“Come Coordinatore della Commissione Comunicazione di Cortexa sono profondamente colpito dall’approccio comunicativo adottato in queste ultime settimane dagli enti e istituzioni che si occupano di energia, così come nei dibattiti politici e dalla stampa, i quali, oltre ad annunciare una probabile riduzione forzata delle forniture nelle case dei cittadini, si sono in buona parte concentrati nel suggerire agli italiani comportamenti virtuosi nel quotidiano, quali l’eliminazione dello stato di standby degli elettrodomestici a favore di uno spegnimento completo e la chiusura rapida della porta del frigorifero, solo per citarne alcuni.” afferma Alessandro Monaco, Coordinatore della Commissione Comunicazione di Cortexa. “Questi suggerimenti sono sicuramente molto importanti e sono certo che la gran parte degli italiani li adottasse già prima dell’attuale crisi energetica, iniziata a inizio anno e ampiamente sottovalutata. Ciò che manca completamente nella comunicazione sul tema è invece il richiamo alla volontà di sviluppare un piano energetico nazionale volto a risolvere il problema della dipendenza energetica, unitamente a una solida strategia di riduzione dei consumi energetici che, in ambito edilizia, passa in primo luogo dall’efficientamento energetico dell’involucro degli immobili con Sistema a Cappotto. Non dobbiamo infatti scordare che spostare il problema dalle fonti energetiche di origine fossile a quelli rinnovabili non costituisce una soluzione: qualsiasi sia la fonte di approvvigionamento, per conseguire un risparmio reale è necessario prima ridurre gli sprechi. L’unica energia sostenibile è quella risparmiata”.
Energia: la situazione italiana
La situazione del patrimonio edilizio italiano è molto preoccupante dal punto di vista dei consumi energetici e dell’impatto ambientale. La costruzione della maggior parte degli edifici (78% circa) risale all’epoca in cui non venivano adottate vere misure di risparmio energetico, ossia prima della Legge 373 del 1976.
Inoltre, secondo un’indagine svolta dall’Osservatorio della Commissione Europea sulla povertà energetica, nel 2018 in Italia:
- il 14,1% delle famiglie ha dichiarato di non essere in grado di mantenere la casa adeguatamente calda;
- il 4,5% non ha potuto pagare con puntualità le bollette a causa di difficoltà finanziarie;
- il 13,6% delle famiglie contiene le spese energetiche perché non in grado di sostenerle.
Tali indicatori, a fronte della crisi energetica attuale, possono solo peggiorare, portando con sé ulteriori problematiche e costi sanitari causati da spazi abitabili insalubri.
L’Italia è infine tra i paesi europei con la più elevata dipendenza energetica dall’estero[1], con un impatto sulla qualità del sistema energetico in termini di sicurezza e competitività (la dipendenza da importazioni extra-UE espone l’Italia a possibili shock di prezzo dei combustibili, che si ripercuotono nei prezzi dell’elettricità e che viviamo in questi giorni) e della sostenibilità ambientale (si dipende dall’estero per le fonti fossili il cui impiego incide sulle emissioni dei gas serra).
Quanto si risparmia con l’installazione di un Sistema a Cappotto?
La produzione del Sistema a Cappotto richiede una quantità di energia di gran lunga inferiore di quella che consente di risparmiare lungo il ciclo di vita. Per fornire degli esempi concreti di risparmio, abbiamo considerato dei casi di applicazione del solo Sistema a Cappotto con calcolo del risparmio secondo la legislazione vigente relativa ai limiti di trasmittanza termica delle pareti opache verticali e orizzontali (Allegato E, Decreto “Requisiti Tecnici” 5/10/2022)[2].
Come si evince da questi esempi, il risparmio è notevole e avviene in funzione della tipologia dell’edificio. I risparmi ottenibili sono differenti in base ai rapporti tra le superfici esposte e i volumi interessati. Il risparmio maggiore è più evidente nelle zone con i climi più freddi.
“Incrementare l’efficienza energetica degli edifici è fondamentale, soprattutto in questo particolare momento storico in cui l’aumento delle bollette e la dipendenza energetica da altri Paesi esteri creano i presupposti per un incremento della povertà energetica nel nostro Paese e, di conseguenza, livelli insufficienti di riscaldamento, raffreddamento e illuminazione per mantenere un tenore di vita accettabile.” afferma Andris Pavan, Presidente di Cortexa. “Un Sistema a Cappotto realizzato secondo rigorosi criteri di qualità – fornito come kit da un unico produttore dotato di certificato ETA e marcatura CE, ben progettato e posato a regola d’arte, secondo le norme UNI TR/11715, UNI 11716 e Manuale Cortexa, permette di mantenere inalterate nel tempo le prestazioni di isolamento termico e, di conseguenza, di alleggerire in modo considerevole le bollette, sia per il riscaldamento che per il raffrescamento. Ulteriori benefici sono la salubrità degli spazi abitati, l’incremento del valore dell’immobile e la preservazione dello stesso nel tempo. In questo contesto è indispensabile mettere in condizione gli italiani di usufruire a pieno del Superbonus 110%, eliminando in primis in modo definitivo le problematiche connesse alla cessione del credito.” conclude Andris Pavan, Presidente di Cortexa.
Cortexa è un progetto associativo nato nel 2007 e riferimento italiano per il Sistema di Isolamento a Cappotto.
Riunisce le più importanti aziende del settore dell’Isolamento a Cappotto in Italia, aziende che hanno creduto nella forza di un percorso comune e che condividono la stessa filosofia di attenzione e priorità per la qualità del costruire nel rispetto dell’ambiente. Dal 2007 Cortexa, con il suo “Manuale per l’Applicazione del Sistema a Cappotto” e numerosi progetti e iniziative di informazione e formazione, diffonde e condivide la cultura dell’isolamento a cappotto e dell’edilizia di qualità.
Fonte : Company