09 dicembre 2010
di Paola G. Lunghini
Sotto la presidenza del World President Enrico Campagnoli ( che tutti o
quasi conoscete ) si sono svolti a Bruxelles, dall’ 1 al 4 dicembre, i
lavori del Board della FIABCI Internazionale.
Sede dei “ Business Days “ è stato l’ Hotel Radisson Blu Royal, quello
situato in prossimità della bella Grand Place della capitale belga,
convenientemente e allegramente addobbata per le prossime festività
natalizie.
Dico questo perché di Radisson Blu a Bruxelles ve ne sono due, e molti
Delegates , non avendo ben colto l’ info ( peraltro non ben diffusa
dall’ organizzazione ) hanno da ciò avuto qualche disagio…
Ve li immaginate, coloro che arrivavano dalla California o dal Far East,
nel vedersi scaricare al Radisson del “ quartiere europeo”, distante
qualche chilometro dal centro, dopo decine di ore di viaggio, per
scoprire che non era quella la venue ???… ( è successo, è successo). Non
erano felici.
Temperatura media esterna dai 6 ai 10 gradi sotto zero, della serie “
fai un fumetto respirando” ( cfr la famosa canzone ”Pedalando in
bicicletta”, di Riccardo Cocciante ).
Neve, per fortuna non continuativa , ma insistente , fiocchi
piccolissimi ma cattivi.
Strade che erano una lastra di ghiaccio. Il sale, lì, non usa : da noi
costaggiù , invece, quando nevica , se ne butta a tonnellate, e pazienza
se poi il selciato si rovina.
Insomma, a Bruxelles non è che ti venisse proprio voglia di farti una
passeggiata . Il viaggio di ritorno a Milano , in compenso, è stato un
costoso incubo. Pazienza, l’ importante è arrivare sani e salvi. Ma…
1)Hojotoho,
Hojotoho, Heiaha, Heiaha!
NOTA : No, non sono impazzita . “Hojotoho, Hojotoho, Heiaha, Heiaha!” è
il “Grido di Guerra” delle Valchirie.
A me i Radisson non è che mi facciano impazzire.
Anzi, diciamo pure che -nel panorama dell’ hotellerie che ho avuto modo
di conoscere - li considero l’ emblema del “ good enought”.
Ma io preferisco la teoria dell’ “ In search of excellence …
Parere personale, sia chiaro.
“Questo” Radisson, però, mi è stato particolarmente antipatico, e vi
spiego perché.
Innanzitutto, esso vanta cinque stelle ma se dovessi definire io la
classe gliene darei al massimo tre e mezzo. La lobby è piccolissima e
perennemente affollata da gente con dimolti bagagli, che va avanti e
indietro tipo porto di mare. Snervante, se sei lì per una Conference.
Gente che in un continuum si affollava davanti ai tre banchetti di
reception-cassa in un infinito check-in / check-out/ check quel che
volete voi, anche perché i banchetti ut supra non erano sempre ben
presidiati, oppure gli addetti c’ erano, ma stavano sempre attaccati al
telefono anziché badare agli ospiti in coda di fronte a loro; e al
banchetto del concierge , il concierge spesso non c’era.
Se il concierge non sta al suo desk, dove va ? Mah!
Non c’ era sorriso, sui volti di tali persone : solo una generica aria
di indifferente cortesia. ( E se fosse stata cortese indifferenza ?)
Dalla grande bussola perennemente in moto veniva intanto un costante
spiffero gelido, che si riversava nell’ adiacente zona bar, rendendo
tale zona ( priva di ogni protezione ) molto poco adatta all’ uopo.
La camera : vogliamo definirla “ essenziale”?
Vogliamo definire le tende e la moquette un po’ “appannate ”?
E vogliamo definire il bagno un qualche cosa che dall’ origine non ha
mai visto il benché minimo intervento di “ modernizzazione “ ? (
insomma, piastrellone bianche stile anni settanta/ottanta , e sanitari
idem. Immaginatevi le rubinetterie …).
Tralasciando altri orridi dettagli - tipo il costante non rifornimento
di acqua minerale nel mini bar, o le “ amenities “ talmente poco
attrattive che , anzicchè portarmele a casa tutte come solitamente
faccio, le ho lasciate tutte lì; pantofoline niente, mano male che mi
ero portata le mie - arriviamo al clou.
Nonostante la conferma di registrazione comprendesse l’ opzione “
smoking room” ( opzione prevista anche dal menu di televisivo Benvenuto,
avete presente il messaggio che in TV appunto vi accoglie appena
prendete possesso della stanza, e che vi descrive tutte le meraviglie
che l’ albergo potrà offrirvi per rendere piacevole il vostro soggiorno
? ) vengo informata al check-in che TUTTO l’ albergo è non smoking, e
che stanze fumatori non ne esistono.
Nuova policy salutista ( scoprirò poi che la “ nuova” policy è datata 1
gennaio 2010 !!! Tanto nuova dunque non era, ma la “ documentazione” non
era stata ancora aggiornata ).
Chi se ne importa, diranno i non fumatori.
Mi importa eccome, dico io che come tutti sanno fumo, e che in quell’
albergo ci dovevo passare tre giorni e tre notti . Un giorno passi, ma
tre??? Fumando frettolosamente una sigaretta ogni tanto in piena notte ,
sul marciapiede coperto , con i taxi che vanno e vengono in
continuazione, con relative emissioni ( una vera camera a gas, altro che
qualche sigaretta ) , e con 10 gradi sotto zero?
L’ avessi saputo prima, mi sarei scelta un altro albergo. O , se tale è
l’andazzo, non sarei andata a Bruxelles.
Ma, eh eh, c’è un ma
che mi ha reso “ tollerabile “ il soggiorno.
E che mi ha fatto anche venire una gran voglia di parlarne : in camera,
infatti, un grazioso cartoncino, firmato “ The management” , avvertiva :
“ Caro ospite, questa è una stanza non smoking. Se fumerai, ti
caricheremo la somma di 150 euro per la pulizia extra…We wish you a
pleasent stay”.
Definisco subito con la reception che fumerò , e che al check-out
pagherò l’ “extra cleaning” ( che corrisponde al costo di una camera
doppia per una notte , a tariffa FIABCI ).
“Certo, madame, ecco il portacenere”.
Capìto, i furbetti
dello smokerino?!
Fatta la legge salutista , rispettata la policy, trovata la …soluzione.
Inutile dire che ho i testimoni, e che mi sono portata via il
cartoncino.
Giuro, di alberghi nella mia vita ne ho visti migliaia, ma una roba così
mai. E poi dicono dell’ Italia !!!
Tolto dalla scarpa non il sassolino, ma il macigno … recito ancora
“Hojotoho, Hojotoho, Heiaha, Heiaha!”
1) Wagner: Volo
non pindarico.
Come tutto il mondo musicale e non son solo sa, l’ opera di Wagner ha
inaugurato l’ altro ieri sera, con grandissimo e meritato successo, la
stagione scaligera milanese. ( Oh dio , tautologia: la stagione
scaligera è solo milanese, ma ce la lascio perché mi piace ) .
Me la sono seguita tutta , la Valchiria, nella diretta su RAI 5 .
L’ emozione mi circonda ancora!
Devo ammettere che, anche se l’ edizione 1994 da me vista in Teatro, era
stata indimenticabile – protagonista era un Placido Domingo/Siegmund in
stato di grazia, e il campo di grano e papaveri all’ inizio del terzo
atto sollevava applausi a scena aperta, con conseguente irritazione del
Maestro Riccardo Muti che, come è noto, non sopportava interruzioni
quando aveva la bacchetta in mano, perché credeva di essere un dio , e
non aveva nemmeno tutti i torti : è stato, ed è, uno dei più grandi
Direttori d’ orchestra che l’ Italia ha regalato al mondo – beh, anche
questa Valchiria 2010 , ne sono certa, sarà ricordata a lungo.
Straordinarie, per voce, intensità interpretativa, e anche muliebre
bellezza, le tre protagoniste femminili ( Sieglinde, Brunilde e Fricka )
. Buona la prova dei tre protagonisti maschili ( Siegmund, Hunding e
Wotan, quest’ultimo forse per l’ emozione un po’ debole nel secondo
atto, ma poi -rinfrancatosi- bravissimo nella drammaticità del terzo (
dal sommesso “ Leb’ wohl ” – l’ Addio del Dio all’ amatissima figlia - e
in crescendo , sino all’ urlo del “ du lachende Lust meines Augens”,
traduzione “ ridente voluttà dei miei occhi”).
Emozionanti le luci , con punte direi caravaggesche nell’ “ incantesimo
del fuoco “ che conclude il capolavoro di Wagner : momento , questo,
forse un po’ troppo votato alla tecnologia informatica che secondo molti
ha eccessivamente contraddistinto questa edizione dell’ Opera , anche e
soprattutto nella celeberrima “ Cavalcata” .
Ma, dico io, perché no?
L’ informatica è tra noi, e “ questa” tecnologia aveva perlomeno il dono
della raffinatezza .
Perplessanti, all’ inizio, i costumi. Sino a comprendere, subito dopo,
che c’era a monte una vera e propria ricerca direi filologica nell’
inventare un difficilissimo “qualche cosa senza tempo”.
Senza sbavature la regia, e ineccepibile l’ orchestra.
Nel foyer, ricco ma non ricchissimo meglio così di VIPs ( d’ accordo,
c’era anche il Presidente della Repubblica ..ma lo sanno tutti che
Giorgio Napolitano è un amante del belcanto , e in particolare di
Wagner. Lo si sa frequentatore abituale del Festival wagneriano di
Bayreuth), spiccava , smagliante, Letizia Moratti, Sindaco di Milano. Il
suo Armani aveva quel tocco di splendore che solo una mezza dozzina di
sarti in tutto al mondo sono riusciti sino a oggi a dare a un vestito
nero apparentemente semplicissimo. Carica di significato simbolico/
allegorico la spilla appoggiata con noncuranza sulla spalla : un “
bruco”, sì , un bruco di brillanti…
Bene, la recensione mi sono sentita legittimata a farla : nei miei
giovani anni - lo so, con il mestiere che faccio oggi è difficile da
credere - mi laureai con una Tesi in educazione musicale , e con il
famoso professor Francesco Degrada , Ordinario all’ Università degli
Studi di Milano , Dipartimento di Storia delle Arti, della Musica e
dello Spettacolo, docente di Storia della musica moderna e
contemporanea.
Conclusione : di questi tempi, in cui è davvero così difficile essere
italiani, la Valchiria scaligera ci ha regalato un meraviglioso attimo
di orgoglio nazionale .
Grazie, mia Scala !!!
Peccato che contemporaneamente fuori, nella piazza, un manipolo di
dimostranti si fosse dato da fare con materiali contundenti e petardi.
Risultato, una decina di contusi tra le forze dell’ ordine, e prima
pagina sui giornali.
Grazie, signori. Avrete le vostre ragioni, non dico di no, ma grazie - a
nome dell’ industria turistica nazionale- se vorrete prendevi qualche
giorno di vacanza, magari all’ estero.
2) Keyword :
spargiamo –se possibile – un po’ di intelligenza
La delegazione italiana , composta di una quindicina di persone , che
vuol dire circa un decimo dei partecipanti totali, ha performato alle
giornate FIABCI molto bene: e non solo per supportare il primo
Presidente del nostro Paese giunto alla guida della Federazione dopo
quasi 30 anni dall’ ultima volta ( e allora il World President aveva il
nome di Giovanni Gabetti). I nostri rappresentanti si sono distinti sia
al Tavolo sia nei dibattiti delle varie sessioni.
D’ accordo, se vedo indietro negli anni ( e sto parlando degli anni
ottanta ) quando per mia fortuna frequentavo i Meeting dicembrini della
Federazione- che allora si svolgevano nell’ incanto dell’
Intercontinental, presso Place Vendôme, a Parigi - beh, era tutt’ altra
cosa.
Il doppio, talvolta il triplo di partecipanti di oggi ; grandi, o
addirittura grandissimi nomi dell’ imprenditoria immobiliare mondiale, e
non il singolo piccolo agente immobiliare del Colorado o della
Repubblica Domenicana.
In un climax discendente , quasi non riuscisse a comprendere che anche
le associazioni hanno “ cicli di vita” come tutti i prodotti, circondata
da associazioni “ nuove “ e ben più potenti di lei, FIABCI negli ultimi
due decenni è scivolata dal podio della “più significativa associazione
immobiliare internazionale” di un tempo sino alla debole realtà attuale
.
Depauperata di forze e di energie ( con un Segretario Generale che dal
punto di vista della capacità di comunicazione io avrei già licenziato
da un pezzo) , la Federazione possiede però due asset importantissimi,
che attendono solo di essere rivalorizzati: un radicamento sul
territorio del mondo che poche associazioni ( RICS a parte ) hanno ,
visto che esiste da 60 anni in decine e decine di Paesi; e una “
encomiabile” loyalty da parte degli “ amici” che ancora nella
Federazione si riconoscono, e che sono disposti a seguirne i percorsi e
gli appuntamenti, anche sa da tali percorsi poco o nulla di tecnologia
intellettuale apprenderanno.
Ma , penso io, non è ciò che essi vogliono . Anzi, se dai loro troppa
cultura immobiliare (
è chiaro che sto provocando)
ciò li affatica e li annoia pure : essi piuttosto vogliono un luogo in
cui tornare – come era un tempo – a fare business, al di là delle
infinite possibilità che il web ha creato . Il business nasce , quasi
sempre e ancora, per “ questione di feeling”…
E dove la mettiamo l’ amicizia? , beh, quella - in un network così - è
un valore incredibile, una roba che ti consente di emailare a Tokyo
piuttosto che in Nigeria dicendo “ caro collega , sarò nel tuo Paese
prossimamente per qualche giorno, possiamo vederci e bere qualcosa
insieme ?“ , certo che la risposta sarà “ looking forward to meeting you
soon “ etc ( che non è esattamente l’ inglese che io imparai a scuola
tanti anni fa, ma tant’è).
Non so se in altre associazioni funzioni : ma so che nella FIABCI ha
sempre funzionato, e che funziona ancora . Vero, Marzia Morena (
Presidente RICS Italia ) ? Se non erro, quando quest’ estate sei andata
in Giappone, la FIABCI – tramite intercessione di Natascha Jeuck ( Socia
AICI e Socia FIABCI da molti anni ) – ti è stata molto amichevole …
A queste cose deve appellarsi e puntare , nei pochi mesi di presidenza
che ancora gli rimangono, il World President Enrico Campagnoli, se vuole
lasciare un segno indelebile della sua guida , spargendo quell’
intelligenza che possiede. E non puntando alle tematiche dell’ Unece ,
degli “ esperimenti pubblico/privato” in Ucraina etc, su cui egli ha
puntato le sue carte , forse importanti, forse anche strategiche, ma
certo dai più non ben comprese.
E pazzescamente noiose, almeno nelle parole che a Bruxelles le persone
da lui invitate a parlarne hanno detto di fronte a una platea che man
mano scappava dalla vasta Sala con traduzione simultanea in quattro
lingue, con il rappresentante dell’ Ucraina che si presentava parlando
in russo, con consecutiva in inglese ( una roba che ai miei tempi in
FIABCI non sarebbe nemmeno stata presa in considerazione, anche perché a
quell’ epoca … il Muro non era ancora crollato ).
Ma guardiamo le cose positive : l’ invitata Paola Gianasso ( Scenari
Immobiliari) ha con il consueto assertivo atteggiamento attirato l’
attenzione dei delegati sull’ outlook immobiliare internazionale, e sul
tema delle global cities ( già offerto alla community milanese alcune
settimane orsono, ma repetita … )
Giancarlo Bracco, neo Presidente di FIABCI Italia, ha in diverse
sessioni avanzato interessanti proposte di marketing associativo, e mi
auguro che la Federazione ne tenga gran conto.
Benedetta Viganò, figliola primogenita del compianto Giorgio ( che tanta
parte della sua vita alla FIABCI dedicò), si è altrettanto ben messa in
luce.
La sottoscritta ( ritornata in FIABCI dopo esattamente venti anni ), cui
Enrico Campagnoli ha affidato il difficilissimo compito di implementare
i rapporti tra FIABCI e il mondo dell’ Accademia internazionale , farà
del suo meglio per mantenere l’ impegno preso, avendo accettato la
presidenza dell’ “ Education & Academic Committe “.
A una condizione, però : che i prossimi appuntamenti di dicembre non si
svolgano mai più a Bruxelles ( il prossimo appuntamento sarà, pare, a
Lisbona ) perché – dal punto di vista del social - il capitolo belga ha
fatto quest’ anno del suo meglio per performare al peggio.
Un cocktail party che così miserabile non mi capitava da decenni di
vederlo. Ressa, niente da mangiare, gomitate per prendere qualcosa da
bere, ma un Presidente dell’ ospitante capitolo belga il quale - almeno
da lontano , assomiglia un poco ad Alain Delon quarantenne, e che di
conseguenza si comporta - aspirando forse alla presidenza mondiale ,
arringava la folla ogni volta che il microfono gliene dava l’ occasione.
Un taaaaantinello antipatico, ma nella logica del “ good enought “
prevedo per costui una luminosa carriera. Parere personale, of course.
E una Cena di Gala , cui l’ “addobbo” dell’ Ambasciatore italiano a
Bruxelles , con relativa consorte , nessun valore aggiunto ha aggiunto .
L’ Ambasciatore non ha neppure preso il microfono per salutare i
delegati italiani, ha solo magnato, per poi scappare a un altro
appuntamento , eh, questo mese di dicembre è così pieno di appuntamenti
…– e così ha solo dato irritazione a tutta la delegazione italiana
presente alla Cena ( costo 130 euro) , allestita nel Salone ( ???) del
modestissimo “ Museo del Fumetto” . Costo della visita al Museo, 10
euro. E poi dicono dell’ Italia …
L’ Incoming President di FIABCI è un russo : si chiama Alex Romanenko,
parla un ottimo inglese ( a differenza, ahimè, di Enrico Campagnoli, che
della lingua possiede una buona struttura sintattica, ma sbaglia tutti,
dico tutti gli accenti) e ha un certo fascino personale. .
Vedremo che accadrà . Altrimenti, provate a indovinare . Semplice:
Hojotoho, Hojotoho,
Heiaha, Heiaha!