di Laura Piantanida (*)
A Milano sala piena a pochi giorni prima di Natale per la X edizione della Conferenza italiana sulle valutazioni immobiliari, ospitata come di consueto nella sede di Deloitte. Titolo: “Strumenti di investimento immobiliare:opportunità, bisogni e focus sui Fondi in scadenza”, cui è seguita una Tavola Rotonda moderata come già in passato da Gianluca Marcato, docente presso l’ Università di Reading, UK.
A sole due settimane dalla chiusura dei Report di valutazione (31.12.2013 ) dei Fondi Immobiliari Italiani, i diretti interessati – SGR ed esperti indipendenti in primis- si interrogano sul futuro dei Fondi in scadenza e sulla ricaduta dell’imminente deadline sulle stime in corso.
Il primo elemento definito di “frizione” viene evidenziato dall’avv. Francesco Sanna, di K&L Gates, che mette in luce la contraddizione tra la definizione normativa di “valore corrente” data dal Regolamento di Banca d’Italia, che presupporrebbe un venditore libero di agire e non condizionato ( «…da circostanze attinenti alla sua situazione economico-finanziaria a dover necessariamente realizzare l’operazione…») e le inevitabili ripercussioni sul valore di mercato di una vendita con orizzonte temporale ravvicinato di un Fondo in scadenza.
Il tema del repricing, ricorrente – per non dire onnipresente – nel più recente dibattito sul mercato immobiliare italiano, viene introdotto da numeri di sicuro impatto da Paolo Bellacosa, di CBRE. Citando il caso di Fondi stranieri, tra cui Degi e Aig Lincoln, viene messo in evidenza il marcato delta tra il selling price, gli importi evidenziati dai più recenti report di valutazione e il prezzo di vendita effettivo, che a volte vede dimezzata la richiesta iniziale. La constatazione e’ che il repricing non solo alimenta il mercato ma, a partire dalla Germania, sostiene parallelamente la ripresa del fund raising.
Ivano Ilardo , di BNP Paribas REIM SGR, nel ripercorrere l’analisi dell’attuale contesto (mercato, investitori, scenario macroeconomico e infrastruttura legale/normativa) ricorda che l’Italia agli occhi degli investitori esterni e’ un mercato “core” ma non per l’immobiliare (di lungo periodo); e che in assenza di crescita economica (e inflattiva) sarà la competente e attenta gestione degli asset immobiliari a segnare la differenza. Si ritorna ai “fondamentali”, ancora una volta. Ilardo infine ribadisce la necessità di rendere omogenei i parametri che esprimono la “rappresentatività” dei risultati delle performance degli asset in modo che possano essere facilmente leggibili dagli investitori e confrontabili con prodotti simili (per Asset class, per paese).
( *) Amministratore Delegato di Reddy’s Group, MRICS, AICI