di Paola G. Lunghini
Davide Padoa : gli sono amica da oltre un quarto di secolo . Lo conobbi proprio al MIPIM di Cannes , lui giovanissimo professionista non ancora “archistar” e manager . La Società di architettura dove già allora operava, Design International, era a Londra una realtà ben consolidata, che si era già affacciata sui mercati internazionali. Sotto la guida del nostro milanesissimo Davide ( che ne divenne CEO a soli 36 anni !!! ) , DI è oggi una organizzazione “ complessa” che agisce in mezzo mondo, e altro non dico. Per saperne di più, si veda http://www.designinternational.com .
Ma Davide “ si trova “ anche qui , in articoli a mia firma : https://www.internews.biz/in-viaggio-con-davide-padoa-ceo-di-design-international/ e https://www.internews.biz/intervista-a-davide-padoa-ceo-di-design-international/
A : Sembrava “quasi” un MIPIM come gli altri 25 cui ho partecipato (pre-pandemia, si intende), fino a quando non sono arrivati al nostro stand due visi a noi ben noti, un po’ stanchi ma pieni di vita. Erano Evgeny e suo figlio Philip, appena arrivati da Kharkiv in Ucraina. «Il viaggio è stato lungo ci dice Evgeny, che così continua: «In macchina da Kharkiv a Cannes sono 3 mila km». Philip apre il telefono e dice: «Guardate, questo video mi è stato spedito dall’ufficio questa mattina: una bomba è esplosa ad appena 200 metri dall’ingresso del Centro Commerciale di cui voi di DI avete progettato l’ampliamento. La facciata è bellissima. Ovviamente il Mall è chiuso. Per il momento , per fortuna, è ancora intatto» . Il mio socio Lucio Guerra ( che ha seguito i nostri progetti in Ucraina) e io ci siamo guardati increduli, poi li abbiamo abbracciati, tristi e felici allo stesso tempo. Da quel momento il MIPIM ha ripreso il suo significato.
Q : Qual’ è, per te, il significato ?
A : Una Fiera per costruire – e adattare il mondo costruito ai nuovi bisogni – non per distruggere ! Rivedere tante persone ( si dice abbiano partecipato a questa edizione del MIPIM circa 20 mila delegates ) e, soprattutto, rivederle dal vero e per intero (i più senza mascherina, ahimè) è stata una vera liberazione dopo due anni (almeno per noi) molto difficili. E si è parlato di tanto ! E non soltanto di logistica e degli yield “da capogiro” cui questo settore è arrivato.
Q : Ovvero ?
A : Si è parlato di trasformazione, riuso e sviluppo. Che l’approccio sia digitalmente avanzato, sostenibile e socialmente sensibile è come dire che gli edifici siano fatti di vetro, calcestruzzo, pietra, legno e acciaio: una cosa ovvia. I nostri progetti si dividono in due grandi categorie: trasformazione e riposizionamento di edifici a uso commerciale, e rigenerazione urbana con edifici a uso misto. In entrambe le categorie ciò che veramente fa la differenza è lo spazio aperto, a sua volta diviso in luoghi di flusso e luoghi di sosta.
Q : Cosa avete “ portato“ a Cannes ?
A : Abbiamo esposto al nostro stand progetti ultimati negli Emirati Arabi (Silicon Central, Sharjah Central), in Cina (Livat Changsha), in India (Lulu Mall Trivandrum) e i nostri grandi sviluppi urbani , 45 Feddan al Cairo e Al Amine Resort in Egitto, Livat Shanghai in Cina, Tunis Garden City in Tunisia, Pompei Maximall in Italia, Trasloma Meeting Place a Guadalajara in Mexico.
Tunis Garden City, promosso dallo sviluppatore Indigo Property e dall’agenzia governativa tunisina Al Buhaira, è un ottimo esempio di progetto mixed-use in cui un parco lineare unisce una galleria commerciale integrata a uffici, oltre 200 appartamenti, un hotel con brand Mama Shelter, serviced apartments con brand Adagio e un centro congressi. Tutti gli edifici avevano come comune obiettivo la creazione di terrazze per almeno il 15% della superficie totale.
Q : La pandemia : c’è stata trasformazione, per Design International ?
A : Sì, DI si è trasformata . Credendo da sempre nella specializzazione, operiamo ora con alcuni tra i migliori partner in otto asset class (per noi verticals): mixed-use, residential, office, hospitality, sport, retail, culture e hospital. Il nostro Gruppo rimane leader nel mixed-use, in progetti con un valore che varia dai €100 milioni a €1.5 miliardi. Con 2,000 appartamenti (tra co-housing, built-to-rent e premium) in fase di progettazione e 8 milioni di metri quadrati in strutture miste di varia natura in 13 Paesi – di cui 2 milioni in ristrutturazione – lo Studio è finalmente tornato alla vivacità creativa e intellettuale che lo contraddistingue.
Abbiamo anche cambiato il logo del Gruppo : disegnato in autocad e ispirato al logo originario del 1965, segna il cambiamento di un Team oggi più diversificato che mai, ma anche di un Gruppo fedele ai propri principi e ai propri clienti, come Evgeny e Philip, cui abbiamo esteso l’utilizzo dei nostri uffici e delle nostre case a Londra.