Editoriali |
Fondi Immobiliari, non resta che attendere? |
28 settembre 2010 di Paola G. Lunghini Sala piena con solo comodi posti in piedi e pubblico delle grandi occasioni il 28 settembre a Milano, per il Convegno su “Fondi Immobiliari : solidità, sicurezza, rappresentatività e partecipazione. Le ragioni alla base delle scelte degli investitori” organizzato congiuntamente da Assogestioni e IPD. C’erano rappresentanti della comunità finanziaria di riferimento di Assogestioni, esponenti della real estate community, molti avvocati specializzati nel real estate, docenti universitari, etc. Tra i nomi notissimi: Vittorio Annoni, Country Manager di Aberdeen Asset Management Italia, Roberto Benaglia, Presidente del Comitato Scientifico di EIRE Guido Inzaghi, Partner DLA Piper Aldo Mazzocco, AD di Beni Stabili, Marco Plazzotta, a capo di RAS Immobiliare, Gualtiero Tamburini, Presidente Federimmobiliare, Lisette Van Doorn, Country Manager ING REIM e – udite udite - Carlo Alessandro Puri Negri ( non occorre dire chi è), apparso in ottima forma. Tutti ad ascoltare la presentazione del Rapporto semestrale Assogestioni-IPD sui Fondi Immobiliari italiani, a cura di Luigi Pischedda ( IPD) e Alessandro Rota ( Assogestioni) . Vi sono stati poi gli interventi di Antonio Alvarez ( Aberdeen Property Investors Indirect IM) e Matteo Bertolini ( Credit Suisse Securities Europe) ; e la Tavola Rotonda, cui partecipava tra gli altri Anna Pasquali, AD di Beni Stabili Gestioni SGR. Ma la vera “ star” della mattinata era Alessandro Rivera, della Direzione IV del MEF ( Ministero Economia e Finanze) . Da lui infatti la platea si attendeva notizie circa il Regolamento annunciato dall’ ormai stranoto DL 78/ 2010 (modifiche della normativa che regolamenta i Fondi Immobiliari) . Regolamento che , previsto entro trenta giorni dalla data di conversione del DL 78, avvenuta a fine luglio , non è stato ancora emanato ora che ne sono passati 60, e che “forse sarà pronto forse” tra un paio di settimane.. ( «Assunto che il DL 78/2010, tra gli altri concetti, è evidentemente ispirato a introdurre elementi sanzionatori -appunto, l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 5% o del 7% ai Fondi che non rispettano i requisiti di “pluralità” e “autonomia”- ma non definisce, con altrettanta puntualità, i criteri di concreta applicazione delle nuove disposizioni, risulta evidente come detta manovra risulti essere stata dettata da criteri di urgenza in merito a recupero di gettito, prima ancora che di urgenza in merito alla regolamentazione del settore» aveva con forza sottolineato Assoimmobiliare al termine del Forum di Scenari Immobiliari, l’ 11 settembre scorso ). Perché tanto imbarazzante ritardo? « La delega regolamentativa ci mette in non poche difficoltà», ha esordito Rivera. «E’ la prima volta infatti che ci viene chiesto di intervenire sul diritto civile, ma con finalità fiscale». Il Dirigente del MEF (afflitto dalla preoccupazione di parlare il più possibile a lungo, ma anche da quella di dire il meno possibile) si è poi addentrato in una serie di considerazioni tecniche circa i delicati “ snodi” da affrontare: pluralità, finalità e autonomia. Dietro a queste parole cos’ semplici, però, sta il “ terremoto” che sta agitando tutta l’ industria dei Fondi immobiliari italiani (le cui attività, così come sono state censite da Assogestioni, ammontano a 38 miliardi di euro). Un commento per tutti ( tratto ancora dal Forum di Scenari Immobiliari, ut supra ) si deve a Roberto Brustia , Partner Studio Legale e Tributario CBA : «Nonostante gli sforzi che si stanno facendo per migliorare una disposizione la quale, nella versione originaria, risultava evidentemente imprecisa, la stessa rimane viziata da un inaccettabile criterio, quello dell’applicazione di nuove imposte che operano in forma di “sostanziale retroattività”. Inoltre, l’abrogazione dell’esenzione dall’applicazione della ritenuta sui proventi distribuiti agli investitori esteri, nonostante la previsione di una disposizione transitoria e il mantenimento della citata esenzione per alcuni di questi investitori, quali i fondi pensione e gli organismi di investimento collettivo del risparmio esteri, modificando negativamente e sostanzialmente il quadro normativo in forza del quale tali investitori hanno già effettuato rilevanti investimenti immobiliari in Italia attraverso lo strumento Fondo Immobiliare, contribuisce a rafforzare le perplessità circa la complessiva stabilità del quadro normativo del nostro Paese».
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