovi impianti
fotovoltaici al di sopra del limite massimo nazionale di 8mila megawatt.
Ma quanto ne sa l’opinione pubblica di fotovoltaico?
Nelle settimane scorse nella stampa nazionale sono usciti numerosi
interventi fuorvianti e riportanti dati volutamente non corretti
relativi al fotovoltaico. Questi interventi sono stati evidentemente
orchestrati da lobby che hanno interesse nel mantenere lo status quo dal
punta di vista delle politiche energetiche inquinanti e
petrolio-dipendenti. Si è parlato dell’onere che viene richiesto ai
contribuenti per sostenere il fotovoltaico; ebbene tale onere è pari a
28€ all’anno per famiglia quindi inferiore a quanto viene richiesto (
40€ ) a sostegno delle cosiddette rinnovabili assimilate (impianti che
bruciano rifiuti e scarti petroliferi di raffineria); la spesa nazionale
pro-capite per il Gratta e Vinci è di 165€. Si è letto che in Italia vi
sono gli incentivi più alti al mondo; ebbene Francia, Grecia,
Inghilterra hanno incentivi più elevati e la Germania ha obbiettivi
governativi di installato al 2020 di 4 volte quelli italiani (33GW
contro 8GW). Una pari quantità in Italia coprirebbe il 13% dell’intero
fabbisogno elettrico nazionale.
Ancora, si è dibattuto sull’impatto del fotovoltaico a livello
paesaggistico e sui terreni agricoli. Il fotovoltaico si può sviluppare
escludendo l’utilizzo di terreni agricoli di valore; questa è la volontà
della quasi totalità degli operatori. Perché questo avvenga sono
necessarie delle efficaci linee guida che a oggi sono mancate.
Giovedì 3 marzo il Governo deciderà le sorti dello sviluppo del
fotovoltaico: abbiamo fiducia che sarà un decisione coscienziosa e
consapevole che il futuro professionale ed economico di migliaia di
lavoratori dipendono da questa scelta in questo difficile momento
economico.
Perché le energie rinnovabili sono una scelta sociale?
Siamo in un periodo storico e a un livello di evoluzione sociale e di
democrazia che richiede che le scelte di politica energetica, così come
ogni scelta importante di sviluppo, venga presa in modo coscienzioso,
consapevoli dell'impatto sull'ambiente e di ciò che lasciamo in eredità
alle generazioni future. Nei decenni scorsi le scelte non sono state
prese in questi termini e oggi ci ritroviamo con le città più inquinate
d'Europa, con innumerevoli scempi ambientali e con una totale dipendenza
dall'importazione di combustibile di origine fossile.
Le energie rinnovabili sono una scelta coscienziosa proprio perchè non
hanno impatto ambientale e ci possono portare all'autosufficienza
energetica.
Il fotovoltaico, in particolare, è una soluzione straordinaria per molti
motivi. E' universale poiché puo' essere installato ovunque vi sia il
sole; è di facile implementazione poiché non richiede infrastrutture o
investimenti per la distribuzione; consente di utilizzare superfici di
scarso pregio come zone industriali, tetti di capannoni, tetti e
facciate residenziali e zone aride improduttive. Permette inoltre di
produrre l'energia proprio dove viene consumata e produce nelle ore del
giorno e nelle settimane dell’anno dove c’è maggiore richieste. Le
economie in gioco sono quindi molto elevate.
Grazie agli incentivi modulati in modo corretto soprattutto in Germania,
i costi in questi ultimi anni sono scesi e stanno rapidamente
avvicinandosi al livello di parità con il costo dell'energia dalla rete
elettrica. Importanti analisti finanziari internazionali (dunque non
ambientalisti visionari ) ci dicono che saranno sufficienti ancora
pochissimi anni di graduale diminuzione delle tariffe e il fotovoltaico
potrà reggersi senza necessità di sussidi anche grazie alle economie
citate. Per raggiungere questo traguardo tuttavia è necessario dare
continuità alla filiera in modo che questa possa professionalizzarsi
ulteriormente e diminuire così i costi dell'installato.
I nostri politici nei prossimi giorni si pronunceranno sul futuro delle
rinnovabili e del fotovoltaico in particolare. E' giusto che il
fotovoltaico venga disciplinato, fornendo linee guida che consentano uno
sviluppo graduale, armonico con il territorio e con tariffe che non
gravino in modo eccessivo sui contribuenti. Dire no al solare in questo
momento sarebbe una scelta anacronistica e avrebbe conseguenze pesanti
sull’occupazione.
Una scelta un po' triste per il nostro Paese, il Paese
del Sole.