Tra le evidenze del report PwC “Reshuffling the Cards” sulle Non-Performing Exposure (NPE):
· Lo stock “cumulato” di NPE nel mercato italiano (includendo anche la porzione in capo a investitori) vale oltre €350 mld e rappresenta uno dei principali mercati a livello europeo.
· C’è ancora grande incertezza sull’impatto che avrà l’attuale crisi sui nuovi flussi di credito deteriorato dal momento che a oggi questo fenomeno non è ancora visibile per effetto delle misure speciali introdotte.
· I dati più recenti su Stage 2 e moratorie iniziano a mostrare i primi segnali di attenzione: i crediti Stage 2 delle principali banche italiane sono cresciuti nel 2020 di circa €64 miliardi arrivando a rappresentare mediamente il 14% del totale portafoglio crediti. A fine marzo 2021 risultavano classificati a Stage 2 rispettivamente oltre il 30% dei crediti in moratoria e oltre il 10% dei prestiti con garanzia pubblica.
· La pandemia avrà sicuramente un impatto significativo sullo stock di NPE: il mercato si aspetta tra €80mld – €100mld di nuovi inflow di NPE nei prossimi 24-30 mesi.
· I nuovi flussi di NPE saranno costituiti prevalentemente da piccole/medie imprese appartenenti ai settori più colpiti dalla crisi. Gli UtP saranno tra le asset class più colpite dalla pandemia e la più complessa da gestire per le banche.
· Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) giocherà un ruolo chiave nella ripresa dell’economia reale e condizionerà anche il mercato dei NPE, incidendo direttamente sulla probabilità di default di imprese che hanno avuto accesso alle misure straordinarie di sostegno.
· In parallelo, si attende uno sviluppo importante del mercato secondario, supportato anche da interventi normativi a livello europeo volti a favorire la creazione di un mercato secondario efficiente e trasparente.
Fonte : PwC Italia.