La strada verso l’innovazione è ricca di possibilità, ma al momento è frenata da forti lacune culturali. È questo il concetto emerso con forza dal convegno d’apertura del Facility Management Day, appuntamento centrale per tutto il settore della gestione di immobili e servizi organizzato ogni anno da IFMA Italia.
L’evento milanese dello scorso 8 novembre è stato aperto dalla conferenza “Insegnare a volare – Metodi e parole per trasmettere la capacità di innovare alla propria azienda” cui hanno partecipato Enzo Baglieri – Direttore programmi EMBA, SDA Bocconi School of Management, Marco Decio – Presidente, IFMA Italia, Barbara Cominelli – COO, Marketing & Operations Director, Microsoft Italy, Ivan Ortenzi – Chief Innovation Evangelist, Bip – Business Integration Partners e Livio Romano – Senior Economist, Centro Studi Confindustria.
I relatori si sono trovati concordi nel sottolineare il peso di alcuni fattori che al momento bloccano la spinta all’innovazione del mondo produttivo italiano, in primo luogo una grave carenza di risorse tecniche nel comparto dell’ICT. Il focus sugli investimenti nelle tecnologie infatti ha fatto dimenticare la necessità di formare persone in grado di applicare i nuovi strumenti in modo efficace. Il problema è il riflesso di una più ampia immaturità del nostro Paese nel campo della cultura digitale e di una generale ritrosia da parte di molte aziende a favorire l’innovazione, rimettendo in discussione lo status quo interno e stili produttivi destinati a diventare obsoleti e del tutto inefficaci in brevissimo tempo.
Nel corso dell’incontro sono emersi con forza anche le strategie necessarie ad uscire da questo impasse, tutte riconducibili ad un unico concetto di fondo: puntare sulle risorse umane, perché sono le persone, non la tecnologia, il motore dell’innovazione. È stata perciò sottolineata la necessità di investire su tutta la filiera formativa, in primo luogo per i giovani, così da creare quella forza lavoro di tecnici specializzati nell’ICT senza i quali sarà impossibile muoversi concretamente verso il futuro, ma anche per riformare le competenze di un management che già a quarant’anni si ritrova spesso nell’incapacità di leggere, prima ancora che di condurre, la rivoluzione digitale in atto. Altro elemento importante dovrà essere anche quello di premiare le forze più vitali e dinamiche già presenti in azienda, incentivando chi mostra la volontà di rischiare e di andare oltre schemi predefiniti.
Elementi questi che aprono la strada a un sempre maggior coinvolgimento ad alto livello strategico di chi si occupa di Facility Management, come notato da Marco Decio: “Il Facility Manager può e deve giocare un ruolo fondamentale nel porre la persona al centro dell’organizzazione, processo alla base di ogni spinta all’innovazione. E chi svolge questa professione ha di per sé caratteristiche adatte a creare innovazione: opera in contesti che non sono mai omogenei, sa adattarsi rapidamente ad ogni cambiamento, è abituato ad implementare ogni nuova tecnologia. Se il Facility Manager continuerà ad evolvere amplificando queste sue caratteristiche, non ci saranno confini per la sua sfera d’azione e d’influenza: potrà muoversi sempre più vicino al processo produttivo e operare in sempre più settori.”
Con i suoi 612 partecipanti il Facility Management Day 2018 ha fatto registrare un nuovo, straordinario record di affluenze, riaffermando con forza un trend di crescita costante che pare non conoscere più soste. Molto apprezzate anche le altre conferenze che hanno animato la giornata di lavori, dedicate al ruolo del FM nell’evoluzione dalla smart city alla sensing city e oltre, all’applicazione della blockchain al FM, all’impatto dell’IoT sulla professione del Facility Manager, ai vantaggi della contaminazione tra esperienze diverse in azienda, alle modalità per comunicare il valore del FM al Top Management e all’intelligenza emotiva come strumento per la creazione dell’ufficio ideale.
Fonte : IFMA