di Paola G. Lunghini
Ogni anno , nel pomeriggio del 12 dicembre, torno al pomeriggio del 12 dicembre del 1969 : la strage di piazza Fontana, cui assistetti “quasi in diretta”. Anche adesso , scrivendovi, sto tremando a quel ricordo tremendo.
Scrissi tempo fa le righe che seguono “solo ed esclusivamente” per una persona a me molto cara.
Ma oggi, bando al “ pudore” letterario. Disgustata come sono da questo Paese troppo spesso “ inguardabile” , quelle righe VOGLIO riproporle.
Forse la maggior parte di voi a quell’ epoca non era ancora nata ; oppure eravate bimbi.
Il mio è un ricordo indelebile e drammatico . Come dicevo, quasi in “diretta” .
E oggi io sono molto, molto scettica che i media – ammesso e non concesso che della strage di piazza Fontana se ne ricordino – del fatto ne parlino “propriamente”. Troppo occupati a occuparsi , sin alla nausea, di altre cronache giornalisticamente facili da raccontare…
Nell’immagine qui sopra, il Salone della Banca dell’ Agricoltura dopo lo scoppio della bomba ( foto di repertorio ) : 17 morti, 88 feriti, tutta gente innocente che quasi nessuno oggi ricorda più . L’ inizio degli “ anni di piombo” .
IL MIO RICORDO DI QUEL GIORNO
Ero nella Biblioteca della Università Statale a Milano, e avevo da poco iniziato a preparare l’ esame di storia medioevale che avrei dato a febbraio.
Poiché da un po’ avevo iniziato a lavorare ( io ho fatto quasi tutta l’ università lavorando) , prendersi un intero pomeriggio per studiare era già un privilegio.
In Biblioteca ci andavo, quando potevo, subito dopo pranzo, e ci restavo sino a tardi ( chiudevano verso le dieci di sera) prendendo appunti come una dannata : i testi che occorrevano all’ esame li trovavi solo lì, o alla Biblioteca Sormani . E di fotocopie allora ancora non si parlava .
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La Biblioteca era bellissima; e affacciava direttamente su uno dei meravigliosi cortili della nostra Università.
Improvvisamente a metà pomeriggio, erano le 16 .37 e data la stagione stava quasi annottando – un boato impressionante e vicinissimo . Seguìto da un improvviso silenzio…
-Oddio, cosa è successo ?
Ci precipitammo tutti fuori, ed eravamo tanti. Ma non si sentiva più niente. Nessuno veniva a dirci niente . Forse lo scoppio di una caldaia, chissà, speriamo niente di grave.
Tornammo ai nostri libri.
Poi, dopo un po’, iniziò sconvolgente, altissimo e continuo, il suono di vicinissime sirene.
-Oddio, ma queste sono autoambulanze !!! Ma cosa è successo ???
Ci precipitammo tutti fuori, correndo via come pazzi e rincorrendo l’ urlo delle sirene.
Mi vedo ancora, gli appunti stretti tra le mani , mentre correvo in via Festa del Perdono. Già l’ isolato sino a via Larga era stato transennato, le uniche luci erano quelle blu intermittenti delle autoambulanze che andavano e venivano con quella tremenda sirena ; e quelle delle auto delle forze dell’ ordine che avevano fatto barriera tutto attorno piazza Fontana. Centinaia di persone si assiepavano alle transenne chiedendo notizie, brutalmente invitate a disperdersi.
Riuscii, non so come, ad avvicinarmi alle transenne
-Signor Ufficiale, ma cosa è successo ?
-Una bomba alla Banca dell’ Agricoltura, pare; morti, feriti, non sappiamo quanti , ma sono tanti. La prego, signorina, vada via, andate via tutti !!! Via, via ,via !!!
Percorsi , il cuore in gola, le stradine laterali sino al metrò di piazza Duomo, saltai sul metrò dove nessuno sembrava sapere nulla, sino a Loreto ; e da lì , ancora correndo, sino a casa ( stavo allora a Città Studi ) sino a crollare tra le braccia di mio padre : che , vedendomi arrivare a casa così presto , e stravolta
-Figlia mia , ma cosa ti è successo ?
-A me niente, papà, sto bene . Ma oggi a Milano deve essere accaduto qualcosa di spaventoso .
Gli raccontai quel poco che avevo appreso , e papà accese subito la televisione. A un certo punto la spaventosa notizia passò.
A me, la memoria della strage di piazza Fontana non è mai passata. E la cosa amara e squallida è sapere che nessuno passerà mai l ‘ informazione di cosa sia “davvero successo” e perché, quel giorno.