“Andrà tutto bene“ ci avevano detto e anche per questo, con spirito patriottico e di grande condivisione, abbiamo cantato tutti insieme sui balconi. Poi però, rientrati forzatamente in casa per via del lockdown, abbiamo iniziato a litigare con i nostri vicini di casa. È questo il dato che emerge alla riapertura dei tribunali, letteralmente sommersi da richieste di cause civili.
“E’ tristemente evidente che i due mesi trascorsi fra le mura domestiche abbiano acuito delle tensioni già presenti da tempo“, – spiega David Campomaggiore, Amministratore Delegato di Condes e autore del libro “Condominio Benessere”, Bruno Editore. – “Tra i motivi più ricorrenti di tali dispute ci sono gli odori fastidiosi provenienti da altri appartamenti; i rumori molesti, spesso oltre l’orario consentito; gli animali domestici, ad esempio per l’eccessivo abbaiare o perché il padrone non provvede a pulire dove sporca l’animale; e l’errato utilizzo delle aree condominiali comuni, con auto parcheggiate in luoghi non consentiti, materiali depositati negli androni, terrazze condominiali usate come ripostigli“.
Sono infatti circa due milioni le cause civili pendenti nei Tribunali, relative a dispute tra condòmini e le Regioni che si dimostrano più inclini a questo trend sono il Lazio e la Campania, seguite da Sicilia e Veneto. Alla base di molte di queste liti sembra esserci una mancanza di comunicazione tra i condomini e i loro amministratori, tanto che in Italia ben quattro condòmini su dieci sono profondamente insoddisfatti dell’operato del proprio amministratore. Senza dimenticare che oltre la metà di quelli che vivono in un condominio non ha ben chiaro come vengano gestiti i soldi che versa per le rate condominiali.
“Per quanto riguarda i rumori molesti – chiarisce Campomaggiore – il condomino può appellarsi fondamentalmente a tre fonti: il buon senso, che prevede il silenzio in condominio dalle 13 alle 16 e dalle 21 alle 8; il regolamento condominiale che se esiste e prevede orari di silenzio è bene segnalarlo all’amministratore che si dovrà attivare per farlo rispettare e, infine, va considerato il regolamento della polizia locale (municipale o urbana). Anche in questo caso, se esiste e se prevede orari di silenzio, è bene segnalarlo alle autorità competenti“.
Ad ogni modo anche se esistono le leggi che possono venire in aiuto di due o più vicini che litigano, sappiamo che la risoluzione delle dispute in sede giudiziaria è lunga, costosa e, cosa molto importate, spesso evitabile.
“Molte discussioni – prosegue Campomaggiore – potrebbero essere evitate o risolte sul nascere. In queste situazioni l’amministratore di condominio può svolgere un ruolo chiave prevenendole e facendo rispettare le regole condominiali. Eppure molti condòmini lamentano il fatto che il loro amministratore è assente quando nascono queste diatribe. Un unico amministratore, da solo, non può essere in grado conoscere e risolvere celermente tutte le relative problematiche condominiali. E intanto le piccole discussioni si trasformano in grandi cause che poi finiscono in tribunale“.
Fonte : Condes