di Paola G. Lunghini, seconda ( e ultima ) puntata – La prima è qui In Prima Pagina , al link https://www.internews.biz/?p=
Anche se Alexey Dobashin ( fondatore e DG della moscovita società di costruzioni e development KROST ) è un visionario e ha al suo attivo centinaia di realizzazioni, non va scordato che il mercato immobiliare di Mosca – ancorchè famelico di case – è però molto competitivo: le vuole abbastanza carine, e a buon prezzo.
E quando di case se ne vogliono costruire tre mila in un colpo solo ( sia pure in un nuovo quartiere giardino, dotato di parco, parcheggi interrati e molti altri utili e comodi servizi quali polo sportivo e scuole ) occorre dare non solo un“ sogno”, ma anche un “ segno” .
Un segno di immortalità.
Secondo Alexey questo lo può fare solo l’ arte. Se coniugata in un modo molto moderno ma comprensibile alla progettazione economicamente sostenibile, l’ arte è la soluzione.
Ecco allora che nel 2011 Alexey bandisce un concorso internazionale e in cima a una shortlist di architetti – tutti di livello mondiale quali l’ olandese Mecanoo e l’ inglese John Hopkins – ci arriva il milanesissimo Dante O. Benini., ben noto a livello internazionale, e molto attento agli aspetti della sostenibilità economica e di quella green.
Si parte così :
«Superato l’ostacolo del concept strutturale dell’opera, KROST si confronta con Dante Benini nel tentativo di dare una certa riconoscibilità iconica a un progetto che si voglia definire socialmente e culturalmente impegnato, conferendo alle facciate degli edifici un aspetto del tutto originale. KROST, intravedendo la grande portata di questo progetto, decide di fondare l’opera e la sua pianificazione sul concetto di ottimizzazione del tempo e della qualità della vita immaginando di organizzare il territorio in funzione di essi» ( il virgolettato si deve a una Nota di Stampa). Le persone potranno infatti passeggiare nel vastissimo parco ( ove insisteranno opere di due noti artisti russi), sette ettari di verde ove un tempo sorgeva un impianto industriale dismesso da decenni. E i bambini potranno giocare liberamente in aree dedicate allo sport e alla famiglia.
Tuttavia la filosofia del progetto non era solo quella di creare un ambiente urbano “comodo” dove tutto il necessario fosse a portata di mano. «Con “ Living Art” si può assistere infatti alla rinascita dei “vecchi quartieri”, alla promozione delle attività sportive e culturali e alla rivisitazione in chiave moderna di quei magnifici motivi e atmosfere dei giardini e dei parchi residenziali europei. Il paesaggio del quartiere riflette dunque il lato artistico dell’opera e la completa attraverso sistemi naturali con un progetto di Emanuele Bortolotti, di Milano» , il quale in landscape è un noto specialista.
In sintesi Living Art ( che ancora così non si chiamava) doveva scrivere una nuova tappa nella storia della pianificazione urbanistica della Russia e diventare- con quella “ forma a fiamma olimpica ” ( qualcuno oggi parla di “ raggi di sole” ) – un indiscutibile tributo ai Giochi Olimpici del 2014.
Ma ancora non bastava . Ecco allora l’ intuizione di Dante : egli si rivolge a un artista d’ avanguardia suo “ vecchio “ amico ( il milanese Mario Arlati) e , raggiungendolo a Ibiza ove l’ amico vive e con una di quelle telefonate che ti cambiano la vita , gli propone di conferire agli edifici l’aspetto di un’opera d’arte d’avanguardia. Ben imbragato a 160 metri di altezza, l’ artista scenderà lungo le superfici esterne delle cinque torri dipingendo – secondo il suo stile e la sua tecnica particolare – un immenso affresco usando i cinque colori basici con un “ tocco” d’ oro. Ne uscirà , al termine dei lavori previsto per la primavera del 2015, l’opera d’arte più grande del mondo :45 mila metri quadrati. Un’ opera d’ arte, e come tale immortale, in cui investire e abitare.
Un lungo periodo di prove con MAPEI alla ricerca della soluzione adatta a siffatta “ opera prima” ( non dimentichiamo che a Mosca l’ inverno arriva presto e dura a lungo, , e la temperatura può scendere allegramente a -20) , Arlati comincia a dipingere. . E dipinge ogni volta che il tempo – e i materiali – glielo permettono, in un pendolarismo continuo tra la Capitale russa e la sua isola.
«Trasferita sull’involucro dell’edificio tutta la carica emozionale della sua funzione, la vita all’interno del complesso diventa sinonimo di vita a stretto contatto con l’arte, un’arte da possedere e con cui identificarsi». E così Oscar può dedicarsi agli interni, dove varrà lo stesso concetto : non compri “ solo” 50 metri quadrati, compri un nuovo lifestyle tutto italiano, e insieme anche un’ opera d’ arte.
Così quasi un terzo delle unità di Living Art ( l’ investimento complessivo da parte di KROST pare sia intorno ai 350 milioni ) sono oggi già collocate.
Presentando il complesso a Milano – dapprima in conferenza stampa, e successivamente in un incontro alquanto glam a Palazzo Mezzanotte , presenti autorità ed esponenti della comunità russo-milanese , il 25 novembre us – Alexey ha affermato che il suo progetto « dimostra il legame che esiste tra la grande professionalità russa e il genio e la sensibilità italiane» ma che allo stesso tempo« snaturando l’opera dal contesto nazionale e dall’aspetto commerciale, apporta uno scambio culturale nel senso di una globale internazionalità delle ricchezze artistiche ed architettoniche e di un costume di vita dove “bellezza e benessere” diventano sinonimi».
Non si potrebbe dire meglio di così.
L’ opera di Alexey, Oscar , Mario , Emanuele ( e MAPEI) verrà inserita nel libro dei Guinness dei Primati .