JLL ha pubblicato il nuovo report semestrale “Italian Market Perspective” nel quale si evidenzia che nel primo semestre del 2020 il settore del commercial real estate italiano ha registrato, dopo il record del 2019, un netto rallentamento con un volume di investimenti pari a 3,5 miliardi di euro, in flessione del 29% rispetto allo stesso periodo del 2019 e del 18% rispetto alla media degli ultimi 5 anni.
La frenata è in buona parte attribuibile al settore alberghiero: se dal confronto tra i 2 semestri escludessimo infatti il deal del 2019 relativo al portafoglio Belmond, la flessione si ridurrebbe all’8%. La prima parte dell’anno è stata quindi solo parzialmente influenzata della pandemia di Covid-19 e molti deal chiusi nel semestre si riferiscono ad accordi stipulati in periodi precedenti. Milano conferma la sua attrattività e gli investitori stranieri mantengono un ruolo centrale anche se quelli domestici sono tornati a prevalere rappresentando il 54% del volume investito totale.
Il settore uffici
Il settore degli uffici rimane preponderante sul mercato italiano rappresentando il 42% del totale degli investimenti. In particolare, gli investitori domestici hanno allocato su questa asset class il 77% del capitale mentre nel 2019 si era rilevata una preponderanza di capitali internazionali. Nella prima parte dell’anno l’Office è stato il settore più dinamico anche in termini di numero di operazioni. Milano si è confermata il mercato leader con il 74% dei volumi e 10 operazioni per un controvalore di 1,1 miliardi di euro. A Roma invece si sono registrati solo 5 deal per un totale di 140 milioni di euro.
La domanda di spazi ad uso ufficio è stata guidata da aree con una superficie inferiore ai 1.000 mq e, relativamente a Milano, da immobili di grado A che hanno rappresentato il 70% dell’assorbimento totale.
Per quanto riguarda i canoni e i rendimenti prime, si sono mantenuti stabili rispetto a fine 2019 convalidando l’interesse per gli asset di qualità: l’elevato domanda per questa tipologia di asset conferma che non si registrerà una variazione negativa per questi valori nel breve periodo.
Il settore retail
Il settore retail è tra i più colpiti dagli eventi che hanno caratterizzato il primo semestre dell’anno. A causa degli effetti della pandemia e delle misure restrittive stabilite dal lockdown si prevede che le previsioni di vendita si mantengano negative (-13%) per tutto il 2020. Si prospetta una ripresa nel corso del 2021.
A differenza delle vendite in negozio, il settore dell’e-commerce ha invece registrato un forte incremento (dal 3,7% al 5,1% nel 2020).
Il settore della logistica
La maggior parte delle operazioni chiuse nel primo semestre del 2020 ha riguardato immobili con una superficie inferiore ai 1.000 mq confermando il grande interesse per i piccoli asset. A seguito delle interruzioni alle catene di approvvigionamento causate dal Covid-19 e dei blocchi nella produzione con conseguente carenza di alcuni beni sia finali che primari, la pandemia ha reso necessario un ripensamento della supply chain per mitigare i rischi.
Previsioni per la seconda parte dell’anno
Per quanto riguarda la seconda metà del 2020, la parola chiave a livello macroeconomico sarà “incertezza” in quanto sarà la durata della crisi, nonché le misure messe in atto dalle banche centrali e dai governi, a determinare la velocità della ripresa. Per quanto riguarda il mercato degli investimenti, il livello di capitale disponibile da allocare al mercato immobiliare è ancora elevato e si ritiene che l’Italia sarà in grado di conservare la sua attrattività. I volumi rimarranno quindi stabili sui livelli del primo semestre anche grazie alla chiusura di alcuni deal riguardanti la logistica, settore destinato a confermare il grande interesse per gli sviluppi e il trend del last mile e per asset smart con forti investimenti in tecnologia.
Anche il settore degli uffici confermerà il suo dinamismo nel secondo semestre, nonostante l’incremento dello smartworking e delle nuove regole di distanziamento sociale che potrebbero comportare un ripensamento degli spazi.Uno dei settori verso cui gli investitori rimarranno più cauti è quello del retail. I Centri Commerciali sono stati tra gli asset più colpiti dalla pandemia a causa gli effetti del lockdown mentre l’High street ha sofferto della mancanza di turismo.
Tra i settori che si manterranno dinamici e in crescita vi è quello alberghiero, che nonostante la frenata del primo periodo dell’anno è destinato a mantenere un ruolo chiave per gli investimenti in Italia.
Fonte : JLL