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		dicembre 2010
		
		(a cura dell’ Ufficio Stampa della Confedilizia)
		
		«Occorre che il Governo chiarisca con precisione che cosa significhi 
		perseguire, per la riforma fiscale, l’obiettivo della “tassazione sulla 
		proprietà”. Se si pensa ad una patrimoniale, lo si dica».
		
		Lo ha affermato il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza 
		Fogliani, parlando ai quadri dirigenti dell’Organizzazione della 
		proprietà immobiliare riuniti a Roma per la decima Conferenza 
		organizzativa nazionale.
		
		Il riferimento è alla bozza del Programma Nazionale di Riforma (PNR) – 
		approvata dal Consiglio dei ministri e trasmessa alla Commissione 
		europea – che indica, fra gli elementi chiave della strategia 
		dell’Esecutivo in materia fiscale, il passaggio «dalla tassazione sui 
		redditi personali alla tassazione sulla proprietà e sui consumi».
		
		«La frase messa nero su bianco dal Governo in un documento ufficiale » 
		ha rilevato il Presidente della Confedilizia « ci preoccupa seriamente, 
		soprattutto perché si inserisce in un quadro che vede da alcuni mesi 
		esponenti politici, economisti, rappresentanti sindacali, giornalisti, 
		lobbisti del business delle rendite finanziarie, fornire – con 
		significativa insistenza – la più semplice delle ricette per far fronte 
		all’enorme e crescente debito pubblico che affligge l’Italia: 
		l’introduzione di una tassazione di tipo patrimoniale.Una tassazione di 
		questo tipo avrebbe un effetto devastante, sul piano psicologico 
		anzitutto, ma anche su quello della credibilità dello Stato, e chi vive 
		tra la gente lo sa bene. Ogni tassazione di tipo patrimoniale dà il 
		sigillo dell’ufficialità all’incapacità di un sistema tributario di 
		tassare la ricchezza dove essa è veramente, per colpire invece i beni in 
		sé solo perché facili da individuare, indipendentemente dal fatto che 
		diano o no un reddito (o siano addirittura – come spesso si verifica – 
		un costo). Ma non si risanano le pubbliche finanze inventando ricchezza 
		solo per fare cassa, com’è tipico di ogni Stato in bolletta anche dal 
		punto di vista morale oltre che da quello dell’equità tributaria. Una 
		tassazione di questo tipo, poi, nasconde un esproprio surrettizio. E’ – 
		nonostante si faccia finta di non saperlo – il caso dell’Ici (abolita – 
		ma non del tutto – per gli immobili urbani, e viva e vegeta per le aree, 
		anche pretesemente “edificabili”). Non è certo con la tassazione (tantomeno, 
		con quella patrimoniale) – ha concluso il Presidente della Confedilizia 
		– che si può credere di risolvere i nostri problemi. Il futuro è nei 
		Paesi che hanno saputo, o sapranno, “affamare la bestia” della spesa 
		pubblica. E in Italia ce n’è tanta, pure di questi tempi, di pubblica 
		spesa, anche per finanziare l’inutile, l’effimero, sprechi enormi e 
		assurdi costi della politica».