di Saira Malik, CIO di Nuveen
Gli investitori sono fiduciosi che il 2024 vedrà almeno un taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve statunitense.
Detto questo, date le valutazioni azionarie già elevate, potrebbe esserci meno spazio per il rally. Riteniamo possa essere opportuno incrementare la propria allocazione di portafoglio su aree che sono rimaste indietro rispetto al mercato in generale a causa della loro ciclicità e sensibilità ai tassi d’interesse. Sebbene ci aspettiamo persista un contesto di tassi d’interesse “più alti più a lungo”, alcuni segmenti azionari potrebbero essere ben posizionati per una ripresa, una volta migliorata la fiducia nelle tempistiche e nell’entità dei tagli dei tassi.
A nostro avviso, gli investitori dovrebbero prestare attenzione a esposizioni eccessivamente sottopesate sulle small cap statunitensi e sul real estate quotato, con l’obiettivo di incrementare l’esposizione in vista di un possibile rimbalzo quando la Fed finalmente allenterà la politica monetaria.
Le small cap USA continuano a presentare valutazioni interessanti rispetto alle large cap, con il rapporto P/E forward dell’indice Russel 2000 ai minimi degli ultimi 22 anni rispetto all’indice Russell 1000. Inoltre, secondo le stime degli analisti, nel 2024 gli utili delle società più piccole dovrebbero crescere più velocemente. Questo aspetto è particolarmente importante perché la crescita degli utili societari è stato il principale motore dell’apprezzamento delle azioni nel lungo periodo, una tendenza che dovrebbe continuare con la graduale normalizzazione dell’inflazione e dei tassi d’interesse. Infine, tradizionalmente le small cap hanno sovraperformato le large cap dopo l’avvio da parte della Fed del ciclo di riduzione dei tassi (grafico). Con almeno un taglio previsto entro la fine dell’anno, le small cap potrebbero vedere un punto di inflessione.
I titoli immobiliari quotati in borsa, come i Real Estate Investment Trust (REIT), sono stati tra le asset class colpite più duramente dal ciclo di inasprimento della Fed, incominciato a marzo 2022. Dato l’elevato ricorso all’indebitamento rispetto ai titoli azionari in generale, tra metà aprile 2022 e fine ottobre 2023 i REIT hanno subito un drastico calo (-21%), come misurato dall’indice FTSE Nareit All Equity REIT. Tuttavia, tradizionalmente i REIT hanno garantito forti rendimenti relativi in contesti di tassi costanti e in calo. Durante gli ultimi due mesi del 2023, con la pausa della Fed e le aspettative del mercato per i tagli dei tassi al massimo, i REIT hanno registrato un rendimento del +22%. Al contempo, nonostante i fondamentali stabili dei REIT e valutazioni generalmente favorevoli, le allocazioni degli investitori al settore immobiliare sono al livello più basso dalla crisi finanziaria globale del 2008, come riporta una recente indagine della Bank of America che ha coinvolto gestori di fondi globali. La portata di questa sotto ponderazione potrebbe essere un potenziale segnale contraria per un incremento dell’esposizione a questo settore.
Nella foto, Saira Malik