di Paola G. Lunghini
La “Design Week” su Milano incombe, con economica allegria. Una lusinga che da anni fa della mia amata città – per il settore – la capitale del mondo. E ogni anno sempre i più.
Spero , mi auguro, che all’ effimero Fuorisalone seguano poi fior di contratti ( la vera “ sede” del vero business “dovrebbe” essere la Fiera di Milano, ma ormai da molto tempo non è più così)…
Già da giorni la città è invasa da un esercito di persone che “attrezzano “ e “ installano” le location per i vari eventi … ciò comporta inevitabili disagi al normale management cittadino , ma porta anche un gran mucchio di lavoro e di soldi. C’è come dire, quell’ atmosfera che precede il “ dì di festa” . E ciò è bello ed esaltante ( personalmente, vorrei che la mia Milano non fosse mai “ normale “ , ma che la sua normalità fosse sempre quella dell’ “ eccezionalità ”. O dovrei dire che vorrei che l’ eccezionale divenisse normale ? ).
Ci sono tutti : famosi architetti, e architetti in cerca di notorietà e affari, più o meno noti designer e infinite aziende di “ produzione” di tutti i tipi. Ci sono i buyer veri, i competitor, le accademie, la stampa e i curiosi…
Le venue ? Le più prestigiose , e quelle da lanciare , a cura e con le logiche di coloro che – con un termine non più di moda – mi piace però ancora chiamare “ publicity men” .
Gli inviti ricevuti per vernissage & Company sono talmente tanti che non saprei dirne il numero. Vi dico subito, però, che io non andrò da nessuna parte ( chiedo scusa agli esclusi . Quindi nessun “ raccontino” da parte mia ) tranne che a un paio di conferenze stampa : in cui mi auguro che gli amici architetti che le hanno convocate annuncino nuovi interessanti progetti di real estate …
In ogni caso, e con gioia : Buona kermesse a tutti !