L’analisi del passato evidenzia che in seguito a fenomeni di recessione spesso causate da un atteggiamento eccessivamente rilassato nei confronti del rischio, è inevitabile, nel periodo post-recessionario, passare a un approccio risk-off. Questa tendenza si è concretizzata con il maggiore interesse verso asset core nei mercati immobiliari mondiali, infatti nei primi tre mesi del 2021 il 71% delle operazioni di investimento immobiliare a livello globale si sono verificate su asset core.
Secondo Savills, questo fenomeno ha impattato sull’interesse degli investitori verso il retail e ha generato nel nostro Paese un numero limitato di transazioni verso una asset class che si è trovata a subire importanti limitazioni che hanno impattato sulle KPI alla base del valore dell’asset stesso. L’atipicità dell’evento ha portato a dover gestire gli impatti generati con semplici negoziazioni tra le parti generando incertezza e questo ha riguardato sia asset prime che secondari.
L’accelerazione che hanno subito alcuni trend, che hanno modificato il nostro atteggiamento e il nostro approccio allo shopping, hanno generato necessariamente degli impatti sugli asset retail che nei prossimi anni si adatteranno a tali nuovi trend, con l’implementazione di nuovi format, nuovi servizi o semplicemente nuovi mix.
1 – La casa come nuova centralità, il focus sui servizi di prossimità
La pandemia ci ha portato a vivere maggiormente le nostre abitazioni, la riscoperta dei servizi vicini alla propria abitazione ne è stata la prova, questo ha portato a un consolidamento delle unità di prossimità a scapito dei grandi ipermercati extraurbani. L’abitudine a effettuare i propri acquisti più volte durante la settimana con un abbassamento dello scontrino medio, oltre che alla diffusione di una politica promozionale forte anche nei punti vendita di prossimità, non giustifica più la visita ai grandi ipermercati fuori città. Le ancore alimentari hanno già in iniziato una loro trasformazione che le porterà sempre più ad arricchire la propria offerta di servizi e a far vivere un’esperienza gratificante al cliente.
La dicotomia tra centro di servizio e centro destinato allo shopping permetterà di differenziare in misura ancora più evidente e sostanziale le strutture commerciali con un adeguamento dei mix merceologici e un mix in termini di brand ben definito.
2 – Maggiore confidenza nell’uso della tecnologia
Il lockdown ci ha portato inevitabilmente ad avvicinarci con minore diffidenza all’uso del canale online.
Tra i trend che risultano ormai consolidati, legati all’uso della tecnologia (e in questo caso delle App dedicate) non possiamo non segnalare l’ascesa del Food delivery. Il settore ha continuato a crescere, registrando nel 2021 un incremento del 59% rispetto al 2020 e generando un valore di 1,5 miliardi di euro secondo l’osservatorio di JustEat. Il cibo maggiormente interessato è tradizionale come pizza, hamburger e giapponese, ma registrano una forte crescita le cucine etniche e l’healthy food. Sebbene il delivery risulti maggiormente radicato nei grandi aggregati urbani dove i centri commerciali sono presenti in misura minore, questi ultimi hanno dovuto organizzarsi per poter sfruttare al meglio tale opportunità e accogliere nel modo più efficiente possibile i riders.
La tecnologia ci ha permesso inoltre di conoscere sempre di più il nostro cliente, dialogare con lui, farlo sentire partecipe di quanto accade nel suo centro commerciale e indirizzare in modo efficace messaggi e promozioni.
3 – Il servizio come elemento differenziante
L’evoluzione del consumatore e dei sistemi di delivery hanno portato i retailers a non doversi preoccupare più del rapporto tra area vendita e magazzino ma a focalizzarsi sull’uso ottimale dello spazio al fine di poter ottimizzare le vendite e far crescere il proprio business. La parola chiave rimane “esperienza”, acquistare online sarà sempre più facile, ma un clic non è un’esperienza. L’esperienza deve essere al centro anche per i centri commerciali; le persone hanno bisogno di un motivo diverso dallo shopping per visitarli e questo motivo potrebbe essere per cenare, per andare al cinema, per lavorare, per imparare, per giocare o per curarsi. Tutte queste “scuse per andare a fare shopping” dimostrano che si andrà sempre più verso uno schema mixed-use. Tutti i servizi e le persone che li usano, si sommano andando a formare una “community”.L’attenzione al servizio da sempre elemento di forza dei centri commerciali potrà evolversi fornendo ai propri visitatori la possibilità di vedersi consegnati gli acquisti della giornata presso la propria abitazione. Ad esempio, il Dubai Mall negli Emirati Arabi Uniti consegna gli acquisti depositati entro le 14:00 presso il proprio customer care a casa tua lo stesso giorno.
4 – La sostenibilità e la tutela dell’ambiente come driver nelle proprie scelte di consumo
La maggiore attenzione alla nostra salute e al nostro benessere ha evidenziato la necessità di investire e impegnarci per sostenere le nostre comunità e l’ambiente in cui viviamo. La sostenibilità sta guidando le nostre scelte su quanto lontano e quanto spesso viaggiare al fine di ridurre le relative emissioni di carbonio, sta influenzando i nostri acquisti verso brand con forte attenzione verso criteri come responsabilità sociale, inclusività o impatto ambientale. Secondo un’indagine svolta da Capgemini, la sostenibilità sta influenzando le abitudini di acquisto di oltre la metà della popolazione: il 53% dei consumatori e il 57% delle persone di età compresa tra 18 e 24 anni hanno iniziato ad acquistare prodotti di marchi meno conosciuti ma più sostenibili. Più della metà degli intervistati (52%) afferma di avere un legame emotivo con prodotti o aziende ritenuti sostenibili, mentre il 64% ha dichiarato che acquistare prodotti sostenibili li fa sentire meglio (percentuale che raggiunge il 72% nella fascia d’età 25-35 anni). La preferenza verso strutture commerciali che dispongono di aree verdi piuttosto che percorsi all’aperto porterà nel futuro a sviluppare nuovi progetti ibridi che integreranno spazi outdoor ai classici mall climatizzati. Gli spazi all’aperto diventeranno sempre più spazi da essere vissuti come luogo di aggregazione e di relazione.Il percorso di cambiamento è in corso, l’adattamento ai nuovi trend deve proseguire e chi saprà adattarsi al nuovo consumatore fornendo strutture che sono in grado di soddisfare le sue esigenze risulterà vincente nel medio-lungo periodo.