di Paola G. Lunghini
Giornata di grandi emozioni, il 7 dicembre!
Mentre a Roma l’illustre e dotto amico Beppe Roma, DG del Censis, presentava il “46° Rapporto ” dell’ Istituto sulla situazione del Paese ( a parte quanto pubblicato dalla Stampa trovate tutto su www.censis.it) , a Milano il Sindaco Giuliano Pisapia conferiva gli “ Ambrogini d’Oro” ai nuovi “ cittadini benemeriti”. In clima di gazzarra.
Nelle stesse ore Manfredi Catella ( alla guida di Hines in Italia) dava inizio – insieme ai circa 1.500 ospiti all’ uopo invitati – alla Cerimonia di consegna alla cittadinanza della nuova Piazza di Porta Nuova , disegnata dall’ archistar argentino Cesar Pelli insieme al paesaggista italiano Land , e intitolata a Gae Aulenti : architetto che , recentemente scomparsa, ha certamente lasciato un apprezzabile segno nella cultura dell’ architettura italiana del mondo.
Faceva un freddo intenso, ma il clima era di caldissima gioia.
Nel pomeriggio, andava in scena alla Scala il wagneriano Lohengrin diretto dal Maestro Daniel Barenboim.
Ci sono, a volte, delle coincidenze strane : la più strana delle quali è una non poca somiglianza fisica tra lo sguardo e il sorriso del bel Manfredi e quello del fascinoso tenore tedesco Jonas Kaufmann , il Lohengrin scaligero, appunto.
E allora, nella notte del 7 dicembre – causa forse la fatica della giornata – il bel Manfredi assumeva in un mio sogno le fattezze del Lohengrin: compariva infatti nella spianata sulla Schelda vestito della lucente argentea armatura della tradizione, il vascello trainato dal Cigno ( cosa che ahimè nell’ attuale versione scaligera non c’è, e questo a parer mio è un vero scempio), mentre Kaufmann, in smilzo cappotto e sciarpa nera, porgeva al Sindaco Pisapia le forbici per il taglio del nastro della Piazza di Porta Nuova.
Ma adesso andiamo con ordine, come si dice nel linguaggio giornalistico più bieco.
Porta Nuova: i numeri li conoscono tutti da anni , ma li ripeto.
Il progetto sta consentendo appalti per circa 800 milioni di euro. Sono a oggi coinvolte oltre 100 aziende di produzione e fornitrici ( 80% sono italiane ) ; oltre dieci imprese generali di costruzione , incluse cooperative, tutte italiane; oltre 30 primari produttori italiani attivi nel settore del design degli arredi e interni; oltre 25 mila addetti nell’ indotto diretto; e sei mila maestranze in tutto l’ arco temporale del progetto ( che prevede investimenti pubblico/ privati per oltre due miliardi di euro).
Tutto procede- nonostante la crisi – secondo cronoprogramma.
La Piazza: ha 80 metri di diametro, per una superficie complessiva di 2.300 metri quadrati, ed è in ardesia.
Al centro, tre fontane circolari emergenti da un velo d’ acqua, e circondate da una “ panchina scultura “ tondeggiante, lunga oltre un centinaio di metri. Intorno, porticati cui si affacceranno – dal 2013- le vetrine di importanti griffe. Inutile parlare della eco sostenibilità : c’è tutta, e la diamo per scontata.
Su tutto troneggiano le imponenti e luccicanti Tower ( quella dell’ UniCredit verrà “ presentata alla Stampa” il prossimo 14 dicembre, dato il trasloco in corso dalle varie sedi cittadine del gruppo bancario ).
Ma ciò che forse più conta è il fatto che la Piazza congiunge perfettamente due quartieri storici della nostra città, Brera e l’ Isola, da sempre divisi e d’ ora in avanti connessi da un “ pratico” sistema pedonale . Cui si aggiungerà a breve il nuovo Parco dei “Giardini di Porta Nuova” ( 85 mila metri quadrati) , che sarà intitolato alla memoria della giornalista russa Anna Politkovskaja , assassinata nel 2006 i in misteriose circostanze-
La Piazza è leggermente ( sei metri ) sopraelevata rispetto al filo stradale , e la “ rampa” che dalla Piazza scende verso corso Como ospiterà sino al 6 gennaio – idea geniale – una “ mostra “ di straordinari scatti fotografici di Gabriele Basilico e Marco Garofalo : una testimonianza del progetto sino dalle sue origini, a oggi. Bellissima, e da vedere.
Che bravo che è Manfredi.
Il quale Manfredi ha dato inizio alla Cerimonia ricordando le persone che “ a- e –per” Porta Nuova hanno lavorato, e che non ci sono più. Mi sono venute quasi le lacrime agli occhi quando ha ricordato il nome di suo padre, Riccardo … sino a Guido Martinotti, famoso sociologo urbanista, improvvisamente scomparso pochi giorni orsono.
Jerry Hines, il fondatore ( 86 anni compiuti se non erro, ma non li dimostra ) del Gruppo che porta il suo nome, ha espresso entusiastiche frasi di complimenti, e cenni di grande stima e fiducia nella nostra ciittà e nel nostro Paese. Altrettanto entusiasticamente ( «quelli passati sul progetto di Porta Nuova sono stati i dieci anni più belli della mia vita» ) si è espresso Gregg Jones, architetto “ interno” del Gruppo.
Poi, la sfilata delle Autorità , tra cui l’ assessore all’ Urbanistica del Comune di Milano Ada Lucia De Cesaris – che da un qualche tempo è divenuta presenzialista che di più non si potrebbe, si vede che il ruolo sta incominciando a piacerle… ) , pochi minuti per ciascuno e poi, via di nuovo al coro delle Voci Bianche dell’Orchestra Verdi : decine di bambini che hanno aggiunto un tocco di dolce lievità natalizia alla bellissima Cerimonia, conclusasi con un brindisi.
Visti sul palco e in Piazza numerosi archistar ( tra cui Paolo Caputo, Andreas Kipar, Cino Zucchi …), alcuni esponenti della passata amministrazione milanese ( tra cui Gianni Verga, Carlo Masseroli e Salvatore Carrubba…) , e anche – nonostante la giornata per Milano festiva – diversi esponenti della real estate community.
Che bravo che è Manfredi. Davvero.
NOTA: un regista perlomeno discutibile ( per usare un eufemismo ) , e uno scenografo/ costumista idem ( entrambi secondo me da mettere a penitenza tutte le sere che Dio manda in terra ) NON sono – la sera del 7 dicembre alla Scala – riusciti a rovinare il Lohengrin. Che è opera tra le più belle e amate di Wagner anche in Italia. In effetti, la Prima si è presa ben 15 minuti di applausi (sonori fischi indirizzati ai due signori ut supra) …
A me, che conosco discretamente l’ Opera ( la vidi tra l’ altro alla Scala , nella mitica edizione del 1981, Direttore Claudio Abbado e protagonista Placido Domingo), la diretta su RAI 5 ha procurato non poche emozioni. Tutte legate alla bravura degli interpreti, alla perfezione dell’ orchestra e del coro, e alla direzione del Maestro Barenboim.
Eccezionali il tenore Kaufmann ( sublime nel “ racconto-agnizione” alla fine del terzo atto, e affascinante sempre per talento e prestanza) e la “ sostituta della sostituta”, la bella e burrosa Annette Dasch, ormai ugola d’oro da leggenda.
Molto bene anche gli altri co-protagonisti ( ma, signori, lo sapete o no che “ cantare e suonare molto bene “ alla Scala sarebbe un obbligo e non un optional ???)
Discreta la diretta televisiva: tenuto conto che l’ esperimento era iniziato solo l’ anno passato , ci sono comunque evidenti aree di miglioramento ( tra cui, a mio giudizio, la sostituzione dei noiosissimi “ telecronisti”).
Della regia e coreografia altro non dico. Dico solo che trasporre una storia di incanto – che si svolge sulle rive della Schelda nell’ alto medioevo- in un interno borghese tipo I Buddenbrook ( romanzo-capolavoro di Thomas Mann , ndr), non ha senso alcuno. Dico solo che far cantare Lohengrin ed Elsa di Bramante con tanto di continuo pediluvio in un canneto lacustre anzicchè nella “ stanza nuziale” è ridicolo. Potrei proseguire con molte altre amenità ( un semidio che si cala sulla terra in istato di evidente epilessia, etc) ma risparmio le parole. Vestire Elsa con la copia esatta dell’ abito bianco di Angelica nel grande ballo del Gattopardo non è un “ omaggio” al film con la regia di Luchino Visconti, ma una scopiazzatura bella e buona. Cui si aggiunge l’esatta copia speculare dell’ abito, ma in nero, indossato dalla “perfida Ortrude”. Un “omaggio” anche questo, a Odette-Odile del Lago dei Cigni di Tchaikovsky ( visto che il Cigno lì alla Scala non c’era)?
Concludo dicendo solo che togliere il Cigno al Lohengrin è come “ tagliare “ Virgilio a Dante: scusami, sai, caro, ma ora c’è google earth e tu non mi servi !
Che tristezza!