16
dicembre 2010
(a cura dell’ Ufficio Stampa della Confedilizia)
«Occorre che il Governo chiarisca con precisione che cosa significhi
perseguire, per la riforma fiscale, l’obiettivo della “tassazione sulla
proprietà”. Se si pensa ad una patrimoniale, lo si dica».
Lo ha affermato il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza
Fogliani, parlando ai quadri dirigenti dell’Organizzazione della
proprietà immobiliare riuniti a Roma per la decima Conferenza
organizzativa nazionale.
Il riferimento è alla bozza del Programma Nazionale di Riforma (PNR) –
approvata dal Consiglio dei ministri e trasmessa alla Commissione
europea – che indica, fra gli elementi chiave della strategia
dell’Esecutivo in materia fiscale, il passaggio «dalla tassazione sui
redditi personali alla tassazione sulla proprietà e sui consumi».
«La frase messa nero su bianco dal Governo in un documento ufficiale »
ha rilevato il Presidente della Confedilizia « ci preoccupa seriamente,
soprattutto perché si inserisce in un quadro che vede da alcuni mesi
esponenti politici, economisti, rappresentanti sindacali, giornalisti,
lobbisti del business delle rendite finanziarie, fornire – con
significativa insistenza – la più semplice delle ricette per far fronte
all’enorme e crescente debito pubblico che affligge l’Italia:
l’introduzione di una tassazione di tipo patrimoniale.Una tassazione di
questo tipo avrebbe un effetto devastante, sul piano psicologico
anzitutto, ma anche su quello della credibilità dello Stato, e chi vive
tra la gente lo sa bene. Ogni tassazione di tipo patrimoniale dà il
sigillo dell’ufficialità all’incapacità di un sistema tributario di
tassare la ricchezza dove essa è veramente, per colpire invece i beni in
sé solo perché facili da individuare, indipendentemente dal fatto che
diano o no un reddito (o siano addirittura – come spesso si verifica –
un costo). Ma non si risanano le pubbliche finanze inventando ricchezza
solo per fare cassa, com’è tipico di ogni Stato in bolletta anche dal
punto di vista morale oltre che da quello dell’equità tributaria. Una
tassazione di questo tipo, poi, nasconde un esproprio surrettizio. E’ –
nonostante si faccia finta di non saperlo – il caso dell’Ici (abolita –
ma non del tutto – per gli immobili urbani, e viva e vegeta per le aree,
anche pretesemente “edificabili”). Non è certo con la tassazione (tantomeno,
con quella patrimoniale) – ha concluso il Presidente della Confedilizia
– che si può credere di risolvere i nostri problemi. Il futuro è nei
Paesi che hanno saputo, o sapranno, “affamare la bestia” della spesa
pubblica. E in Italia ce n’è tanta, pure di questi tempi, di pubblica
spesa, anche per finanziare l’inutile, l’effimero, sprechi enormi e
assurdi costi della politica».