A cura di Paola G. Lunghini.
Stefano Ronchi si occupa da oltre vent’ anni di finanza e controllo. Già in Allianz, Telecom Italia, Bridgepoit Capital, da otto anni lavora in campo welfare, prima in Casagit e poi come CFO di inarcassa. Nel 2009 ha istituito il “ Forum delle Casse sanitarie”.
Qui di seguito Stefano Ronchi è SR.; e Paola G. Lunghini è PGL
PGL. Caro Stefano, l’ ”evento residenziale” organizzato dal 21 al 23 marzo scorso a Venezia dalla Tua società, Valore srl, è stato – come si dice – un grande successo “di pubblico e di critica” . Questo nonostante il tema fosse “Rapporto tra Fund raising e Asset Management” : per nulla semplice, eh, anche considerando la “ cifra” culturale della Tua Società !
SR. Grazie. Quali ne sono state le ragioni secondo Te, che sei un’ “ osservatrice esterna” ?
PGL. Cominciamo dalla location, cioè il fascinoso e storico Hotel Europa & Regina, sul Canal Grande, proprio di fronte alla Basilica di Santa Maria della Salute, tra le più famose chiese del barocco italiano. Sai, a questo albergo io ci sono affezionata, perché lo ricordo da quando era ancora di proprietà della CIGA-Compagnia Italiana Grandi Alberghi. Che da tanto non esiste più. Oggi l’albergo – che appartiene a Host Hotels&Resorts, il più grande REIT americano, specializzato in hotel – è brandizzato Westin ( Starwood ) : ergo era pieno di americani. Alle esigenze di tale clientela internazionale l’ Europa & Regina si è evidentemente adeguato, ma il servizio e la cucina conservano ancora e per fortuna tutta l’italianità possibile . Hai visto, al breakfast, come codesti americani apprezzavano ! Si portavano via dal buffet certi piattini pieni strapieni di squisitezze … cinque mila calorie minimo per la sola prima colazione !
SR. Stai divagando.
PGL. Torniamo allora al Forum di Valore . Qual’ era l’ obiettivo?
SR.Il concept dell’evento era quello di riunire quattro categorie di enti sociali che forse non avevano mai avuto occasione di confrontarsi tutte insieme : i fondi sanitari, le casse di previdenza, i fondi pensione e le organizzazioni non profit con finalità di utilità per la comunità, per approfondire due aspetti comuni a tutti gli enti, che riguardano la gestione dei rapporti con gli stakeholder e l’impiego delle risorse finanziarie accumulate per adempiere a differenti scopi sociali..
PGL. Non semplice : quando sono arrivata nel Salone dove era stato allestito il welcome coffee , nel pomeriggio di venerdì 21 marzo, mi sono guardata attorno. Alcuni dei partecipanti ( una cinquantina abbondante, complessivamente ) li avevo in un’ occasione precedente di Valore già incontrati, ma la maggior parte dei visi mi erano sconosciuti . «Non importa, il Forum dura due giorni, avrò tempo per conoscerli tutti o quasi» mi sono detta. In compenso, mi era sembrato che quasi o tutti tra loro si conoscessero, e molti venivano da Roma. Ma l’ atmosfera era estremamente soft.
SR. E’ vero, in molti ormai si conoscono, e l’ atmosfera era molto amichevole. Il classico quarto d’ora accademico, e ci siamo trasferiti nella Sala adiacente, attrezzata con eleganti tavoli “ ad aula” e non con le sole poltroncine “ a platea”. Dobbiamo subito ringraziare gli sponsor, non credi? State Street Global Advisors, Wise SGR, CP Servizi Consulenza, Groupama, Banca Prossima e Mangusta Risk.
PGL. Le donne , però e ahimè , in Sala erano pochissime. Evidentemente nelle quattro aree ut supra , in tema di pari opportunità, ci sarebbe da lavorare !
SR.Ma è stata proprio una signora , e per giunta molto giovane, la prima Relatrice: Paola Gennari Santori, esperta di sistemi di responsabilità sociale e Amministratore di Officina Etica Consulting , società di consulenza strategica fondata in partnership con lo Studio Pirola Pennuto Zei & Associati , ci ha offerto una panoramica propedeutica sul tema della prima parte dei lavori . Con il supporto di innumerevoli slide, Paola ha delineato i benefici di un comportamento aziendale responsabile ( pur in assenza, ancora, di una posizione normativa precisa ; ma ci sono ormai standard di riferimento , soprattutto a livello internazionale ), e cioè il miglioramento della reputazione , della competitività , dell’ organizzazione e dell’ affidabilità ( tutto si traduce in una crescita di fiducia nei confronti dell’ emittente ). C’è maggior rendimento sul lavoro, e la conflittualità si riduce. Certo, è un attività che si basa sulla volontarietà ( « qui nulla è obbligatorio» ), e che richiede tempo e impegno, perché poi si deve pure “ rendicontare” ! E quindi è onerosa.
PGL. A me, che il tema abbastanza lo conosco, ha fatto piacere che Paola abbia sottolineato – come ha fatto – il ruolo della comunicazione ; e che, concludendo, abbia affermato con forza che «per consolidare la relazione con gli stakeholder bisogna essere “accountable”» . Non condivido invece in toto la” auspicabilità” di certificazione di un “ente terzo”.
SR. A quanto pare, questo è il parere condiviso anche da alcuni partecipanti che sono intervenuti al breve dibattito che ha concluso questa prima performance del Forum.
PGL. Ha preso poi la parola Alessandro Betti, che ci ha illustrato la straordinaria storia di Telethon ( egli , che da sempre aveva operato nel marketing di grandi aziende private, è dal 2012 il responsabile del fund raising dell’ ente: una vera “ svolta di vita” ! , ndr) .
Stefano, ti assicuro che non sapevo che in Italia ci sono circa 300 mila charity ( nel mondo, ovviamente, milioni ) , ma che il “ vero successo” è rarissimo.
SR.Telethon la conosciamo tutti, ed è un grande successo! Sappiamo che è in Italia da circa 25 anni; che – dalla raccolta fondi per la ricerca delle cure per combattere la sola distrofia muscolare – ha allargato lo spettro alle malattie genetiche rare ; che – grazie alla maratona televisiva, ma non solo – ha “ portato a casa “ oltre 370 milioni di euro. E che è riuscita a salvare molti malati, soprattutto bambini piccolissimi ( il video che Alessandro ha proiettato al termine del suo intervento ha provocato molti occhi lucidi, e un grande e convinto applauso, ndr ) .
PGL. Non sapevo però che Telethon è leader mondiale nel suo settore .
SR. I suoi punti di riferimento sono i pazienti e i loro parenti, la comunità scientifica internazionale, e la società civile ( migliaia e migliaia di volontari in Italia) , perennemente mobilitati per far sì che sempre più stakeholder aderiscano alla missione .
PGL. Cito testualmente un passaggio del Relatore: «Da noi “funziona” la trasparenza nella rendicontazione : ecco perché c’è l’ engagement ; e la comunicazione è fondamentale. Sapere che si può positivamente “incidere” sulle vite degli altri è un propulsore determinante» .
SR. Verissimo, ma la sensibilità delle persone su certi temi è ancora troppo scarsa . L’intervento è stato oggetto di un acceso dibattito tra le casse da una parte, destinatarie di un implicito invito a fare della trasparenza una leva reputazionale e Telethon che ha costruito il proprio “avviamento” reputazionale attraverso l’appoggio massiccio dei media come mai le casse hanno avuto, che al contrario sono sempre da questi poco apprezzate.
Il quadro che ne è emerso è che certamente non basta da sola la trasparenza e la comunicazione delle “buone azioni” a costruire un asset reputazionale, ma è altrettanto vero che il sistema degli enti welfare deve avere una maggiore consapevolezza e fiducia nella comunicazione dei propri buoni valori che sono certamente rilevanti, anche se esisterà sempre una minoranza di stakeholder insoddisfatti: l’importante non è l’assenza di dissenso, ma che questo non sia rappresentato da un insieme di stakeholders significativo per numero e soprattutto impatto.
PGL.Beh, comunque si volava alto! E poi il Podio è andato a Marco Morganti , AD di Banca Prossima : che ha nel suo DNA, esclusivamente o quasi, il finanziamento al non profit.
SR. Fornendo una raffica di numeri e senza necessità alcuna di powerpoint , il Relatore ha perseguito un suo personalissimo e logicissimo filo circa la “ bancabilità” del non profit . Basta con le procedure dovute alle “ lenti distorcenti” della banca tradizionale, si vada a finanziare , invece , il “capitale fiduciario”. Fornendo anche alcuni illuminanti esempi, Marco ha ben spiegato ciò che egli intende con questa espressione. La gente ha sempre più bisogni primari , che non sono necessariamente solo quelli della salute , ma anche culturali e territoriali. La “ produzione” ( immensa) del terzo settore non è de-localizzabile , come avviene invece con l’ industria e i servizi. C’è ormai un uso massiccio della gratuità , e il non profit , inoltre, crea “ occupazione pregiata”. Banca Prossima ( che fa parte del Gruppo IntesaSanPaolo ) sta insomma «trovando la sua strada» e – pur essendo una banca giovane e low profit – il profit lo fa eccome ! E le percentuali di prestiti non rimborsati sono minime, intorno all1%: se si confronta tale cifra con lo spaventoso ammontare dei crediti in sofferenza del nostro sistema creditizio ( una recentissima indagine li colloca a 140 miliardi di euro), c’è da rimanere esterrefatti.
PGL. Marco non è solo bravo, è anche simpaticissimo ! Devo confessarTi però che quando si è addentrato nelle tecnicalità di alcune innovazioni da lui introdotte tra i criteri di finanziabilità da parte della “ sua” Banca, per abbassare il costo del credito , mi sono un po’ persa ( durante il coffee break, però, ho sentito dire « semplicemente geniale». ). Mi sono rinfrancata allo sprint finale : Banca Prossima «fa cose “buone”, sa innovare ed è “ adattiva”, perché sa che il terzo settore è una “ macchina dell’ irrazionalità” e che le comunità sono “ più forti” del mercato . La Banca “ sociale” è come un cane da tartufi, è capace di “ puntare”. Selezione, accompagnamento, alleanza = è così che si fa rete!».
Da baciarlo, Stefano, credimi. E infatti- al termine del suo speech – c’ era la fila… non per baciarlo, è ovvio, ma per lo scambio di biglietti da visita. Io sono riuscita a cogliere l’ attimo fuggente, e durante il coffe break ho potuto con lui piacevolmente conversare abbastanza a lungo.
SR. Un argomento che ha dato spunti interessanti è stato anche quello trattato da Massimo Montecchio, direttore Marketing di Cattolica Previdenza: “ Educazione finanziaria quale strumento di valorizzazione degli enti welfare verso i propri stakeholder”. I concetti chiave : dal welfare state, al welfare mix. Il 50 % dei cittadini ritiene che le prestazioni assistenziali pubbliche siano inadeguate. La pianificazione deve essere “ life-cycle”. Il percorso, per chi propone servizi come il Gruppo, deve essere informazione-istruzione-consulenza.
PGL. Andimo un attimo sull’ aspetto sociale del Tuo Forum : la Cena, placè in albergo, era squisitissima ! Sai che io non sono affatto una “ big foodie”, ma Ti posso garantire che i “ ravioli al branzino con guazzetto di pesce della laguna” erano semplicemente divini! Nonostante la generosa porzione servita , al mio tavolo abbiamo bissato tutti.
SR. Poi molti hanno accolto l’ invito al “post dinner” al Casinò di Venezia, non per giocare, sia chiaro!, ma per “ vedere il posto” …
PGL.La mattina del 22, sabato, il tempo ( atmosferico) sino ad allora bello e tiepido è incominciato a volgere al bruttino . A noi non importava , eravamo chiusi nella Sala; ma mi è dispiaciuto per le numerose signore accompagnatrici dei delegati , che avevano svariati programmi di passeggiate per le calli veneziane.
Bello il dibattito iniziale, vero? Animatissimo direi , tra i numerosi partecipanti dalla Sala ha tenuto banco Andrea Camporese , nella sua qualità di Presidente INPGI : ha approfondito la questione della tessera professionale europea, ha sostienuto che i sistemi di protezione si devono adeguare, che la doppia tassazione “ ammazza” il sistema della previdenza, che i danni reputazionali che la rete può creare sono enormi , e che «siamo nel’ epoca della transizione, non ancora del cambiamento».
SR. E che dire di Giancarlo Giorgi, DG Inarcassa ( «le informazioni non sempre si possono “ buttare in pasto al pubblico”») , di Claudio Giammatteo , Direttore Faschim , e di
Claudio Trucato , Presidente FASDAC ( « per i prossimi 15 anni serviranno circa 60/80 mila nuovi posti letto nelle RSA»).
PGL. C’è stato anche un “ fuoriprogramma “ , Andrea Pietrini, Responsabile su Roma dell’ Associazione Civicum , che da anni si batte per promuovere e diffondere la trasparenza e il merito quali strumenti per migliorare efficienza ed efficacia nelle Istituzioni e nella Pubblica Amministrazione.
SR. E a seguire, il primo Panel. Davide Cipparrone, Socio di Mangusta Risk , ha illustrato le difficoltà ( ma anche la non impossibilità) di conciliare le politiche e le necessità di long term e di short term investing.
PGL.Parla per esperienza, visto che il Gruppo vanta tra i propri clienti in Italia una trentina di investitori istituzionali , tra cui una decina di fondi pensione, una decina di casse di previdenza, e diversi fondi negoziali , fondi sanitari e organizzazioni non profit.
SR. Esatto, la matrice short-long term investing e short-long term investors è strumento indispensabile per comprendere che non esiste un corretto investimento per un certo tipo di investitore (long term – casse di previdenza e short term – casse sanitarie), ma esistono soluzioni di impiego secondo le missioni e gli scopi degli enti in rapporto agli orizzonti temporali di attuazione degli obiettivi operativi: pertanto un tipico investitore di lungo periodo quali sono fondi pensione e casse di previdenza, può avere esigenze di breve di monetizzazione, così come le casse sanitarie che per missione sociale hanno l’erogazione corrente di prestazioni sanitarie ,e quindi sono un tipico investitore short, hanno però anche esigenze di accumulo di riserve a copertura di squilibri (tipicamente si suggerisce un rapporto riserva/prestazioni almeno pari a 1, ndr) e pertanto devono diversificare su investimento long term come i fondi di private equity.
PGL.Davide Allioni, Direttore Responsabile del fondo negoziale Fondo Gomma Plastica , e Alberico Potenza, DG di Groupama AM SGR, hanno duettato sul tema della collaborazione tra Fondo e gestore. Fino a ieri importava solo la percezione del rischio dell’iscritto, mentre la crescita del Fondo era garantita dal saldo della gestione previdenziale positivo. «Ora crescono le liquidazioni –lo spartiacque è il 2015 –, la crescita del Fondo rallenta, c’è scarsa propensione dell’iscritto a posizionarsi nel comparto ottimale. Occorre mantenere elevati i rendimenti delle asset class più “prudenti” , ridurre la volatilità» ha detto Davide. Alberico, invece , si è soffermato sull’ illustrazione della “gestione Bilanciata Overlay” messa a punto per il Fondo, e le sue possibili evoluzioni .
SR.Era già molto tardi quando si è arrivati a trattare l’ argomento Fondenel : che davvero ha sorpreso tutti per la sua “ originalità” . Giuseppe Chianese, a capo del Fondo dei Dirigenti ( un migliaio di persone) dell’ ENEL ha spiegato infatti che circa il 40% degli iscritti ha optato, e questo dal luglio 2013, per la autocostruzione personalizzata della strategia d’ investimento, tra i quattro comparti che il Fondo offre . Significa circa 400 posizioni tutte tra loro differenti, un grosso sforzo amministrativo .
PGL.Sai, Stefano, a me è sembrata anche una brillante operazione di marketing : fossi in Giuseppe, lancerei un “ Award per il miglior “ iscritto autogestore” dell’ anno, con tanto di campagna di comunicazione … Mentre i Relatori successivi, cioè gli esperti di State Street Global Advisor (Antonio Iaquinta e Francesco Lomartire ), spiegavano le loro modalità di supporto per la realizzazione degli obiettivi del cliente , con abbondanza di istogrammi e chart, e Francesco si soffermava in particolare sul “ ruolo” degli ETF di cui egli è “ Sales specialist” per SPDRs all’ interno di SSGA, beh, io mi vedevo già la cerimonia di consegna di una bella Targa all’ emozionato vincitore del Premio…un evento da tenersi magari nel bellissimo nuovo edificio che State Street – intesa come Banca – occupa a Milano in via Ferrante Aporti, di fronte alla Stazione Centrale. Vedevo i flash dei fotografi, lo sgomitare dei cameramen, il sorriso compiaciuto delle Autorità, gli invitati plaudenti e soprattutto i camerieri in giacca bianca che servivano a passaggio calici di spumante e tartine al salmone : era chiaro che avevo un po’ di appetito ! Sfido io, eran già le due !
SR. Buono il lunch?
PGL.Che bellezza, che bellezza, l’ elegante cartoncino posto al centro del tavolo annunciava come entrée proprio “ salmone marinato ai germogli invernali e spicchi di agrumi”, seguito da “ trofiette con mazzancolle e bietolina spadellata” , e “ strudel con salsa alla vaniglia” . Deliziosamente satolli, eravamo pronti per la conclusione dei lavori seminariali.
SR. Abbiamo scelto di “ far parlare “ anche una cassa sanitaria di recente costituzione, San.Arti ( 450 mila iscritti, contribuzione “ molto bassa”, circa 150 euro ) , illustrata da Massimo Nozzi, Direttore della stessa.
PGL. Mi colpisce il fatto che in codesta cassa la Lombardia “ pesa” per contribuzione circa il 31 %, e preleva prestazioni per circa il 35 %; e che la Calabria pesa per il 3% circa e preleva per l’ 1% . Può essere che gli iscritti calabresi siano molto più “ sani” che i lombardi?
SR. Non saprei cosa rispondere… se non “ no comment” .Passiamo all’ intervento di Wise SGR: hanno parlato del private e del debt equity Valentina Franceschini ( partner della SGR) e Stefano Ghetti ( Socio amministratore ) . Questo è un campo che ti è noto, vero?
PGL.Very interesting la circostanza che la Società , fondata nel 2001, ha sinora «analizzato circa 1.500 opportunità di investimento in PMI italiane finalizzando 20 investimenti per circa 220 milioni di euro di capitale investito (30 se considerati anche gli investimenti “add-on”) e ha ottenuto una performance sugli investimenti realizzati pari a circa 2,5 volte il capitale investito. Al terzo Fondo in fase di investimento, Wise ha AUM pari a circa 300 milioni.Il numero di dipendenti delle aziende nelle quali Wise ha investito e il loro fatturato sono cresciuti nel periodo di investimento (+86% dipendenti; +121% fatturato) a dimostrazione che la creazione del valore è stata soprattutto operativa e poco finanziaria. A fine 2013 Wise ha lanciato la raccolta di “ Wise Private Debt”, Fondo dedicato alla sottoscrizione di obbligazioni emesse da PMI italiane, ampliando così il portafoglio di investimenti alternativi dedicati a investitori istituzionali».
SR.Siamo al “last but not least “: il microfono è andato a Walter Ramella, della Direzione Mercato Vita, Collettive, Corporate e Istituzionali del Gruppo Cattolica Assicurazioni.
PGL.L’ intervento di Walter è stato super tecnicissimo ( “Coniugare gli obiettivi di investimento previdenziale di lungo termine con la gestione dei flussi di cassa” ) e lui andava via come un treno. La platea ascoltava con molto interesse: Walter è davvero molto bravo e molto simpatico. Io sono riuscita a cogliere uno spunto importante su quella Solvency II che entrerà in vigore tra due anni, e mi sono entusiasmata su una grafica che ha proposto , cioè un dado che sulle facce visibili porta “Buy, Sell, Hold” : in termini di comunicazione, chapeau!
Poi tu hai chiuso i lavori…
SR. Dandovi appuntamento per il prossimo Evento di Valore ( il cui “ Save the Date” arriverà presto) .
PGL. La Tua eccellente socia , Luisa Pagot, ci invitava intanto al prosieguo del Programma sociale : la “ gita in lancia “ a Murano , dove era stata organizzata una visita a una delle più storiche “ Fornaci” dell’ isola , dove i famosi “ vetri” si creano ancora con tecnica artigianale.
Adesso Ti racconto tutto io, perché Tu –in quelle due ore- eri intento a mettere a punto gli ultimi dettagli della serata.
Siamo partiti dall’ imbarcadero dell’ Europa con un buon numero di lance ( ai “ delegates” si erano aggiunte numerose loro consorti, di ritorno da passeggiate nelle calli e visite alle mostre in corso a Venezia) , sotto un cielo plumbeo e una pioggerellina fredda .
Ma dentro alla fornace si stava caldi , e al tepore si aggiungeva l’ emozione: abbiamo visto infatti creare sotto i nostri occhi – a opera del titolare della Fornace, che è “ maestro vetraio” – tre meravigliosi oggetti: un vaso a bordi ondulati, una brocca, e un cavallino rampante a mo’ del logo della Ferrari.
Lo staff della Fornace ci spiega ogni passaggio che – con gesti sicuri e incredibili evoluzioni – l’ artista ( perché di un vero artista si tratta, e non di un semplice artigiano ) compie con la sua “ canna”, quasi un lungo prolungamento della sua mano : gli applausi , a ogni azione, si sprecano. E mentre i due primi oggetti andavano a riposare per una intera giornata in un apposito “locale” di raffreddamento, abbiamo visitato lo show room : ci sono vetri ( vasi, coppe, bicchieri, lampadari, ornamenti, etc,tutti “ fatti a mano” per milioni di euro ), e tutti sono meravigliosi. Costano cifre da capogiro ! «Non è certo un acquisto di impulso» ha sussurrato qualcuno. Evidentemente l’ Ambasciata di Tailandia a Roma non ha di siffatti problemi, visto che ha recentissimamente commissionato alla Fornace alcuni lampadari – mesi di lavoro – che complessivamente valgono quanto un piccolo appartamento…
Una signora del nostro gruppo è riuscita a farsi regalare il cavallino ut supra, e lo esibiva felicissima a mo’ di ancora tiepido trofeo al rientro in albergo . Anzicchè nutrire un “ sano “ senso di invidia ero davvero felice per lei..
SR. E intanto era giunta l’ ora del Gala Dinner , che avveniva nel “ Roof Garden” del celeberrimo Hotel Danieli.
PGL. Elegantissime, le signore si avviavano dunque con i loro compagni verso piazza San Marco ( il Danieli è lì, appena girato l’ angolo) sotto una pioggia fastidiosa e un’ arietta gelida che impediva, all’ arrivo, di godere del panorama offerto dalla splendida terrazza. Ma il ristorante, tutto ori specchi e velluti, compensava la rinuncia. La cena è stata raffinata ( magnifica la “ trilogia veneziana di cicchetti, baccalà mantecato, granceola e saor di scampi” , ma anche il dentice era favoloso…), e la compagnia deliziosa. Una serata davvero indimenticabile.
La domenica pioveva che Dio la mandava . Gli americani uscivano alla spicciolata dall’ albergo, dopo il breakfast a cinque mila caloria each , per destinazioni che non so. Gli amici del Forum ( perché ormai li sentivo amici) li ho ritrovati – anche se dimezzati nel numero, in tanti stavano già rientrando a casa – per l’ ultimo lunch ( ovviamente squisito) all’ Europa.
SR.Ti raccomando di non mancare il prossimo “evento residenziale” di Valore : ti do qualche anticipazione… sarà a giugno , e sarà dedicato a trattare il tema della assistenza alla non autosufficienza. Verranno messi a confronto tutti gli attori, pubblici e privati, che a vario titolo posso contribuire a costruire un nuovo modello di compartercipazione pubblico-privato che permetta di offrire soluzioni efficienti e sostenibili nell’assistenza alla non autosufficienza, diverse dalle polizze LTC.Per questo Valore ha pensato di riunire, con la finalità di aprire un confronto dal quale possano nascere spunti per dare risposte alla questione:
– Imprese nazionali e multinazionali della gestione della dipendenza (che gestiscono rsa per intenderci) che hanno piani di investimento sul territorio nazionale
– le casse di previdenza
– i fondi sanitari
– le cooperative sociali che offrono servizi alla non autosufficienza
– strumenti di investimento infrastrutturale e compagnie di assicurazione
PGL. Messo in Agenda, grazie.