di Paola G. Lunghini
Se io vi dico «Generalmente mi ricordo una domenica di sole, una giornata molto bella, un’aria già primaverile in cui ti senti più pulito. Anche la strada è più pulita , senza schiamazzi e senza suoni. Chissà perchè non piove mai quando ci sono le elezioni… » cosa vi viene in mente ?
Ma certo, la canzone “Le Elezioni” , di Giorgio Gaber .
Il Signor G. così proseguiva : «Una curiosa sensazione che rassomiglia un po’ a un esame di cui non senti la paura, ma una dolcissima emozione. E poi la gente per la strada, li vedo tutti più educati, sembrano anche un pò più buoni. Ed è più bella anche la scuola, quando ci sono le elezioni».
La celebre canzone – ma è giusto chiamarla canzone ? – va avanti. «Persino nei carabinieri c’è un’aria più rassicurante, ma mi ci vuole un certo sforzo per presentarmi con coraggio. C’è un gran silenzio nel mio seggio, un senso d’ordine e di pulizia».
Tutti: «Democrazia!»
«Mi danno in mano un paio di schede e una bellissima matita, lunga, sottile, marroncina, perfettamente temperata; e vado verso la cabina volutamente disinvolto per non tradire le emozioni. E faccio un segno sul mio segno, come son giuste le elezioni».
Siamo in fondo: «E’ proprio vero che fa bene un pò di partecipazione! Con cura piego le due schede e guardo ancora la matita, così perfetta e temperata.. io quasi quasi me la porto via».
Tutti : «Democrazia!».
La canzone è tratta da “ Libertà obbligatoria” di Gaber –Luporini, stagione teatrale 1976/77.
Io avevo votato per la prima volta solo pochi anni prima. A quel tempo la “ maggiore età” era 21 anni.
Non conosco nessuno che, come Gaber, abbia saputo trasferire con tanta elegante e ironica dolcezza le sensazioni di chi andava allora al seggio : facendo finta di niente, ma in realtà in cuor suo commosso dall’ importanza che quel mettere una croce sul proprio partito aveva .
Era solo qualche decennio fa . Tanta acqua sarebbe passata sotto i ponti. E noi lì, a digerire tutto.
Ecco, sintetizzerei così , semplicemente , gli ultimi decenni. Fatti di ignoranza, incapacità, imbecillità, delinquenza, scandali, metteteci voi ciò che volete…Io altro non dico, perché l’ elenco sarebbe interminabile .
Ma al termine della campagna elettorale più volgare e stupida che io ricordi , e in una situazione economia da follia, siamo oltre la follia. Con un’ “offerta politica” ( politica ?, ma che scherziamo, questa non è politica ) che non è mai stata tanto vasta e “variegata”, da supermercato, bene, a tre giorni dalle elezioni io non so ancora per chi votare; e come me, milioni di italiani sono indecisi, scoraggiati o terribilmente arrabbiati.
Io non sono arrabbiata, sono peggio. Sono stanca.
Mi hanno stancato tutti , sono stanca di tutti. In primis di coloro che fanno le campagne via twitter etc.
Ho buttato nel cestino elettronico decine e decine di mail pervenutemi da tutti o quasi i principali leader .
Ho buttato nel cestino ( della carta straccia) innumerevoli richieste di voto, e molte venivano persino e anche da parte di persone che ho avuto occasione di conoscere, nel corso della mia lunga carriera.
Ma mi hanno deluso tutti, mi hanno stancato tutti , sono stanca di tutti.
Del loro chiasso, della loro protervia, del loro apparire senza nulla dire se non parole parole parole, della loro conclamata autorevolezza e della loro palese incompetenza.
Mi sento come “a ship without a sail”, deprivata della cosa più importante che polticamente ci possa essere : del “ credere “ davvero in qualcuno.
Cosa faccio, adesso, posto che io a votare ci andrò – ci mancherebbe! E’ un diritto ! – e che la scheda bianca nell’ urna non ce la metterò mai ?
Aspetto l’ illuminazione sulla via di Damasco ?
Mi turo il naso e vado , come aveva a suo tempo detto Indro Montanelli? No, nemmeno questo va bene.
Aspetto l’ emozione delle ultime ore ed esprimo un “ voto di pancia” ? No.
Ma perché, perché, si deve andare a votare per quello che all’ ultimo momento ti sembra “ il meno peggio” , anzicchè andare al seggio ad esprimere a qualcuno la propria “ fiducia” ?