25 maggio 2010
(a cura dell’Ufficio
Comunicazione di Assoimmobiliare)
La manovra finanziaria che il Governo si appresta a varare prevede, tra
le numerose misure volte al contenimento della spesa pubblica,
all’emersione del sommerso ed a colpire i fenomeni elusivi, alcuni
provvedimenti che interesseranno l’industria del risparmio legata ai
fondi immobiliari.
Tra questi la previsione di una patrimoniale secca dell’8% da calcolarsi
sulla media dei valori netti del fondo risultanti dai prospetti
semestrali redatti nei periodi di imposta dal 2007 al 2009, da versarsi
in tre tranches.
Lo scopo corretto di contrastare il fenomeno dei fondi immobiliari
“elusivi “, infatti, che si connotano per la ristretta base
partecipativa e che, nella terminologia comune, sono conosciuti come
“fondi familiari”, non può giustificare un intervento generalizzato su
una parte importante del risparmio.
L’ industria immobiliare dei fondi immobiliari è oggi rappresentata,
nella sua maggior parte, da fondi immobiliari sottoscritti da soggetti
istituzionali, quali casse di previdenza, i fondi pensione italiani ed
esteri, oltre a numerosi fondi istituzionali che rappresentano il
risparmio collettivo di tanti risparmiatori.
I fondi istituzionali sono la dimostrazione della crescita del settore
in termini di capacità di trasformare un mercato grigio e sommerso in un
mercato caratterizzato da trasparenza e da una crescita delle
transazioni internazionali . Infatti l’Italia e’ cresciuta nell’indice
di trasparenza in modo significativo, piazzandosi entro i primi 20 Paesi
del mondo.
Con l’introduzione di una patrimoniale secca dell’8%, questo cammino di
crescita sarebbe interrotto; inoltre la patrimoniale rappresenta una
tassa retroattiva che colpisce i risparmiatori.
Assoimmobiliare, dunque, chiede che la previsione della patrimoniale
debba essere precisata e limitata ai soli Fondi familiari o a quelli che
elusivi, come già definiti nella finanziaria del 2008. Diversamente
l’introduzione di questa misura avrebbe anche l’effetto di colpire le
tasche dei risparmiatori italiani, oltre a:
i) scoraggiare l’afflusso degli investitori esteri che, a differenza
degli investitori speculativi/opportunistici, hanno effetti positivi sul
sistema in quanto tendono a stabilizzare il mercato degli affitti e a
migliorare la qualità e la conservazione dello stock immobiliare, in
virtù di maggiori risorse investite nella manutenzione;
ii) limitare l’offerta di prodotto qualificato e di dimensioni idonee a
favorire la circolazione e la liquidità degli investimenti (i fondi
immobiliari italiani risultano mediamente di dimensioni più ridotte
rispetto a quelle dei Fondi europei);
iii) messa in pericolo della prosecuzione delle attività della maggior
parte delle Società di Gestione del Risparmio. E’ significativo come
nessun operatore italiano figuri tra i primi 10 gestori a livello
europeo;
iv) arrestare la crescita del comparto dei fondi immobiliari che,
secondo le nostre stime, in assenza di provvedimenti ostativi potrebbe
raddoppiare la massa gestita nei prossimi due anni a vantaggio della
trasparenza.