Nel white paper “The future of work”, IWG – gruppo mondiale di spazi di lavoro flessibili presente in Italia con i brand Regus, Copernico, Spaces, Signature e HQ – riflette sui trend del mondo del lavoro per il 2023. Un mondo già fortemente influenzato dall’avvento del lavoro ibrido e dove ci si possono aspettare ulteriori cambiamenti determinati dall’innovazione e dalla tecnologia, oltre che da nuove correnti di pensiero legate ai temi della sostenibilità, della produttività e del recruitment. Di seguito alcune delle evidenze principali.
I risultati contano più delle ore di lavoro. Nel mondo post Covid la mentalità delle aziende sta cambiando. Ci si focalizza sui risultati e sul raggiungimento degli obiettivi piuttosto che sulle ore trascorse al lavoro. Una situazione che ha portato anche a sperimentare nuovi modelli organizzativi, tra cui la settimana di 4 giorni lavorativi. Secondo un sondaggio di IWG, il 55% dei professionisti della generazione Z si aspetta addirittura che possa diventare la norma nei prossimi anni.
“Lavorare da dovunque si voglia” diventa una policy sempre più diffusa. Si stima che i nomadi digitali nel mondo siano già più di 35 milioni. Un numero destinato a crescere se si considera che sono sempre più le aziende che stanno offrendo questa policy e che secondo gli ultimi studi di IWG, due terzi dei lavoratori ritiene che poter scegliere dove lavorare possa migliorare le performance.
Le piccole città diventano sempre più attrattive. I sondaggi evidenziano sempre più quanto le persone vogliano lavorare vicino a dove vivono. Una recentissima indagine di IWG sulla generazione Z (che entro il 2025 rappresenterà più di un quarto della forza lavoro mondiale) rivela che l’85% vuole lavorare vicino a casa. Allo stesso tempo le aziende sono sempre più propense a optare per modelli “a raggiera”, ovvero per sedi centrali più contenute affiancate da più sedi satellite, ubicate in prossimità delle aree di residenza della forza lavoro.
Gli spazi di lavoro diventano sempre più sostenibili. La sostenibilità è in cima all’agenda delle aziende di tutto il mondo. Chi è proprietario di uno spazio di lavoro si sta adoperando per apportare le migliorie necessarie a renderlo il più sostenibile possibile, chi deve sottoscrivere un affitto opta per soluzioni con il minor impatto ambientale. L’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati saranno centrali per lo sviluppo di spazi funzionali e a impatto ridotto.
Alcune aziende iniziano a introdurre il Chief Purpose Officer. Avere un “purpose” sarà sempre più importante. Un terzo dei lavoratori della generazione Z lascerebbe il lavoro se i valori aziendali non rispecchiassero i propri. La responsabilità ambientale e sociale, in particolare, è centrale per questi professionisti. Sembrano pensarla allo stesso modo anche gli investitori finanziari: gli asset ESG sono cresciuti del 30% negli ultimi 5 anni.
I benefit e la formazione sono essenziali per trattenere i talenti. Un recente studio IWG rivela che per il 70% degli impiegati del Regno Unito il pacchetto dei benefit offerti dall’azienda per la quale si lavora riveste un ruolo di crescente importanza. Ugualmente un sondaggio che ha coinvolto 1000 responsabili HR negli Stati Uniti sottolinea come l’88% ritenga che il turnover possa essere ridotto con benefit più appetibili. La formazione e il “re-skilling” rappresentano un incentivo ugualmente importante per rimanere in un’azienda.
Molte persone iniziano ad avere più di un lavoro. Sono sempre di più i lavoratori che contano su più flussi di entrate, spesso derivanti da occupazioni diverse. Allo stesso modo molte grandi aziende stanno iniziando a pensare a “lavori a progetto” anziché basati sul ruolo, con una forza lavoro che comprende dipendenti full time e supporto da parte di lavoratori free lance.
Fonte : Company