-Un parto, c’è stato un parto!!!
L’ urlo di gioia di Stefano Furlati riempie tutto il padiglione dedicato ai cavallucci marini dove , da circa una mezz’oretta -il Direttore del Dipartimento Tecnico Scientifico di “ Oltremare “ mi sta illustrando i “ segreti” di ogni acquario davanti al quale passiamo.
-Li guardi, li guardi bene, mentre io chiamo i miei in ufficio, continua Stefano, eccitatissimo.
E mentre lui si collega con i “ suoi” tramite la ricetrasmittente interna, inforco gli occhiali e mi avvicino ben bene alla teca. Accanto a quella che sembra una spruzzata di mangime per pesci ( come ho visto accadere in tutti gli acquari e non qui solamente) scende mollemente verso il fondo un’ altra spruzzata di microscopiche particelle. Sembrano centinaia. Sì, guardi bene, ma cosa, accidenti??? E finalmente li vedo: uno, due, cinque, dieci mini-creature, forse meno di un millimetro, trasparenti ma già perfettamente identificabili come ippocampi . Galleggiano quasi ritmicamente, mentre padre e madre , la coda a spirale avvinghiata alla vegetazione “vera” e artificiale sommersa, sembrano osservarli.
Ritorna, dopo qualche minuto, uno Stefano più “calmo” , ora che ha dato le necessarie informazioni ad Alice Sermasi , l’Acquarista di Oltremare .
-Lo sapeva che a partorire è il maschio? Un’ anomalia , tra le centinaia di migliaia di animali che popolano il nostro pianeta…
Incredula, ascolto la sua spiegazione. Il maschio dell’ ippocampo ( che è un pesce osseo) possiede una specie di tasca ventrale nella quale “ cova” le uova deposte dalla femmina e, quando il momento è arrivato, le espelle. Lui. Centinaia. Diventeranno adulti solo in pochissimi. Qui, a Oltremare, dato l’ ambiente superprotetto, qualcuno vivrà di più.
Ma andiamo con ordine.
Una visita tutta guidata .E’ la fine di gennaio 2012 e la giornata è soleggiata ma fredda, quasi una premonizione di quella colossale nevicata e di quel gelo siberiano che pochi giorni dopo, ai primi di febbraio, avrebbero colpito questa regione e l’ Italia tutta.
E io sono , dalle nove del mattino, al Parco Oltremare di Riccione : dove trascorrerò l’ intera giornata in compagnia del Team Tecnico Scientifico del Parco stesso. Vedrò Oltremare “ dietro le quinte”, solo gli animali e noi.
Il Parco, infatti, in questa stagione è chiuso al pubblico, e le migliaia di visitatori che ogni giorno Oltremare attira durante la stagione estiva le posso solamente immaginare. In short e maglietta, magari reduci dai sollazzi dell’ adiacente celeberrimo “ Aquafan”, o per un giorno ( il tempo medio di permanenza nella struttura è di circa otto ore, ndr) in fuga dalle spiagge della costa romagnola.
Qui, oggi, ci sono solo il silenzio e le voci degli animali che al Parco alloggiano : almeno, di quelli che hanno voce, perché moltissimi degli “ ospiti” sono alle nostre orecchie muti.
Entriamo nell’ ampio piazzale che ospita le biglietterie e molti altri punti di servizio , e alcuni shop, ovviamente chiusi. Costeggiamo il grande cinema IMAX , ben sbarrato, varchiamo i tornelli e ci dirigiamo subito verso la maggior attrazione del Parco: la “Laguna dei Delfini”. Il cuore di Oltremare. La “ casa” di Ulisse ( il maschio dominante, mascotte del Parco) e di suoi amici tursiopi – questo il nome scientifico-che si chiamano Zeus, Blu, Cleo, Candy e Pelè ( che in realtà è una femmina, e che con i suoi circa 47 anni è la più vecchierella del gruppo). Con loro c’è anche Mary G., una cucciola di grampo : che è una specie particolarmente rara di delfino, normalmente non addomesticabile. La storia di Mary G. riempì alcuni anni fa le cronache della Riviera adriatica : “ spiaggiatasi” piccolissima, e con la madre moribonda , nel porto di Ancona , fu subito condotta a Oltremare dove – amorosamente curata – riuscì a sopravvivere e a fiorire, sino a diventare anche lei un’ attrazione quasi al pari di Ulisse.
Bolognese, biologo marino , una quindicina d’ anni di esperienza , Stefano mi spiega tutto dei tursiopi. Sono sicuramente animali dotati di autocoscienza, vivono in gruppo e hanno all’ interno una forte gerarchia. Sono socievoli, vincenti, cooperativi, ma anche “ opportunisti” ; molto organizzati, hanno bisogno di “ regole”. Sono tra gli animali più simpatici che esistano, ed è chiaro che – quando il Parco è aperto- lo spettacolo che viene offerto due volte al giorno nella grande vasca posta al centro dell’ Arena semicircolare non se lo perde nessuno. Le loro evoluzioni, i loro tuffi, i loro salti strappano continui applausi …
Anche Stefano è una “ specie “ di attrazione : è lui che inventa e coordina tutto il programma didattico del Parco ( bellissima la brochure “ Dipartimento Didattico Oltremare- Ludodidattica, l’ avventura insegna” , realizzato per tutti gli ordini scolastici . Ogni anno, vengono a visitare Oltremare molte decine di migliaia di ragazzi , con i loro insegnanti).
-Il Parco può essere brandizzato, ma bisogna stare attenti ad associare il marchio ai nostri contenuti. La nostra missione è didattica, vuole promuovere la conservazione del mare , in particolare l’ Adriatico, e della sua popolazione.
Ma Stefano è un biologo che si deve occupare anche di marketing. Inventare, trovare ogni anno nuove attrazioni, in una logica di innovazione continua. Ecco quindi gli “ approfondimenti con l’ esperto” presso la “vetrata dei delfini” ( gigantesca finestra che permette di contemplare le evoluzioni subacquee di Pelè e compagni), ma anche la “ foto speciale “ in compagnia di Ulisse, magari accarezzandolo sotto lo sguardo vigile dell’ addestratore. E’ costosetta, la foto ( extra-ticket di ingresso, ci capisce ), ma c’è sempre la fila, osserva sorridendo.
Dopo aver assistito dall’ alto della gradinata dell’ Arena ad alcune “performance” guidate dal fischietto dell’ addestratore ( è incredibile come queste creature eseguano i loro salti fuor dall’ acqua in verticale, e i conseguenti tuffi, con la sincronia di un bravo corpo di ballo ) verrebbe voglia anche a me di farmi fare la foto con Ulisse. Ma Stefano mi conduce alla vetrata di cui sopra.
Oggi, c’è in visita una troupe televisiva, e l’ addestratrice fa avvicinare i delfini alla lastra di metacrilato , a un passo dalle telecamere. Obbedienti ai comandi delle mani della ragazza, ma giocherelloni, tre o quattro delfini sfrecciano nella vasca ( contiene nove milioni di litri d’ acqua salata) e fanno piroette. In mare, possono tranquillamente raggiungere la velocità di 60 km/ora.
Visti così da vicino vicino, i loro grandi occhi sono buoni, e il loro muso affettuoso.
-Che belli che sono, osservo , commossa e affascinata.
Stefano ne è più che convinto, ma mi trascina via. Il giro è ancora lungo.
In acquario, ma felici e contenti. Percorriamo una lunga e buia galleria sotterranea : ai lati, numerosi acquari illuminati contengono pesci di tutte le forme , colori e dimensioni Ci sono anche diverse razze . Ho in mano la piantina del Parco, e Stefano mi fa notare come la forma di Oltremare ricordi molto la forma di questo strano pesce. E’ incredibile, ma è vero ! Una coincidenza “ voluta”? La mia guida non sa rispondere. Mentre continuiamo a camminare verso l’ uscita, mi soffermo di fronte a una teca e saluto una grossa aragosta. Animale fortunato! Invecchierà qui, senza che nessuno la posi su un piatto di portata con contorno di maionese!
Siamo ora al padiglione “ Hippocampus”. Qui vivono dragoni mascherati , pesci tropicali e invertebrati; e quasi un migliaio di cavallucci marini, e di molti colori (rosa, lilla, verdi, persino azzurri… e io che li credevo solo color della sabbia ). Stefano me ne illustra il mimetismo, e mi spiega che molti provengono anche da mari lontanissimi.
Di questo tipo, è la mostra vivente più grande al mondo.
Una porta, e siamo nel “ back-office “ del padiglione : il mondo di Alice , l’ Acquarista di cui all’ inizio.
A suo modo, è un Paese delle Meraviglie: strane vasche, strani grovigli di fili e cavi , strane luci, strani rumori, strano odore. Passando in mezzo a tutto ciò, noto una specie di grande contenitore che sembra frullare dei “ passatelli” .
-Ah, mangime? chiedo, senza ombra di dubbio. Che diamine, in fin dei conti siamo in Romagna! I passatelli in brodo sono squisiti!
-No, filtro di depurazione degli acquari.
Ops… meglio far domande piuttosto che esprimere certezze! Non sono nel mio universo giornalistico fatto di real estate e di tutto ciò che gira loro intorno, dall’ urbanistica alla finanza , dal diritto immobiliare alla comunicazione… I miei pochi studi di scienze, al liceo classico, sono lontanissimi, e le mie conoscenze in materia di biologia sono totalmente inadeguate.
Il mondo di Alice. Arriva lei. L’ Acquarista è una giovane e bella donna cui il camice bianco , anzicchè sottrarlo, aggiunge un particolare fascino. Biologa marina, è qui dagli inizi di Oltremare. E’ responsabile della salute e del benessere di tutte le creature, migliaia e migliaia, che vivono qui negli acquari ; e si capisce che il suo mestiere è la sua passione. Studia in continuazione. Non ha orario di servizio. Ogni giorno sa quando entra al Parco, ma non sa quando tornerà a casa . E poi, possono esserci le urgenze… Il tutto, in un vasto ambiente dove la luce naturale non entra , e il pavimento è in continuazione bagnato ( stivali di gomma ad hoc). Ma non si lamenta, anzi.
-Farebbe mai un altro mestiere ?
-Mai !!! Già da bambina adoravo i cavallucci marini. Durante gli anni di Università mai avrei pensato che gli ippocampi potessero diventare il mio lavoro. Invece è successo, e ne sono felice.
il suo ruolo comporta anche previdenze tecnico-amministrative. Tocca infatti a lei tenere il “registro delle nascite e dei decessi” .
-Lei è l’ Ufficiale all’ Anagrafe, le dico scherzando.
E’ una scienziata, e come tale sintetica . Ma è anche una ragazza spiritosa . L’ idea di essere una specie di “ assessore “ la diverte.
-Lei mangia pesce ? le chiedo, continuando nello scherzo.
-Mai, mai , non potrei mai.
– Io sì, invece, e il pesce mi piace pure parecchio ( questo è Stefano !).
– Cannibale ! ( questa sono io. Oddio, anche a me il pesce piace parecchio, ma io non sono una biologa marina ) .
Sono passate solo alcune ore da quando sono a Oltremare, ma mi sento tra amici come poche volte mi è successo , e così rapidamente.
I bamboccioni, gli sfigati e i mammoni di ministeriale definizione sono lontanissimi.
Ormai convinta che questo è un Team fantastico, mi lascio condurre a trovare i “ rapaci”.
Falchi e falconieri.Purtroppo gli uccelli li possiamo vedere solo da lontano, perché il terreno dell’ “ Arena dei Rapaci” e del “ Mulino dei Gufi” non è , per ragioni climatiche, percorribile se non con robusti stivali ( che io non indosso). Ma la mia guida è prodiga di spiegazioni e di aneddoti. Vivono lì molte decine tra aquile, avvoltoi, falchi , ma anche gufi, e altri volatili più “ morbidi”: intravedo, al di là della vetrata, una cicogna, e mi meraviglio che possa stare così tranquillamente in armonia insieme ai “ predatori “.
-Guardi che la cicogna è “tosta” , non si lascia “mettere sotto” da nessuno!
-Ah, e chi ha messo in giro allora questa storia che la cicogna porta i bambini?
-Uno che non aveva mai conosciuto una cicogna!
Il terreno “difficile” non mi consente di visitare quest’ area del parco dove d’ estate si svolgono le seguitissime ed emozionanti dimostrazioni di volo , e le simulazioni di caccia condotte da Maestri Falconieri.
-Ma non è pericoloso? Ma non “ scappano”?
-No, non è affatto pericoloso. Sono animali quotidianamente seguiti e accuditi. Non sono “ da circo equestre ” : per carità, nulla contro i circhi, ma noi siamo un’ altra cosa, operiamo in un Parco didattico molto innovativo e all’ avanguardia in tutta Europa e come tale ben riconosciuto. Siamo biologi. Noi gli animali li rispettiamo profondamente , e loro si affezionano, quindi non scappano. E la pappa è buona. Se qualche volta qualcuno vuole farsi un “voletto extra”, beh, lo fa, ma poi torna spontaneamente. Oppure andiamo noi a riprenderlo. Hanno tutti l’ anello di riconoscimento che ci consente di seguirne in ogni momento le tracce.
Là in fondo c’è la “ Happy Farm” , e c’è la “ Fattoria didattica” dove d’ estate si possono conoscere gli animali della nostra tradizione contadina, in particolare le specie domestiche che da sempre popolano la grande pianura del Po ( in questa stagione, gli animali sono alloggiati presso fattorie della zona, ndr ) . Là in fondo c’è anche l’ area dedicata agli insetti “ Amici o nemici” ( api, formiche, ma anche zanzare ). OK per le prime due specie, ma diatribiamo sulle zanzare : ancora un po’, e Stefano mi persuaderà che – anzicchè ammazzarle – devo dar loro il mio sangue. No, in questo proprio non lo seguo.
Lo seguo allora nella visita a “ Darwin”.
Tropici e dinosauri. «Nelle atmosfere del Cretaceo, avvolti da foreste preistoriche tra alligatori, dinosauri, uccelli e orchidee ( e pure scarafaggi, ndr) si percorrono le tappe più importanti dell’ evoluzione». Recita così il depliant del Parco Oltremare. Potrebbe sembrare una manovra bassamente pubblicitaria, ma non è affatto così. Il vasto impianto a serra contiene una quantità incredibile di piante tropicali ed equatoriali, e il clima è da sauna.
Percorro con grande attenzione i sentierini sdrucciolevoli dove ogni tanto qualche pianta mi fa una piccola doccia, e mi immagino il divertimento ( e le urla ) dei ragazzini che durante l’ estate vengono qui : dopo i delfini, pare che questa sia in assoluto l’ esperienza più gradita ai giovanissimi. Giochi di luce ( e di computer ) trasformano infatti piccoli “pupazzi “ nascosti tra le piante e costruiti a mo’ di dinosauro di plastica ( o non sarà cartapesta ?) in mostri immani di gigantesche dimensioni.
Immagino assordanti rumori di mascelle che divorano tutto ciò che trovano sul loro percorso ( non credo , infatti, che la colonna sonora del padiglione sia “ La Sagra della Primavera “ , di Strawinski, che accompagnava la fine dei dinosauri nel celebre film “ Fantasia “ di Walt Disney …) Ma va bene così, ci deve essere – a fianco alla didattica – anche un po’ di sano horror !
-Ma quei due orrori lì , in quella specie di ruscello, sono veri?
-Sì, quelli sì, sono due alligatori vivi.
Ecco, a me gli alligatori non è che mi stiano proprio simpatici. Ma quando Stefano mi spiega il loro “ stile di vita “ ( che non è affatto feroce come normalmente crediamo) , beh, quasi quasi trovo carini anche loro. E mi fanno anche un po’ pena, grossi come sono , costretti in uno spazio piuttosto ristretto.
Adesso mi devo anche commuovere per gli alligatori ! No, eh…
Improvvisamente mi trovo di fronte centinaia di piccoli pesci tropicali, di tutti i colori. Lancio un urlo di spavento.
-Ma sono a pochi metri dai mostri! Li mangeranno!
-Tranquilla, non li toccano nemmeno. Se lei avesse appena mangiato un bel piatto di spaghetti, mangerebbe subito dopo due noccioline?
Un’ occhiata all’ orologio ci fa capire che l’ ora di pranzo è passata da un pezzo. Ma mangiare qualcosa è d’ uopo. Al ristorante dove mi invitano, conosco Massimo Gabellini, Sales Director del Parco.
Aria, acqua, terra e fuoco. Non è un biologo, Massimo, ma un manager e, ancorchè giovane assai , di variegata esperienza . Suo compito, ovviamente, è quello di curare le relazioni con un target di clientela sempre e vieppiù mutevole, e affamato di novità. Insieme all’ alta direzione di Verona ( leggi Gruppo Valdadige ) ha “ venduto “ nel 2011 svariati pacchetti molto appealing, tra cui “ Inpikkiata” ( un percorso pilotato su gommoni, anche “ per famiglie”, molto emozionante ) , “ Alkimia” ( uno spettacolo di funamboli e ballerini, artifici strani e acrobazie eccentriche. Qui c’è solo l’ uomo, gli animali non sono coinvolti ) , nonché gli ormai classici percorsi di “ Adventure Island” ( playground dedicato ai bambini e ai loro genitori, con ponti sospesi, etc ) .
E ha venduto anche “ Evolab”, mostra interattiva sull’ origine e lo sviluppo del Pianeta Terra ; e il viaggio nel Delta del Po dove, tra i tipici “ casoni” e le bilance da pesca tradizionali « si muove un mondo popolato da pesci d’ acqua dolce, uccelli acquatici stanziali e migratori e rettili»
Sperando di non aver dimenticato nulla , mi par di capire che tutto ruota intorno ai quattro elementi : aria, acqua, terra e fuoco .
Parliamo ancora un po’ della “ difficoltà estrema ” di dover proporre ogni anno soluzioni e prodotti che richiedono un costante investimento in R&S. E, last but not least, c’è il merchandising…
Non è proprio il mio campo, ma è affine, e ci capiamo. Come si fa a non comprare il delfino di peluche ???
Poi, la sorpresa. Massimo è un appassionato subacqueo, le vacanze le trascorre sempre in mari lontanissimi e caldi; e nuotare in mezzo agli squali non lo terrorizza affatto. Anzi, sono animalini simpatici.
-D’ accordo, anche loro sono creature di Dio…
Ritorniamo agli uffici di Oltremare, nel back- office. Per arrivarci, percorriamo un altro corridoio pieno di acquari e di pesci, tra cui c’è uno squaletto lungo una quarantina di centimetri. Ha le squame chiazzate a macchie, e gli amici lo chiamano “ gattopardo “ . Carinooooo!
Passiamo in un altro reparto , di quelli che il pubblico non può vedere : qui si curano le tartarughe che, poverette, sono state trovate in miserrime condizioni sulle spiagge della costa, o impigliate nelle reti da pesca. Stanno in grandi bacini, uno per ciascuna, sino a guarigione. E poi saranno liberate. Ve ne sono di piccolissime, e altre molto grosse. (Le tartarughe sono simpatiche a tutti, anche a me; ma l’ aria – per un non biologo- è un po’ irrespirabile) .
Chi le cura? Ma il veterinario, ovviamente.
E allora andiamo a conoscerlo meglio, il veterinario. Che di nome fa Elena Campesi.
Due “ Vet” davvero speciali. Elena, milanese, una trentina d’ anni ( di cui alcuni trascorsi nel Parco zoologico di Tenerife, Isole Canarie) è a Oltremare da pochi mesi, in supporto alla Vet più “ anziana” ( non per età ma per servizio) , Barbara Biancan : che però in questi giorni è “dislocata” nel famoso Parco zoologico di Fasano, nelle Puglie, struttura cui Oltremare ha concesso diversi animali di sua proprietà – tra cui quattro delfini, Tabo, Golia, Misha e Achille – e a cui assicura un certo numero di assistenze , tra cui , appunto, l’ opera del veterinario specializzato.
Quando pensiamo a un veterinario, a ognuno di noi viene in mente il nostro, quello che ci cura i cani e i gatti . Al massimo i cavalli… .No, queste ragazze curano , e se necessario intervengono chirurgicamente, su volatili , tartarughe, delfini… Una volta, mi racconta Elena, ha dovuto operare una tigre …è andato tutto bene !
-Ma, Elena, i delfini si “lasciano” curare ?
-La cosa più importante è la prevenzione : sono animali molto collaborativi, per loro una visita è quasi un gioco. Occorre effettuare continue analisi, anche per verificare la correttezza dell’ alimentazione ( ogni giorno, un delfino si mangia da 7 a 10 chili di ottimo pesce, ndr) .
-Senza la loro collaborazione con lo staff addestrativo, il rapporto non esisterebbe.
Questo aspetto si può cogliere , particolarmente, nelle sessioni di “ enrichment” che il Team quotidianamente conduce con Mary G. e compagni ( l’ enrichment è una attività nella quale il delfino viene lasciato libero di giocare , anche con appositi “ attrezzi” quali pallonicini, etc : la vasca diventa una così una ludoteca molto particolare! ).
La sessione sta per cominciare, ed Elena si affretta a indossare una “ muta” che la copre sino al torace. La indossano anche gli addestratori . L’ igiene è estremamente importante : ogni giorno le mute vanno lavate e asciugate in una apposita centrifuga, un “ bucato “ davvero diverso…
Le regole del gioco. Oltremare è sottoposto a una legislazione che si esprime in due momenti: il Decreto Legislativo N° 73 del 21 marzo 2005 ( di recepimento della normativa europea) in materia di giardini zoologici. E il Decreto Ministeriale N° 469 ( Ministero dell’ Ambiente ) del 6 dicembre 2001 , per il delfinario. Ogni anno il Parco viene ispezionato ( e deve pure corrispondere i costi di tale indagine, ndr ) , e non si tratta solo di documentazione cartacea !!!
Ma lo obiettivo del Parco, ancora una volta , è la didattica e non lo spettacolo : quindi i rapporti con gli Enti preposti ( tra cui ovviamente ASL, Istituti zooprofilattici, etc ) si possono definire buoni.
Una curiosità : in caso di trasporto di un animale di proprietà del Parco ad altro luogo, tale viaggio deve essere autorizzato dalla Prefettura.
Tutte queste cose me le spiega Daniele Zanzi, Curatore Generale di Oltremare. Daniele, che precedentemente all’ attuale incarico ha compiuto una lunga esperienza presso l’ Acquario di Genova, è una specie di Direttore Generale, responsabile del “ comparto vivo” ( o “ popolamento zoologico) . Ma è lui a tenere i rapporti con gli Enti , e con le associazioni cui il Parco fa capo, tra cui la EAZA, European Association Zoos & Aquarious. E lui a coordinare i collaboratore del Parco. E’ lui che predispone la pianificazione dei turni di lavoro in funzione delle necessità degli animali.
Il suo ufficio è invaso di scartoffie, le pareti sono piene di post-it, e sui monitor scorrono in continua tabelle e grafici di difficile comprensione : analisi organiche, e documenti amministrativi .
Insomma, il suo è un lavoro davvero complesso, in cui occorrono grandi competenze di biologia ma anche tanta pazienza, perché il peggior “ nemico” è , anche a Oltremare, la burocrazia. Che “richiede” molte e lunghe ore , e in compenso “offre” tempi biblici per qualsiasi pratichetta si debba fare. Ma anche per Daniele, primus inter pares di un Team formidabile , l’ amore per gli animali permette di superare le difficoltà : non ultima, la circostanza che il Parco deve trovare l’ equilibrio dei conti in se stesso, non godendo di alcun contributo di denaro pubblico o privato che sia.
-L’ unico contributo che gli Enti ( locali o territoriali) ci danno è in termini di patronato, sospira.
Per carità, anche questo conta moltissimo, è una questione di immagine: che facilita il reperimento di sponsor per specifiche attività .
Daniele sottolinea un’ altra peculiarità di Oltremare: «dal 2004, anno dell’ inaugurazione, il Parco prende attivamente parte a progetti di conservazione e ricerca, sia mettendo a disposizione le proprie conoscenze e i propri animali, sia contribuendo economicamente ad attività di ricerca in situ. Studenti e ricercatori hanno svolto, e continuano a svolgere, studi di etologia, biologia e bioacustica all’ interno del Parco.Molti di questi studi sono stati pubblicati su riviste nazionali e internazionali specializzate, o sono stati presentati nel corso di Congressi scientifici». Molti di questi studi hanno per oggetto Mary G.
Siamo quasi all’ imbrunire, ma ci resta ancora una visita da effettuare : agli impianti che regolano la depurazione e l’ approvvigionamento della vasca dei delfini. Entriamo nella “ pancia” del complesso, dove immensi e innumerevoli cilindri bianchi offrono la sensazione di stare nella sala-macchine di una nave. E’ il “ life support system” ( LSS), la base di tutto.
All’ uscita del fabbricato, numerosissimi bancali bianchi avvolti nella plastica formano uno strano viale : sono bancali di sale da 1,2 tonnellate l’ uno. Oltremare, di sale, ne consuma circa 50 tonnellate al mese. I delfini , come si sa, vivono in acque salate…
-Il benessere dell’ azienda è il benessere dei nostri animali, conclude Daniele nel congedarmi.
Ritorno a Milano felice ed entusiasta di ciò che ho visto. Ho negli occhi un Oltremare che spero di tornare a visitare ancora presto. Ma la prossima volta sarà in estate, e da turista.
Il back-stage lo ho già visto, ora voglio vedere gli spettacoli.
Paola G. Lunghini
Febbraio 2012