Engel & Völkers, Gruppo attivo nell’ immobiliare di pregio, ha pubblicato il Market Report Milano/Roma relativo al primo semestre 2023, realizzato in collaborazione e con il supporto scientifico di Nomisma.
Il mercato immobiliare a Milano, nel corso del primo trimestre, ha registrato un sostanziale peggioramento di tutti gli indicatori. La battura d’arresto ha riguardato in primis le transazioni -22,9% nel primo trimestre 2023 rispetto al Q1 2022, mentre i prezzi – ad oggi – hanno dimostrato una buona tenuta. Il progressivo rialzo dei tassi di interesse ha impattato in misura minore sul mercato del pregio e sulle nuove costruzioni rese particolarmente interessanti dalle recenti indicazioni europee sulla classe energetica degli immobili.
“Nonostante gli indicatori del mercato immobiliare siano nel complesso in peggioramento, il mercato del pregio continua a mostrare una buona vitalità” – spiega Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma. “La fascia alta del mercato, non dipendente da credito e per questo non disincentivata dall’incremento dei tassi di interesse, gode ancora di una domanda sostenuta. Cala, per contro, la quota di transazioni che non possono prescindere dal supporto bancario”.
“L’impatto negativo dell’aumento dei tassi di interesse è stato più marcato sul prodotto usato rispetto al prodotto nuovo a causa del progressivo esaurimento delle formule di incentivazione fiscale, dell’aumento dei tempi e dei costi di ristrutturazione ed anche a causa del nuovo interesse dei consumatori per alte prestazioni energetiche degli edifici ha commentato Roberto Magaglio, Licence Partner Engel & Völkers Milano “
Considerando i valori, il mercato del centro storico è caratterizzato da una generalizzata tendenza al rialzo dei prezzi medi degli immobili. Per le case ristrutturate a nuovo il range è molto ampio tra i singoli quartieri. La zona Duomo, ad esempio, ha visto crescere i valori massimi che risultano compresi tra gli 8.500 e i 19.500 EUR/mq, mentre le quotazioni top nel Centro Storico hanno toccato il record dei 24.000 EUR/mq nel Quadrilatero e confermato i 21.000 EUR/mq a Brera e nella Zona Castello. Nella Zona Ovest i prezzi medi degli immobili di pregio confermano i livelli del semestre precedente in alcune localizzazioni, mentre in altre si registra un trend al rialzo. Le quotazioni delle proprietà ristrutturate al nuovo variano tra 4.200-6.500 EUR/mq di Gambara-Bande Nere e San Siro, ai circa 10.000 EUR/mq di Sempione-Arco della Pace -Chinatown e Vercelli-Washington. Quotazioni molto più alte per Citylife dove i prezzi si attestano tra gli 8.000 e i 15.000 EUR/mq. Per quanto riguarda la zona est, i valori presentano un trend al rialzo su base semestrale in tutte le zone riscontrabile sia per le proprietà nuove sia per quelle ristrutturate a nuovo dove si riscontrano valori di compravendita compresi nel range di 4.500-9.500 EUR/mq. In crescita i prezzi anche nella Zona Nord di Milano, anche se con fasce di range differenti tra zona e zona. Nel quartiere di Porta Nuova-XXV Aprile, ad esempio, i prezzi raggiungono quota di 19.800 EUR/mq, con l’area di Garibaldi-Moscova-Arena che conferma il rialzo dei valori con un prezzo medio massimo di 13.000 EUR/mq. Infine, in controtendenza con il resto del mercato, le quotazioni medie della Zona Sud restano stazionarie su base semestrale, per le abitazioni nuove o ristrutturate al nuovo e diminuiscono per le abitazioni da ristrutturare. Considerando gli immobili nuovi, il range dei valori varia tra 6.500 EUR/mq di Medaglie d’Oro-Lodi e gli 11.000 Euro/mq di Porta Romana-Crocetta-Quadronno.
L’outlook per il secondo semestre 2023 vede, per Milano, un trend di flessione delle transazioni, associato ad una intonazione stazionaria dei prezzi medi in tutte le zone della città. Gli annunci di nuovi aumenti dei tassi di interesse lasciano presagire un impatto negativo sulla domanda e gli investimenti. Nel comparto della locazione, in Centro Storico sono attesi contratti in diminuzione, a causa della progressiva scarsità di offerta, in presenza di incremento dei canoni. Le quotazioni dovrebbero crescere, o tutt’al più rimanere stazionarie in tutte le zone, a fronte di aspettative di calo dei contratti, più concentrate nella zona Sud, oltre che in parti delle zone Ovest e Est.
Fonte : Nota congiunta