Tra i connazionali americani, gli abitanti della città di New York hanno la reputazione di essere particolarmente “fractious”, cioè irritabili e scontrosi. Sulla questione si è soliti scherzare dicendo che due newyorchesi hanno almeno tre opinioni diverse su uno stesso argomento, e che tutte e tre le opinioni sono spesso in violento contrasto tra loro. È però emerso recentemente un tema che pare metterli tutti d’accordo: ovvero quanto detestano il restyling del famoso logo “I Love New York”, disegnato dal celebre grafico Milton Glaser nel 1976. Riprodotto milioni di volte su un’infinità di T-shirt, adesivi, tazze e quant’altro, è conosciuto in tutto il mondo. Il disegno è costituito dalla lettera maiuscola ‘I’ seguita dal simbolo del cuore e dalle lettere ‘NY’. Il font utilizzato nell’originale è l’American Typewriter.La nuova, decisamente goffa, versione (nell’immagine qui sopra) è uno splendido esempio di cosa succede quando amministratori burocratizzati e politici decidono di intervenire su un atto di creatività. Oltre all’infelice sfondo nero – cosa stavano pensando? – il rifacimento è stato anche ‘arricchito’ di messaggi. La “I”, l’io di ‘io amo New York’, è diventata “we”, noi, presumibilmente per essere maggiormente ‘inclusivi’. La più concisa “NY” di Glaser è stata invece trasformata invece in “NYC”, New York City per esteso, una sorta di sottolineatura che enfatizza la natura “amministrativa” della città. Il semplice e pulito cuore rosso del disegno originale ha acquisito una ‘tridimensionalità’ di cui non si sentiva il bisogno – e che ricorda da vicino le emoticon del cellulare…A parte l’ovvio entusiasmo degli sponsor dell’iniziativa, il giudizio su tutto questo appare quasi universalmente negativo. È riassunto sinteticamente nel titolo dell’articolo relativo al lancio del nuovo disegno apparso sulla rivista New York Magazine: ”NYC’s New Promotional Logo Kinda Sucks” – dove “kinda sucks” è un’espressione idiomatica, moderatamente volgare, che equivale a: “fa abbastanza schifo”…Image credit: Partnership for New York City (Si ringrazia James Hansen per la gentile concessione ) |