La Legal Firm Belvedere Inzaghi & Partners con l’Of Counsel Alfonso Celotto ha assistito con successo davanti alla Corte Costituzionale la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno.
La Camera di Commercio aveva sollevato un contenzioso relativamente all’obbligo di riversare al bilancio dello Stato i risparmi ottenuti attraverso le regole di contenimento della spesa. L’Ente si era così venuto ad affrontare una situazione paradossale: oltre ad aver subito una riduzione del 50% nei diritti attraverso i quali si autososteneva, doveva versare allo Stato ogni risorsa ottenuta attraverso tagli e risparmi, risorse che si traducevano in mancati interventi sul territorio e investimenti sulla struttura. L’Ente ha così avviato un contenzioso giunto alla Corte Costituzionale che con sentenza n° 210 del 14 ottobre ha accolto il ricorso.
Secondo la Suprema Corte “Sebbene in contesti di grave crisi economica si possa ritenere appropriata la scelta legislativa di imporre regole di contenimento della spesa, non altrettanto si può dire per l’obbligo di riversare al bilancio dello Stato i risparmi così ottenuti, vanificando lo sforzo sostenuto dalle Camere di commercio nel conseguire quei risparmi”. La Corte costituzionale ha quindi ritenuto irragionevole l’applicazione alle Camere di commercio delle disposizioni sull’obbligo di riversare al bilancio dello Stato i risparmi derivanti dalle regole di contenimento della spesa, a fronte della loro particolare autonomia finanziaria che preclude la possibilità di ottenere finanziamenti adeguati da parte dello Stato e interventi di ripianamento di eventuali deficit generati dalla gestione amministrativa dei medesimi.
La Corte ha osservato che, a decorrere dall’anno 2017, l’entità del diritto camerale che le imprese corrispondono alle Camere di commercio è stata oggetto di riduzione da parte del legislatore in maniera crescente fino ad arrivare al cinquanta per cento. Tale riduzione, in aggiunta all’obbligo di riversare al bilancio dello Stato i risparmi derivanti dalle norme di contenimento, ha inciso in maniera progressivamente più gravosa sui bilanci delle Camere di commercio rendendo, dal 2017 e fino al 2019, i sacrifici imposti dalle disposizioni censurate non più sostenibili e non compatibili con il dettato costituzionale.
La sentenza della Corte Costituzionale ha una portata storica e incide su tutte le Camere di Commercio d’Italia.
Nella foto, Alfonso Celotto
Fonte : Belvedere Inzaghi & Partners