CBRE ha presentato il 7 febbraio a Milano il proprio “Real Estate Market Outlook 2024”.
Le prospettive dell’economia italiana rimangono moderatamente positive, sostenute dal graduale rientro dell’inflazione, nonostante il rallentamento della crescita globale e le persistenti tensioni geopolitiche.
Il mercato del commercial real estate si lascia alle spalle un 2023 caratterizzato da una frenata dei volumi d’investimento europei e da repricing significativi trasversali a tutte le principali asset class.Jos Tromp, Head of Business Development Continental Europe, Head of Research & Data Intelligence Continental Europe di CBRE, afferma: “In attesa di un futuro taglio dei tassi d’interesse, il sentiment nei mercati dei capitali europei per il settore immobiliare sta iniziando a migliorare, un miglioramento che si tradurrà probabilmente in un aumento dell’attività di acquisto e vendita nell’ultima parte del 2024. Questo sentiment è supportato dai solidi fondamentali del mercato occupier – vacancy limitata e attività di sviluppo contenuta – aspetti da non dare per scontati nella fase del ciclo immobiliare in cui ci troviamo oggi“.
Le prospettive dell’economia italiana rimangono moderatamente positive, sostenute dal graduale rientro dell’inflazione, nonostante il rallentamento della crescita globale e le persistenti tensioni geopolitiche.
Anche in Italia, nonostante il rallentamento dell’inflazione rafforzi la prospettiva di una normalizzazione delle politiche monetarie, il processo di repricing osservato a partire dalla seconda metà del 2022 non si è ancora del tutto concluso e continuerà a contenere la nascita di nuovi investimenti nel corso della prima metà del 2024.
Le prospettive a medio-lungo termine di tassi d’interesse superiori a quelli della prima metà del 2022 continueranno a spingere gli investitori verso la ricerca di nuovi equilibri rischio-rendimento, alimentando l’interesse per operazioni con profili di rischio più pronunciati, come ad esempio le asset class Alternative e operational real estate (OPRE) supportati da solidi fondamentali dell’industria di riferimento (Hotels, Healthcare, Data Center, infrastrutture) o in mercati regionali ancora poco esplorati.
Parallelamente, le strategie più difensive continueranno a concentrarsi su acquisizioni in mercati primari con comprovata capacità di conservare valore nel tempo e forte domanda da parte degli occupier, soprattutto se supportate da buone prospettive di crescita della redditività degli immobili a fronte di limitati volumi di capex. I fondamentali dei mercati occupier rimangono solidi e continueranno a tenere alto l’interesse degli investitori, ma il rallentamento della crescita economica previsto per il 2024 potrebbe attenuare la domanda di spazi in alcune asset class.
Osserveremo, inoltre, un ulteriore consolidamento del focus degli investitori su operazioni di valore ambientale e sociale per assicurare maggiore liquidità ai propri investimenti, sia in fase di raccolta e finanziamento sia in fase di exit.
“I volumi di investimento del 2023 riflettono una frenata trasversale a tutti i principali settori del mercato immobiliare italiano (-44% rispetto allo 2022), in un contesto di rallentamento dei mercati real estate globali. Inoltre, le politiche monetarie restrittive della BCE avviate nella seconda metà del 2022 hanno provocato una forte riduzione dei capitali destinati al mercato immobiliare, in particolare a causa dell’incertezza sulla dinamica futura dei prezzi degli immobili e del deterioramento delle condizioni di accesso al finanziamento” – dichiara Giulia Ghiani, Head of Research & Data Intelligence di CBRE Italy. “Per il 2024 ci aspettiamo un recupero degli investimenti, favorito dal raggiungimento di nuovi equilibri sulle le aspettative di prezzo degli investitori e dal miglioramento delle condizioni di accesso al credito e sostenuto dagli ottimi fondamentali dei mercati occupier”.
Analizzando invece le intenzioni degli investitori per il 2024, l’Italy Investor Intentions Survey 2024 – l’indagine realizzata da CBRE Italia, su un campione di 238 investitori domestici e internazionali per comprendere le strategie d’investimento nel real estate per il 2024 – mette in evidenza come rimanga saldo l’interesse degli investitori verso le asset class Hotels (16% delle preferenze) e Residential (26%), mentre la maggior parte degli intervistati ribadisca, ancora più che gli scorsi anni, il proprio interesse per il settore Industrial & Logistics (37%).
Dall’indagine, inoltre, emerge come gli investitori si aspettino ulteriori repricing rispetto ai valori del primo trimestre del 2022 nel corso del 2024, ma per le asset class Hotels, Residential e per gli Uffici di Grado A in mercati primari il riallineamento tra le aspettative di prezzi di venditori e potenziali acquirenti appare ormai prossimo.
Tra le asset class Alternative, si rileva un forte interesse degli investitori verso lo Student Living, i Data Center e il Senior Living, mentre un elemento che accumuna tutti gli investitori è l’attenzione verso il miglioramento delle performance di sostenibilità, ambientale e sociale dei propri asset immobiliari. In questo momento solo l’1,7% del campione dichiara, infatti, di non avere una strategia ESG.
“L’attuale processo di price discovery richiederà probabilmente ancora un po’di tempo prima che si giunga ad un nuovo incontro tra domanda e offerta” – afferma Silvia Gandellini, Head of Capital Markets & AT High Street di CBRE Italy. “I risultati dell’Investor Intentions Survey 2024, infatti, mostrano, da un lato, un atteggiamento ancora cauto degli investitori, dall’altro, un forte interesse a investire in settori con ottimi fondamentali in crescita e asset class alternative, adottando politiche di sostenibilità sempre più ambiziose e in grado di creare impatti positivi sia dal punto di vista ambientale che sociale”.
Fonte : CBRE