È stata firmata questa mattina nel Salone d’Onore della Fondazione di Modena la convenzione tra InvestiRE SGR (Gruppo Banca Finnat), gestore del Fondo Emilia-Romagna Social Housing “FERSH”, Comune di Modena e Fondazione di Modena per la futura gestione dell’Ex Caserma Sant’Eufemia, oltre a quella per la trasformazione urbanistico-edilizia che ha visto come firmatari il Comune e la SGR.
La firma delle convenzioni è l’ultimo atto formale che dà ufficialmente il via ai lavori di recupero dell’ex Caserma Sant’Eufemia, destinata a diventare una residenza per studenti universitari, ricercatori e dottorandi fuori sede con servizi e spazi comuni al piano terra per coloro che vi risiedono e per l’intero quartiere. Conclusa la progettazione esecutiva e terminati i lavori preliminari in atto già da diversi mesi – opere di demolizioni leggere e di strip out per un importo di circa 250mila euro – ad aprile partirà infatti l’effettiva riqualificazione che verrà completata nell’arco di 12 mesi.
Alla mattinata hanno partecipato il Presidente della Fondazione di Modena Paolo Cavicchioli; Paolo Boleso, Head of Residential and Social Infrastructure di InvestiRE Sgr; il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli; l’assessora all’urbanistica del Comune di Modena Anna Maria Vandelli e Michele Tropea, dirigente del servizio Progetti complessi e Politiche abitative del Comune di Modena.
La firma arriva dopo l’ok al progetto edilizio, con la convenzione urbanistica che disciplina la realizzazione dell’intervento, del Consiglio Comunale di Modena il 2 febbraio scorso, durante il quale si sottolineò l’interesse pubblico dell’operazione sia per la riqualificazione e valorizzazione dell’immobile sia per l’importanza che rivestirà nell’ambito del sistema integrato della formazione nella città universitaria. Altro passaggio fondamentale quello dello scorso 25 luglio, quando sempre il Consiglio Comunale aveva dato l’approvazione alla convenzione sociale del comparto.
L’iniziativa è sviluppata dal Fondo Emilia-Romagna Social Housing, partecipato dal Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da Cdp Real Asset sgr (Gruppo Cassa Depositi e Prestiti), e principale sottoscrittore del fondo FERSH insieme a Fondazione di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e UniCredit Spa.
L’intervento di restauro del complesso, su progetto di Tasca Studio Architetti Associati, prevede la realizzazione di 18 unità immobiliari per un totale di 73 posti letto a canone calmierato destinati a studenti universitari fuori sede, oltre alla riqualificazione del piano terra della corte. Gli alloggi saranno completamente arredati e pronti all’uso, dotati di zona giorno con angolo cottura/cucina, servizi igienici con camere singole e/o doppie.
L’impegno della Fondazione di Modena – oltre a quello economico di investitore del Fondo FERSH con dieci milioni di euro – è di prendere in locazione dal Fondo stesso gli spazi comuni al piano terra dello stabile, ovvero la parte interna della corte del complesso Sant’Eufemia, per un periodo di almeno 13 anni, in linea con la convenzione deliberata dal Comune di Modena: impegno per il quale sono stati preventivati complessivamente 910mila euro. Si tratta di uno spazio di 450 metri complessivi, da destinare a servizi integrativi all’abitare finalizzati alla valorizzazione urbana del complesso e del quartiere.
Un intervento, questo, fortemente orientato alla rigenerazione urbana, concetto molto caro alla Fondazione di Modena: si tratta infatti del recupero architettonico di un immobile in pieno centro storico – in via S. Eufemia 25 – che versava in stato di abbandono dal 2006, anno della dimissione della Caserma dei Carabinieri. Lo stabile, un pezzo di storia della città, affonda le sue radici nell’undicesimo secolo: l’edificio faceva parte dell’antico Complesso del Monastero delle Benedettine, fondato dal vescovo Eriberto proprio nella seconda metà dell’XI secolo.
Come molti altri in città, il monastero fu soppresso nel 1798 per ordine del governo napoleonico: i suoi spazi vennero adibiti a carcere e a usi militari e nel 1830, per volere di Francesco IV, l’edificio venne ristrutturato su progetto di Santo Cavani e convertito in “Caserma dei Dragoni Estensi”. Successivamente venne destinato a molteplici usi, fra i quali carcere maschile e femminile e Caserma dei Carabinieri. Il Fondo Emilia-Romagna Social Housing ha successivamente acquistato la proprietà dell’immobile, avviandone il processo di valorizzazione.
Fonte : Nota congiunta