Editoriali |
Mercato immobiliare e crisi economica |
3 settembre 2010 di Achille Colombo Clerici, Presidente di Assoedilizia (intervento al Workshop Ambrosetti sull'economia) Sinora valori e investimenti immobiliari hanno mostrato una certa tenuta. Non certo sostenuti dalla presenza di una adeguata domanda: tanto nel settore della compravendita, quanto in quello della locazione. Cio' è dovuto viceversa principalmente al fatto che i proprietari immobiliari non hanno dato luogo ad una massiccia dismissione degli investimenti, sia per una propensione a resistere, sia perche' non ancora necessitati. Fino a quando potra' mantenersi questo stato di cose? Nel campo della locazione, in particolare, si registra un vistoso calo della domanda sia per il settore abitativo, sia soprattutto per quello della locazione ad uso commerciale/uffici. L'offerta d'altronde, nelle grandi citta', ma anche nei centri della provincia, va ulteriormente incrementandosi, anche in virtu' dell'afflusso della nuova produzione edilizia iniziata negli anni trascorsi ed attualmente in fase di ultimazione. La locazione commerciale versa in particolare stato di sofferenza. È in calo la domanda derivante dall'apertura di nuovi esercizi, e sempre più frequenti intervengono le chiusure. E gli immobili, tanto abitativi quanto commerciali, che si liberano non si riescono a riaffittare; mentre si continuano a pagare sugli stessi le imposte e le spese di gestione e manutenzione. Gli esercizi in attivita' trovano molto più spesso problemi nel pagamento dei canoni di locazione: le insolvenze ed i fallimenti sono in preoccupante aumento. Questo stato del conduttore si trasforma in un vero disastro economico per il proprietario locatore che, pur non percependo i canoni, magari per anni ( cio' succede in presenza di un fallimento, senza che neppure si possano liberare i locali) deve continuare a pagare le imposte; sicche' il fallimento del conduttore rischia di "comunicarsi" anche al locatore. Una iniquita' vera e propria che colpisce, penalizzandola, una forma di investimento (quella negli immobili destinati alla locazione commerciale) socialmente utile, soprattutto in questa congiuntura economica; perche' costituisce un finanziamento indiretto alle piccole aziende ed agli esercizi commerciali che diversamente si troverebbero nella necessita' di dover acquistare i locali in cui esercitare l'attivita'. D'altronde la legislazione fiscale, particolarmente punitiva verso la locazione commerciale e quella ad uso terziario ( tassazione piena senza agevolazioni di sorta, cui si aggiungono le iniquita' fiscali prima segnalate), produce come conseguenza il fatto che l' enorme peso fiscale tende a scaricarsi sui canoni di locazione, aggravando dunque i costi sopportati dai conduttori: pensiamo agli affitti che debbon pagare i negozianti ed i professionisti (il 60 e più per cento se ne va in tasse pagate dal locatore). Anche se ora si introdurra' la cedolare secca (che riguardera' una parte esigua delle locazioni abitative: da persona fisica a persona fisica e fuori dall'esercizio di commerci, arti o professioni) l'impatto nei bilanci delle famiglie che tengono i risparmi investiti anche in immobili commerciali e terziari in locazione, proprio per il permanere di un regime fiscale oppressivo nei confronti degli stessi, non sara' tale da permettere un calmieramento dei canoni di questi ultimi ed il conseguente effetto benefico di sostegno alle attivita' economiche,svolte dai conduttori. Urgono misure di razionalizzazione e di perequazione della fiscalita' immobiliare e segnatamente occorre:
Permanendo viceversa
l'attuale serie di condizioni negative, la crisi economica avra'
riflessi pesantissimi ( che si manifesteranno con una sfasatura
temporale di 2-3 anni rispetto ai tempi della crisi stessa) sul settore
immobiliare: una dismissione da parte della "proprieta' diffusa"
causerebbe, quale effetto concatenato, il crollo dei valori e degli
investimenti negli immobili e nel settore delle costruzioni private ed
un grave depauperamento di tutto il sistema economico » . |