A oggi l’industria del turismo ha perso circa 70 miliardi di euro – ha dichiarato la Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli intervenendo all’Audizione sulla legge di Bilancio – e quelli che abbiamo davanti saranno mesi molto delicati. Per salvaguardare la sopravvivenza delle migliaia di imprese che rischiano di scomparire da qui al prossimo anno con conseguenze inimmaginabili per l’occupazione e l’economia di interi territori, chiediamo che questa volta, i ristori arrivino in tempi rapidissimi e siano davvero adeguati al sacrificio che si sta chiedendo a tutti: imprese e lavoratori. Con riferimento al Fondo per il sostegno alle attività produttive più colpite dalla pandemia, che dovrebbe contare su uno stanziamento di 4 miliardi, è cruciale lavorare su progetti di lungo periodo e non soltanto in una logica emergenziale che rischia, come già accaduto, di non considerare intere filiere che, nonostante non siano chiuse per decreto non stanno comunque lavorando. In tale contesto crediamo sia urgente aprire un tavolo di confronto con i settori produttivi sui progetti italiani del PNRR nel quale saranno, da quanto si apprende, innestati tutti i progetti strutturali di ampio respiro di cui questa legge di Bilancio sarà la cornice preparatoria. L’industria del turismo, ora più che mai, ha un grande bisogno di visione e di investimenti di medio lungo periodo. Anche se apprezziamo il capitolo dedicato alle misure di liquidità e ricapitalizzazione delle imprese, in particolare la proroga delle moratorie, il rafforzamento delle garanzie SACE, e il rifinanziamento dei crediti d’imposta notiamo con preoccupazione che pur essendo positive le misure a favore dei trasporti ferroviari, restano totalmente assenti gli interventi per il mondo aeroportuale per il quale sarebbe opportuno istituire un fondo di compensazione. Così come riteniamo vadano ulteriormente rafforzati gli interventi di sostegno al settore del trasporto con bus e di tutto il mondo della nautica da diporto e dei porti turistici sia per il ristoro sulle perdite che per gli investimenti. Settori che, come più volte abbiamo ribadito, dovrebbero essere una volta per tutte ricompresi a pieno titolo tra quelli della filiera turistica. L’assenza di turisti stranieri ha, inoltre, messo in ginocchio le attività di Tax Free Shopping per il quale è necessario che venga rivisto il limite del minimum spending come negli altri Paesi europei. Anche la previsione della proroga fino al 31 marzo 2021 dei contratti a termine senza causale, seppur apprezzabile, appare troppo restrittiva e limitata per il nostro settore che per la ripartenza, essendo tipicamente stagionale, ha bisogno di una maggiore flessibilità nell’uso della forza lavoro temporanea. Sarebbe, inoltre, auspicabile che la proroga dell’ecobonus al 110% venisse estesa anche agli immobili strumentali all’attività d’impresa, come ad esempio gli alberghi e le terme, per consentire di riqualificare rapidamente il nostro patrimonio immobiliare turistico e per rispondere alle sfide che il mercato del turismo porrà nel prossimo futuro. Infine, per le misure a sostegno della liquidità delle imprese segnaliamo che, alla luce del nuovo limite di aiuti previsto dal Temporary Framework a 3 milioni di euro, sarebbe fondamentale poter contare su periodi di ammortamento più lunghi (non inferiori a 10 anni) per i quali occorre lavorare con le autorità europee ma che consentirebbero di poter aiutare moltissime imprese. |
Fonte : Federturismo Confindustria |