JLL ha appena pubblicato “The Future of Global Office Demand” il nuovo report sul futuro degli uffici che, partendo dalle tendenze del passato, dalla situazione attuale e dalle indicazioni dei clienti, conclude che l’ufficio continuerà a mantenere la sua importanza in quanto polo di innovazione e collaborazione. Secondo il report, la domanda futura di uffici sarà influenzata da quattro principali fattori destinati ad avere ricadute sul breve e sul lungo termine.
Il Remote Working
Gli ultimi mesi hanno visto un aumento esponenziale del remote working. Le società di tutto il mondo sono state messe alla prova con la sperimentazione del lavoro a distanza e questo ha permesso di dimostrarne gli aspetti positivi e negativi. Se da un lato la diminuzione del pendolarismo, gli orari flessibili e il maggiore equilibrio tra vita lavorativa e vita personale sono stati particolarmente apprezzati dai dipendenti di tutto il mondo, dall’altro lato lo smartworking ha messo in luce alcuni aspetti della vita dell’ufficio da cui non si può prescindere, tra questi la collaborazione e lo scambio di idee. Sul breve termine, lo smartworking rimarrà l’opzione privilegiata da molte realtà: nonostante la volontà di alcuni settori di favorire il rientro in sede dei propri dipendenti, le restrizioni governative in termini di social distancing impediscono tutt’ora un tasso di occupazione degli spazi ufficio maggiore del 50%. Sul lungo termine, invece, JLL non prevede che il ricorso massivo al lavoro da casa diventi parte della nuova normalità. La flessibilità rimarrà un elemento importante per i lavoratori di pari passo con la loro necessità o volontà di lavorare in ufficio per la maggior parte della settimana lavorativa. L’aumento del lavoro da remoto potrebbe di conseguenza comportare una lieve diminuzione della domanda di uffici rispetto ai livelli pre-Covid-19 ma questa sarà controbilanciata dalle nuove caratteristiche di design degli spazi.
Il design
La pandemia di Covid-19 è destinata a modificare radicalmente la progettazione degli uffici futuri per quanto concerne la gestione degli spazi e dell’ambiente al fine di garantire la necessaria distanza sociale tra gli individui. A livello generale, l’emergenza sanitaria sembra aver rimesso in questione l’appeal degli uffici ad alta densità occupazionale, la quale può variare notevolmente a seconda dei settori e dei Paesi considerati. Se da un lato il settore legale è tra quelli in cui i dipendenti godono di spazi maggiori, il settore tecnologico, quello della finanza e i coworking sono destinati a subire radicali modifiche in quanto caratterizzati da spazi più piccoli e con maggiore densità. Per quanto riguarda i Paesi, i datori di lavoro tedeschi sono invece soliti garantire a ciascun dipendente il doppio dello spazio rispetto a quelli inglesi o giapponesi. Sul breve termine, le aziende tenderanno a utilizzare lo strumento dello smartworking per gestire al meglio gli spazi disponibili, mentre sul lungo termine, sebbene non sarà più necessario garantire la distanza minima obbligatoria, si assisterà a un fenomeno di de-densificazione degli spazi di lavoro e all’aumento della necessità di spazi dedicati all’interazione e alla collaborazione con un conseguente aumento della domanda.
La tecnologia
Secondo il report, la pandemia di Covid-19 ha accelerato in alcuni mercati il ricorso al proptech, con l’adozione di tecnologie avanzate volte a garantire la sicurezza e la tutela della salute dei dipendenti. Ne sono un esempio l’utilizzo del digitale per gestire e ottimizzare la limitata capacità degli uffici e l’uso del riconoscimento facciale per l’accesso agli edifici. L’intelligenza artificiale è utilizzata anche per gestire la ventilazione degli edifici, il filtraggio dell’aria, la temperatura e il livello di pulizia. Sensori e microchip hanno poi la funzione di raccogliere dati per controllare e migliorare l’efficienza degli ambienti. Nonostante l’implementazione di queste nuove tecnologie, a breve termine è improbabile che la tecnologia da sola abbia un impatto significativo sul volume complessivo della domanda futura di uffici. Sicuramente l’adozione di nuove tecnologie è destinata a facilitare il lavoro a distanza e garantire ai dipendenti benessere ed efficienza al loro ritorno in ufficio. A lungo termine è invece previsto un significativo cambiamento nella domanda in relazione alle caratteristiche strutturali dell’edificio. La domanda si concentrerà verso uffici intelligenti e gli spazi saranno sempre più dotati di tecnologia avanzata, più adatta a supportare la sostenibilità, la salute e benessere.
Il pendolarismo
Il report evidenzia che per il 49% degli intervistati la diminuzione del pendolarismo è stato uno dei maggiori benefici dello smartworking. Nel breve termine, il social distancing porterà ad una forte diminuzione dell’utilizzo dei mezzi pubblici, con un conseguente impatto negativo per tutti quei mercati secondari che dipendono fortemente dai trasporti, almeno fino alla scoperta del vaccino. Sul lungo termine, la necessità di relazione e scambio con i colleghi, nonché l’esigenza di interagire con clienti e prospect, renderanno imprescindibili gli incontri fisici e il valore dei centri urbani, centri di innovazione e di scambio, vedranno rinforzata la loro storica attrattività.
“Le città del futuro sono inevitabilmente più green, più innovative e più resilienti” ha affermato Pierre Marin, CEO di JLL Italia. “Globalizzazione, digitalizzazione-automazione e responsabilità sociale saranno i driver verso il futuro. La pandemia ha messo in evidenza il fragile ecosistema della nostra società e reso necessaria una maggiore attenzione alla tematica della sostenibilità e alla corporate social responsibility”.
Fonte : Company