di Francesco Tedesco (*)
Si è conclusa ieri mercoledì 17 maggio, a Milano, la seconda edizione di MAPIC ITALY, l’evento dedicato al Retail Real Estate che si propone quale principale punto d’incontro per gli operatori del mercato immobiliare commerciale, per i retailer e per gli investitori interessati a proprietà ed aree commerciali.
La due giorni ha accolto in una atmosfera effervescente e vivacemente chiassosa circa 1.500 partecipanti provenienti da 35 Paesi, di cui 550 etailer nazionali e internazionali (erano 450 l’anno scorso) e Reed Midem, la società organizzatrice, può a buon titolo parlare di un grande successo.
La sensazione, approcciando la sede dell’evento presso il Superstudio Più di Via Tortona, è infatti di trovarsi in una impareggiabile arena per il business che facilita al massimo l’incontro tra gli operatori del settore, costantemente impegnati in una frenetica attività di “networking” che colpisce.
Molto apprezzata anche la ricca offerta culinaria proposta all’interno dell’evento: del resto il grande tema di questa edizione di MAPIC ITALY è stato proprio il “Food & Beverage”, e non poteva essere diversamente.
«Il “Food & Beverage” arricchisce l’esperienza vissuta nelle Retail destination da parte dei visitatori ed è la direzione verso cui puntare per aumentarne l’attrattività» ha riassunto Pierre Marin, CEO di JJL Italy, nel corso di uno convegno di MAPIC ITALY. Anche secondo Alessandro Mazzanti, CEO di CBRE in Italia , «il “Food & Beverage” è sempre più importante per attrarre i consumatori nei centri commerciali in una logica slegata dal semplice acquisto di un prodotto».
Oltre ad alcuni incontri che hanno permesso di conoscere i nuovi player del “Food & Beverage”, il tema è stato ampiamente dibattuto nel corso di molti convegni, tra cui uno dal titolo “FOOD & BEVERAGE: IL NUOVO TERRENO D’AZIONE PER I PLAYER INTERNAZIONALI DEL SETTORE RETAIL PROPERTY”.
Secondo i dati mostrati da CBRE ed estrapolati dall’analisi delle molte gallerie commerciali gestite dalla Società in Italia, la tendenza degli ultimi anni all’interno dei Centri Commerciali sarebbe una crescita di “steak house”, ristoranti sushi e ristoranti asiatici a discapito dei ristoranti tradizionali che sarebbero invece in decrescita.
Il CEO di CRBE ha comunque rassicurato gli operatori: «il livello dei consumi degli italiani è quasi tornato ai livelli di 10 anni fa. Gli acquisti delle famiglie nel 2016 si sono attestati a poco meno di 300 miliardi di euro, appena un 10% in meno rispetto ai 330 miliardi del 2007» ha reso noto Mazzanti. «Nonostante il lungo ciclo di crisi i dati che abbiamo raccolto mostrano che la presenza dei Retailer stranieri negli ultimi dieci anni è aumentata di circa dieci punti percentuali, dal 26% al 35%. Questo significa che l’Italia è rimasta un mercato attrattivo nonostante la crisi. A fare la parte del leone sono state le grandi catene straniere a discapito di Retailer più piccoli e locali. Negli scorsi anni abbiamo visto arrivare Retailer come Apple, Banana Republic, KFC, GAP, Primark e Abercrombie & Fitch. Moltissimi altri vorrebbero entrare in Italia ma ancora non riescono a trovare gli spazi che vorrebbero».
Massimo Moretti, Presidente di CNCC, si è detto particolarmente “arrabbiato” di questo aspetto: «in Italia ci sono opportunità molto interessanti da cogliere, è incredibile che molti Retailer internazionali facciano fatica ad affacciarsi. Dobbiamo saper comunicare meglio e creare nuovi rapporti con loro, in una continua logica di evoluzione del mercato».
Le premesse per un cambio di passo tuttavia ci sono e Joachim Sandberg, Executive Partner & Head of Italy & Southern Europe Region di Cushman & Wakefield ha ricordato che in Europa si guarda al futuro con positività . «Gli investimenti immobiliari in Europa hanno raggiunto nel 2016 livelli record supportati dalla grande disponibilità di capitali e dal “gap” molto alto tra rendimenti immobiliari e rendimenti dei titoli di stato. Dopo un lungo periodo di difficoltà e incertezza, stiamo entrando in una nuova fase del ciclo». Bisogna quindi capire se anche l’Italia è pronta per questa fase.
Alcune problematiche che ancora preoccupano gli operatori sono la progressiva chiusura dei Centri Commerciali di minori dimensioni e la lentezza dei percorsi burocratici che rallentano proprio quei progetti di ampliamento e ristrutturazione degli Shopping Centers che cercano di rinnovarsi e cambiare pelle.
«La progressiva scomparsa dei piccoli Centri Commerciali è una tendenza che si allargherà anche ai Centri di maggiori dimensioni?» ha domandato Guglielmo Pelliccioli, Fondatore de “Il Quotidiano Immobiliare”.
«Il Capitalismo è una distruzione creativa che va incontro alle esigenze del consumo» ha profetizzato Mazzanti. «I piccoli centri sono destinati a scomparire e ci auguriamo che vengano sostituiti da nuove idee innovative, rispettose dell’ambiente e delle nostre città, in grado di soddisfare la richiesta dei consumatori».
Concorde su questa visione anche Edoardo Favro, AD di Gallerie Commerciali Italia, secondo cui «lo sviluppo dei nuovi progetti sarà quello che il cliente ci chiede. Oggi il cliente è il “dio assoluto” delle scelte future. L’imperativo per non chiudere i cancelli, anche per i Centri Commerciali più piccoli, è parlare con i clienti e proporre nuove idee attrattive e innovative che siano di interesse per il territorio».
«L’Italia è un mercato maturo e fare sviluppo in questi mercati non è mai facile» ha commentato José María Robles, General Director Property Management Italy di Sonae Sierra. «Inoltre in Italia abbiamo una pesante burocrazia che rallenta i tempi di risposta della nostra industria alle richieste dei consumatori. Oggi il tempo è sempre più fondamentale e le persone non vogliono più “comprare”, ma vogliono “fare”. Un aspetto -questo- che impatta molto sull’offerta di nuovi spazi commerciali».
Su questi temi sono intervenuti anche Lino Guatteo, Sole Managing-Director di Promocentro Italia, e Pierluigi Marinelli, Sales Director e Chief Development Manager di Teddy Group. Secondo Marinelli «i cambiamenti ci sono sempre stati e sempre ci saranno, questo non deve spaventare. È vero che oggi il grande Centro Commerciale “mangia” il piccolo, e quindi crediamo che la colonna portante dello sviluppo futuro del settore saranno i Retail Parks. Una volta la crisi veniva superata dal Retailer, oggi invece serve maggiore coordinamento e dialogo con i gestori dei Centri Commerciali».
Tra i nuovi progetti di sviluppo presentati a MAPIC ITALY si è distinto il “Walther Park” di Bolzano, Shopping Mall da 25mila metri quadrati di GLA che si inserisce all’interno di un più ampio progetto di riqualificazione dell’intero quartiere della città compreso tra la Stazione e Piazza Walther.
L’intervento rappresenta il primo investimento in Italia di SIGNA, società austriaca di sviluppo e “long term property holder” (www.signa.at), particolarmente attiva in Germania e Austria dove ha attualmente “under development” progetti per circa 5 miliardi di euro che interessano le città di Vienna, Berlino e Monaco.
L’intervento di riqualificazione del quartiere nel centro di Bolzano è un progetto “mixed-use” che oltre allo Shopping Mall andrà a realizzare un albergo di 100 camere con ristorante, circa 150 appartamenti, uffici, spazi pubblici e parcheggi. «Lo shopping Mall ha una “catchment area” di 100 mila clienti in un raggio di 30 minuti in una delle provincie più ricche in Italia e molto interessata dal turismo» ha spiegato Heinz Peter Hager, Presidente di SIGNA REM Italia Gmbh. «Siamo sicuri che sarà un intervento in grado di creare valore per il Comune di Bolzano nel lungo periodo e abbiamo anche organizzato una vera e propria “consultazione popolare” raccogliendo il voto di 34 mila cittadini. Ben 22 mila hanno dato consenso positivo al nostro progetto e siamo quindi fiduciosi». L’inizio dei lavori è previsto nell’autunno di quest’anno e SIGNA conta che il Walther Park Shopping Mall potrà essere inaugurato entro la fine del 2020. L’intervento complessivamente rappresenta un investimento di 370 milioni di euro, di cui circa 100 milioni solamente per la realizzazione degli appartamenti.
Altra iniziativa di sviluppo da ricordare è sicuramente il nuovo Outlet Village “The Market” che DEA Real Estate Advisors e Borletti Group stanno realizzando a San Marino, sulla direttiva Bologna-Ancona dove, spiega a Internews Matteo Bono, Senior Leasing Manager di DEA, «ci sono 400 chilometri di territorio senza alcuna offerta retail di alto livello come quella che andremo a proporre». The Market sarà infatti un nuovo Outlet Village di circa 30 mila metri quadrati di GLA dove sarà possibile acquistare moda di lusso a prezzi accessibili. «Oltre a non avere competitor di questo livello nelle vicinanze, se non il “Fidenza Village” di Parma e il “The Mall” di Firenze, che sono però molto distanti, abbiamo identificato quest’area anche per la sua forte vocazione turistica: un tratto di costa adriatica che è visitato da circa 5 milioni di turisti all’anno».
I lavori preliminari di sbancamento dell’area per l’apertura del cantiere sono già stati avviati e l’inaugurazione del nuovo Outlet Village è prevista per la seconda metà del 2018. Il polo ospiterà 120-130 negozi e circa 2.100 posti auto. Oltre a famosi marchi di alta moda, circa il 12% degli spazi sarà riservato alla ristorazione. Grande attenzione verrà data anche al sistema di accoglienza e customer care che sono stati concepiti per massimizzare l’esperienza d’acquisto dei visitatori, che verrà arricchita e prolungata grazie all’adozione di soluzioni digitali ed aree attrezzate per i bambini. DEA Real Estate Advisors preferisce per il momento mantenere un certo riserbo sulle cifre esatte dell’investimento complessivo, e conferma invece che le operazioni di pre-letting degli spazi a disposizione stanno avendo un buon successo.
(*) Francesco Tedesco, collaboratore di www.internews.biz e di ECONOMIA IMMOBILIARE, è ingegnere ambientale esperto in energie rinnovabili e giornalista pubblicista