Gli studi legali dell’area geografica europea, mediorientale e africana mostrano un approccio ancora limitato alle moderne strategie di workplace e il Regno Unito guida il trend di implementazione di strategie di agile working: è quanto emerge dal “Law in EMEA”, un report di CBRE, che offre per la prima volta un’analisi di riferimento del settore legale a livello internazionale.
Londra detiene la percentuale più alta di studi legali che offrono, in qualche modo, spazi agile (60%), seguita da Dublino (50%), Edimburgo (25%), Manchester (12,5%) e Bruxelles (12,5%). Tuttavia, in tutta l’area geografica presa in analisi, l’89% degli spazi usati da studi legali si basa ancora su postazioni fisse per il personale e uffici chiusi.
Anche l’Italia ha ancora molto lavoro da fare, ma comincia a emergere un interesse verso spazi più orientati al superamento delle forti gerarchie, alla collaborazione, all’innovazione.
“In Italia, e soprattutto in città come Milano, c’è un grandissimo focus sugli studi legali”, dichiara Stefania Campagna, Head of Advisory & Transaction Services Office Milan di CBRE Italy, “in quanto occupano spazi nel cuore delle città, tendenzialmente nel Business District Center, e prestano particolare attenzione a un elevato standing degli edifici. Negli ultimi anni c’è stato molto fermento nel settore e alcuni studi legali, soprattutto quelli a matrice internazionale rispetto ai locali, hanno iniziato a mettere in atto politiche dello spazio più simili a quelle delle grandi multinazionali: anche a Milano, il trend è rendere lo spazio normalmente usato dall’avvocato più adatto al cliente, come avviene più di frequente nelle società finanziarie. L’agile nel settore legale non è un’utopia, comunque, nel nostro Paese: dalla prima edizione del report Law in Milan, prodotto da CBRE Italy lo scorso anno, è chiaramente emersa l’intenzione dei principali studi legali a muoversi in questa direzione nei prossimi anni, soprattutto sotto la spinta dei Millennial e con l’obiettivo di trattenere i talenti”.
Fonte : CBRE