9 novembre 2010
		STATI GENERALI DELLE 
		COSTRUZIONI - MANIFESTAZIONE NAZIONALE IL 1° DICEMBRE 
		
		Il settore non può più attendere: -250mila occupati, +300% di utilizzo 
		ammortizzatori sociali, -20% di produzione
		A un anno e mezzo dagli Stati Generali delle Costruzioni, l’evento che 
		riunì insieme per la prima volta tutte le sigle delle organizzazioni 
		sindacali e delle associazioni delle imprese artigiane, delle 
		cooperative e di tutta la filiera delle costruzioni, per denunciare la 
		crisi, ma anche per proporre un modello di sviluppo basato sulla qualità 
		e la legalità dell’impresa e del lavoro, gli stessi soggetti sociali si 
		sono riuniti per lanciare un nuovo e pressante grido di allarme. 
		Il settore è piegato da una crisi senza precedenti: oltre 250.000 posti 
		di lavoro persi, oltre 300% in più di utilizzo ammortizzatori sociali, 
		oltre il 20% medio di riduzione delle produzioni nei settori dei 
		materiali da costruzione, circa 70 mld in meno di valore complessivo 
		delle produzioni. Se a questo si aggiunge l’inaccettabile danno causato 
		dai ritardati pagamenti della pa, con punte di ritardo anche di 24 mesi, 
		emerge un quadro di assoluta gravità.
		Durante tutti questi mesi, di fronte all’insufficiente politica 
		industriale a sostegno del settore, imprese, sindacati, cooperative, 
		artigiani e tutti gli attori della lunga filiera dell’edilizia hanno 
		denunciato più volte - a livello nazionale e su tutto il territorio - lo 
		stato di grande difficoltà del settore, ricercando un costante dialogo 
		con il governo e le amministrazioni pubbliche, sollecitando un 
		confronto, avanzando proposte concrete che hanno incontrato spesso il 
		favore bipartisan delle forze politiche.
		A questa azione, responsabile e propositiva, del mondo dell’edilizia non 
		ha ancora corrisposto un’efficace azione del Governo, né sul piano dei 
		provvedimenti adottati e delle risorse disponibili, né su quello del 
		coinvolgimento completo degli attori degli Stati Generali, visto che il 
		tavolo interministeriale dell’edilizia, che era stato insediato a 
		Palazzo Chigi nel luglio 2009, si è finora riunito una volta sola.
		Non possiamo protrarre ulteriormente un’attesa che ha già fatto molte 
		vittime in termini di perdita di posti di lavoro e di competitività del 
		Paese.
		Le imprese e i lavoratori dell’edilizia ritengono prioritario:
		1. sbloccare i pagamenti per le imprese che hanno SAL approvati e oggi 
		vincolati dal Patto di stabilità, anche per consentire alle stesse il 
		pagamento delle forniture e dei servizi utilizzati. Più in generale 
		allentare i vincoli dello stesso patto per gli enti virtuosi al fine di 
		finanziare prioritariamente interventi legati alla tutela e messa in 
		sicurezza del territorio, del patrimonio edilizio e dei beni culturali 
		ed artistici. 
		
		2. Rendere effettivamente disponibili, in termini di attribuzioni di 
		cassa, le risorse destinate dal CIPE alle priorità infrastrutturali, a 
		partire da quelle attribuite al programma di piccole e medie opere e 
		all’edilizia scolastica.
		
		3. Puntare su processi di semplificazione amministrativa rafforzando i 
		controlli di sicurezza e regolarità.
		
		4. Eliminare le penalizzanti distorsioni fiscali esistenti nel settore 
		immobiliare (ad esempio l’Iva sull’invenduto dopo 4 anni) nell’ambito di 
		una riforma del fisco orientata allo sviluppo e più equa per lavoratori, 
		imprese e cittadini.
		
		5. Rilanciare gli strumenti di investimento nelle infrastrutture e 
		nell’immobiliare. 
		
		6. Attivare strumenti di lotta all’illegalità e promuovere la 
		qualificazione con procedure esigibili e chiare in stretta 
		collaborazione con le imprese e i lavoratori, senza penalizzare la 
		quotidiana operatività delle imprese corrette.
		
		7. Estendere all’edilizia gli ammortizzatori sociali definiti per il 
		settore industria.
		
		Gli Stati Generali delle costruzioni chiedono al Governo e a tutte le 
		forze politiche di maggioranza e di opposizione un forte impegno di 
		rilancio delle costruzioni, a partire dalle priorità sopra indicate. 
		A sostegno di queste richieste i promotori degli Stati Generali delle 
		costruzioni indicono una Manifestazione Nazionale per mercoledì 1° 
		dicembre 2010.
		La Manifestazione, che vedrà la partecipazione di tutte le Associazioni 
		imprenditoriali e delle Organizzazioni Sindacali del settore edile, si 
		svolgerà in Piazza Montecitorio a partire dalle ore 10,30.
		
		
		Assoimmobiliare / Federimmobiliare - Comunicato 
		
		Roma, 9 novembre 2010 - A margine della riunione odierna in cui sono 
		stati indetti gli Stati generali dell’edilizia per denunciare il 
		profondo stato di crisi del settore, il Presidente di Assoimmobiliare e 
		Federimmobiliare, Gualtiero Tamburini, ha dichiarato: “aderiamo convinti 
		alla manifestazione del 1° dicembre nella certezza che senza una 
		politica industriale per l’edilizia e l’immobiliare sarà assai difficile 
		uscire dalla crisi. Costruzioni e servizi immobiliari” ha continuato 
		Gualtiero Tamburini ”rappresentano più del 15% dell’economia e oltre la 
		metà degli investimenti fissi del Paese. Se si vuole seriamente mettere 
		mano al degrado ambientale, alle carenze infrastrutturali e alla 
		necessità di rigenerazione delle città, è necessario indurre i capitali 
		privati, nazionali ed internazionali, anche con veicoli di investimento 
		moderni come i Fondi immobiliari e le Siiq, a investire per avviare un 
		volano formidabile per lo sviluppo economico senza costi per lo Stato. È 
		per questo” ha continuato Gualtiero Tamburini “ che manifesteremo anche 
		noi assieme agli altri componenti della filiera.”