| Nei paesi anglosassoni – la cui “vivacità” economica offre un’ampia casistica – è molto studiato il fenomeno del narcisismo dirigenziale, con i relativi pericoli per le aziende governate da CEO che si stimano troppo. Secondo i ricercatori, le società guidate da “narcisisti” incappano in più accuse di frode, ottengono risultati economici meno stabili nel tempo e sono meno caratterizzate dall’integrità morale. L’eccessiva autostima della leadership aziendale è stata indicata come concausa di una serie di grandi fallimenti americani: il collasso Enron, Kodak, Blockbuster, e anche di casi più recenti come quello di WeWork, un fornitore di spazi “flessibili” di lavoro, il cui fondatore, Adam Neuman, aveva promesso di «creare un business che avrebbe cambiato il mondo» e che sarebbe stato ancora gestito dai suoi discendenti tra trecento anni. Invece, la società ha perso in poco tempo il 90 percento del suo valore, passando da una valutazione di $47 miliardi all’orlo del fallimento. Secondo uno studio della University of California, i dirigenti afflitti da narcisismo si attribuiscono ”abilità da supereroi” in ambiti come l’intelligenza, la capacità di influire sugli altri e la stabilità emotiva. I ricercatori citano Donald Trump, che ha perfino asserito la superiore qualità della propria umiltà nel corso di un’intervista del 2017, dichiarando: «Sono molto più umile di quanto potreste mai capire». La difficoltà – evidente – con questo genere di ricerca è che si occupa tendenzialmente di casi patologici, di circostanze “eccessive” in cui la propensione al rischio, la granitica chiarezza d’intento e l’essere “immaginifici” sono stati fonte di guai per un’azienda. Quando va bene invece, quando la genialità è comprovata dal successo, allora si studia il caso per trarre lezioni positive. È ovvio che non tutti quelli che si credono dei Jeff Bezos, Steve Jobs o Elon Musk lo sono nei fatti, anche se hanno gli stessi “difetti di carattere”. Nonostante ciò, secondo una recente ricerca italiana, malgrado i rischi per la salute aziendale, “tirarsela” è comunque una strategia vincente per farsi promuovere. Paola Rovelli, della Libera Università di Bolzano, e Camilla Curnis, del Politecnico di Milano, nello studio “The perks of narcissism: Behaving like a star speeds up career advancement to the CEO position”, dimostrano come le persone che, secondo un test standardizzato, rivelano indicazioni marcate di narcisismo farebbero una carriera il 29% più veloce verso la poltrona di CEO rispetto ai colleghi con qualificazioni simili ma dalla modestia maggiore. Si ringrazia James Hansen per Mercoledì di Rochester, per la gentile concessione |