11 maggio 2010
		Non sono giorni felici per 
		l’economia, tra crisi greche e borse isteriche, speculazioni e consumi 
		contratti. Dall’ottimismo indotto a suon di sorrisi privi di sostanza si 
		è passati, almeno pare da tutte le parti, che sia politica o 
		imprenditoria, all’ora delle strategie e del pragmatismo. La crisi c’è, 
		ci siamo dentro e far finta di niente non è servito altro che a 
		inasprirla. Stabilire piani d’azione e di contrasto significa sperare 
		invece di porvi fine.
		
		Chiudendo la conferenza stampa indetta da ANCE Lombardia (Associazione 
		Regionale dei Costruttori Edili) per presentare il quarto Rapporto 
		congiunturale sull’industria delle costruzioni in Lombardia, Luigi 
		Colombo, Presidente di ANCE Lombardia ha proprio invocato un serio piano 
		strategico che faccia fronte all’indiscutibile crisi in cui anche 
		l’industria delle costruzioni ristagna :“Sicuramente l’edilizia è in 
		crisi, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per rilanciarla”.
		
		Aiuto di tutti significa secondo ANCE rilanciare la politica delle 
		infrastrutture, riprendere il dialogo con Ie istituzioni e ridiscutere 
		il patto di stabilità; e rilanciare il finanziamento degli istituti di 
		credito e l’industria di qualità, che in tempi di crisi è l’unica che si 
		riesca a vendere (le carestie obbligano alla lungimiranza e la crisi 
		potrebbe educarci alla visione di lungo periodo).
		
		Dai dati presentati dall’attento studio di Antonio Gennari e Gianluigi 
		Coghi, Direttore e Coordinatore del Centro Studi ANCE, risulta una 
		situazione di forte difficoltà precedente la crisi economica cui gli 
		effetti di questa vanno ora a sommarsi.
		
		Tra il 2008 e il 2010 gli investimenti in edilizia hanno perso il 18% a 
		livello nazionale. Nel solo 2009 la Lombardia ha visto scomparire l’8,4% 
		degli investimenti, mentre sempre in Lombardia, negli ultimi tre anni si 
		son perse il 31,8% delle compravendite, contro il -27,9% del dato 
		nazionale.
		
		Le stime per il 2010 parlano di un calo produttivo tra il -3% e il 
		-3,8%, la forbice è data dagli effetti che il Piano Casa 2 sarà capace 
		di sortire.
		
		ANCE sottolinea che una parte di questa crisi del comparto edilizio è 
		attenuata (per non dire nascosta sotto il tappeto) dallo sconfinato uso 
		di ore di cassa integrazione cui le imprese hanno fatto ricorso nel 
		corso dell’ultimo anno; solo la Lombardia registra un +156% rispetto al 
		+89% nazionale.
		
		Altra batosta arriverà dalla legge finanziaria in cui è prevista una 
		riduzione dei finanziamenti alle infrastrutture del 7,8%.
		
		Nel 2009 la Lombardia dell’Expo ha visto ridursi il valore dei bandi di 
		gara del 33,4%.
		
		Due i dati positivi in questo mare nero: il recupero abitativo, 
		investimento poco diffuso in Italia che cresce grazie anche alla 
		crescita delle agevolazioni fiscali, e gli infortuni sul lavoro che 
		diminuiscono del 6/15%.
		
		Anche se l’oscillazione del dato è un effetto di quel massiccio ricorso 
		alla cassa integrazione di cui si è detto, resta comunque una buona 
		notizia.
		
		(Lorenzo Taini)