“Quand le batiment va tout va”, non nel senso classico della massima, cioe’ costruire a dismisura consumando suolo, attraverso opere pubbliche o nuove costruzioni, nè realizzando interventi di recupero, che in periodi di crisi economica, qual è il nostro, diventa impresa assai ardua. Ma nel senso che, se il mercato immobiliare va, tutta l’economia va. Come causa e come effetto.”
Con queste parole il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici ha aperto i lavori del convegno “La fiscalità immobiliare. Novità 2017 per gli immobili” svoltosi il 9 maggio nella sede milanese dell’associazione dei proprietari immobiliari.
E’ seguito il saluto di Marcella Caradonna, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano (“Gli 8.500 professionisti dell’Ordine sono a disposizione delle forze più rappresentative della città, come Assoedilizia, per il rilancio di Milano raccogliendo la sfida del post Brexit unendo vision e competenze”).
Quindi le relazioni, a cominciare da Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia; di Gianfranco Gaffuri, emerito professore ordinario di Diritto Tributario nell’Università Statale di Milano; di Marilisa D’Amico, professore ordinario di Diritto Tributario nell’Università Statale di Milano; di Giuseppe Franco Ferrari, professore ordinario di Diritto Costituzionale nell’Università Bocconi di Milano; di Paolo Comerio, Antonio Piccolo e di Massimo De Angelis, che ha moderato i lavori, consulenti di Assoedilizia.
Il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia Gustavo Adolfo Cioppa ha portato i saluti e gli auguri di buon lavoro dell’istituzione.
Affermando: “L’eccessiva fiscalità immobiliare, colpisce su larga scala la popolazione che con grandi sacrifici ha investito nel mattone.
Oggi la pressione fiscale che onera la proprietà immobiliare, unitamente alla diffusa preoccupazione da parte dei cittadini dovuta all’incertezza politica in cui viviamo, rende ancor più gravoso questo tema.
In un clima così incerto, si alimenta inevitabilmente la preoccupazione dei cittadini: molti si ritrovano impoveriti e devono comunque far fronte a tassazioni insostenibili; gli altri, pur potendo, decidono di non spendere e quindi immobilizzano l’economia. Dal confronto, mi auguro emerga una maggiore attenzione da parte degli economisti al tema.
Qualche passo in avanti si è compiuto con la prima casa, le compravendite, i bonus fiscali, le cedolari sui redditi ma molto deve esser ancora fatto”.
“Se il mercato immobiliare che racchiude e garantisce il risparmio di milioni di famiglie italiane funziona – ha proseguito Colombo Clerici – genera la fiducia necessaria e le famiglie consumano ed investono. Questo genera crescita economica generatrice, a sua volta, di gettito fiscale. Senza crescita ( e con un recupero di evasione ed una spending review che avranno i loro tempi) il consolidamento dei conti richiestoci dall’Europa si trasformerà in un aumento della pressione fiscale: assolutamente antitetica alla crescita. Una situazione in avvitamento e paradossale. Perche’ tendenzialmente aumenta il prelievo fiscale individuale, cala la crescita e diminuisce il gettito fiscale complessivo.”
Concludendo: “E’ quindi assolutamente necessario ricreare, sul piano fiscale, le precondizioni per il rilancio del mercato immobiliare nelle due forme: mercato della vendita e mercato della locazione. Due pilastri del medesimo edificio. La redditività infatti è uno dei fattori da cui dipende il mantenimento nel tempo e l’acquisto di valore dell’immobile. Diventa quindi vitale per la nostra economia rilanciare la locazione privata, come strumento per creare risorse economico-fiscali per la crescita del Paese.”
Per Spaziani Testa “quando il comparto immobiliare viene colpito le conseguenze si estendono all’intera economia. I dati ottimistici sul mercato ripetutamente diffusi vanno inquadrati nella giusta dimensione. In sostanza, le compravendite sono ancora a -25% rispetto al 2007, ultimo anno pre-crisi, e a – 15% rispetto al 2011, prima dell’introduzione dell’Imu-Tasi. E ancora: secondo Eurostat solo Italia e Cipro hanno visto diminuire i prezzi degli immobili anche nel 2016. Interessi ideologici della politica e superficialità dell’informazione portano alla “visione Ocse” che distingue tra tasse buone (quelle sugli immobili) e tasse cattive (quelle su imprese e lavoro). In realtà cominciano ad essere pubblicati studi dai quali si evince che le tasse sugli immobili incidono non solo sul PIL ma anche sull'”effetto ricchezza”.
In altre parole, il proprietario che vede diminuire il valore della casa – meno 20% dal 2010-11 – si sente meno sicuro, frena spese e consumi, quindi l’economia ristagna. ”
Spaziani Testa aggiunge: “Invece di tagliare le spese – abbiamo assistito all’allontanamento degli esperti che pure erano stati chiamati dal governo per redigere la spending review – si adombrano altre patrimoniali e riforma del Catasto. Confedilizia è riuscita finora a contenere il peggio: ha bloccato l’IMI, proposta e subito ritirata dal governo, ed ha fermato al Senato il decreto legge sul Catasto. Siamo fortemente impegnati a ridurre la tassazione sugli immobili commerciali ed a migliorare il trattamento per i proprietari in altri importanti comparti quali il sismabonus e le locazioni brevi”.
La tutela della proprietà e del risparmio è garantita dalla Costituzione, ha affermato D’Amico, la quale ha citato il caso emblematico di un ricorrente contro il pagamento dell’IMU prima casa negli anni 2012-2013. La Suprema Corte ha respinto il ricorso per motivi tecnici, ma nel contempo ha riconfermato i principi espressi dalla Carta. Gaffuri si è soffermato in particolare sulle insidie della riforma del catasto che attualmente e’ basato sul calcolo dei vani e non della superficie e sul problema delle microzone, fonte inesauribile di iniquità.
Concludendo con una citazione. L’ imperatore Tiberio, ai governatori che gli chiedevano di aumentare le tasse, rispose: ” boni pastores esse tondere pecus, non deglubere” (dovere del governo è tosare, non scannare i contribuenti).
Sul tema generale delle novità fiscali 2017 è intervenuto Giuseppe Franco Ferrari il quale ha rilevato come di ben poche novità si tratti, quanto di una serie di proroghe e conferme (successivamente puntualmente illustrate da De Angelis, Comerio e Piccolo): una politica per l’immobile di piccolo cabotaggio quindi, quando i Paesi più avanzati si concentrano sulla riqualificazione delle città (nello spirito di perseguire il modello della smart city) e sulle nuove, straordinarie tecnologie – dai materiali che assorbono l’inquinamento atmosferico e acustico a quelli antisismici – che meriterebbero agevolazioni e defiscalizzazioni.
Fonte : Assoedilizia