Assemblea Assimpredil ANCE : primi segnali di rimbalzo per le costruzioni

“Dopo sei anni di numeri sempre più negativi, finalmente una lieve speranza per il domani, non certo derivata dall’inversione significativa di quei numeri ma dalla sensazione che il clima stia cambiando, anche se la ripresa sarà lenta e diversa tra i territori e tra i settori. ”
Così ha dichiarato nel corso dell’Assemblea Annuale Claudio De Albertis,Presidente di Assimpredil Ance, l’Associazione del sistema Ance che raggruppa le imprese di costruzione delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza.
Per il secondo mese consecutivo, infatti, la domanda di mutui delle famiglie italiane cresce e il mese di agosto ha fatto segnare un incoraggiante + 4 % rispetto all’agosto 2012, che segue al + 2 % del mese di luglio: si tratta di vere e proprie istruttorie presentate alle aziende di credito, di cui oltre il 75 % ha un valore inferiore ai 150 000 euro.
“Sono deboli segnali, che speriamo siano anticipatori di un cambiamento di rotta, il cui merito va anche al Governo – ha continuato De Albertis – che con importanti interventi normativi ha finalmente riconosciuto il ruolo anticiclico delle costruzioni e ha messo mano ad una serie di misure che potranno riattivare gli investimenti nel settore.”
” La legge ” del fare ” e il decreto casa, in fase di conversione, insieme alle misure relative agli eco bonus e a altri interventi come il finanziamento dei Fondi per il sostegno all’acquisto e alla locazione per soggetti economicamente deboli, vanno nella giusta direzione di riattivare la domanda, di ridare fiducia al mercato. E’ un risultato storico per il nostro settore che premia l’attività molto impegnativa che abbiamo fatto in quest’ultimo anno per affermare una sofferenza non più sostenibile. E’ una prima concreta risposta, i cui effetti vedremo e misureremo tra qualche mese. Manca, ancora, una vera scossa in grado di far ripartire i consumi, ma le misure economico – finanziarie varate in questi ultimi mesi sono un punto di partenza, quella luce che da tempo aspettavamo di vedere in fondo al tunnel. Però dobbiamo osare di più!”
De Albertis ha quindi parlato, a titolo esemplificativo, della “cedolare secca” sugli affitti: “se il vigente regime agevolato della cedolare secca, oggi riservato alle persone fisiche, fosse esteso alle società si creerebbero le condizioni per lo sviluppo del mercato della locazione, dando una risposta concreta alla domanda di casa.”
“Tuttavia, è chiaro che nessuna singola misura può essere sufficiente per far ripartire il mercato delle costruzioni, abbiamo bisogno di agire su più fronti e con differenti strumenti. E ancora non sarà sufficiente se non metteremo mano alla soluzione di alcune patologie del sistema Italia. Ne abbiamo identificate 5:
Spesa pubblica e spesa corrente
La prima e la più grave patologia riguarda la spesa corrente che continua ad erodere le risorse necessarie per gli investimenti e i servizi essenziali per la collettività, con un effetto devastante sotto il profilo dei conti pubblici e del degrado territoriale.Bisogna intervenire sul patto di stabilità in forma più incisiva e in attesa che da Bruxelles si provveda a una revisione dei termini del patto europeo, è necessario introdurre una regola che salvaguardi la componente di investimento nei bilanci delle amministrazioni pubbliche interessate.
 
Credito alle imprese e alle famiglie
Una seconda patologia riguarda il rapporto tra economia reale ed economia finanziaria : negli ultimi 5 anni la riduzione dei finanziamenti al settore delle costruzioni per il comparto abitativo è stata di quasi il 50 % e di oltre il 60 % nel non residenziale. Il protrarsi della fase ciclica negativa aumenta le sofferenze delle imprese, si abbassa così il rating e cresce la rischiosità, l’accesso al credito è più limitato e ristretto e venendo a mancare il credito aumentano le sofferenze. Così non c’è via di uscita ! Le banche devono tornare a fare le banche !I Fondi previsti dal Governo sono un’altra risposta nella giusta direzione, ma bisogna che si vigili sui meccanismi finali di erogazione per capire subito cosa non funziona ed evitare di incagliare uno dei pochi aiuti concreti.
 
Sistema fiscale
Una terza patologia del nostro Paese è il peso fiscale sull’attività di impresa. L’IMU è solo uno dei problemi, i nodi sono alla radice della presenza di un fisco esoso, complesso e cieco che assorbe risorse e non restituisce servizi utili alla competitività delle imprese. Servono ora misure shock di immediato impatto sulla domanda e sui consumi. Questa è la priorità dell’azione fiscale per il nostro settore, perché se non riparte la domanda non c’è mercato e le imprese non sono nelle condizioni di poter investire e assumere, anche in presenza di sgravi fiscali sui redditi da lavoro.
 
Burocrazia e semplificazioni
La quarta patologia di questo Paese è la burocrazia e non per aprire un confronto sul fatto che sia un bene o un male: ma per dire che uno Stato che non sia in grado di governarla è destinato al fallimento.
Snellimento e semplificazione non sono solo problemi legati alla produzione normativa, sulla quale molto ci sarebbe da dire anche solo contando i decreti attuativi che ogni legge si trascina dietro o le pagine di Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia dedicate in questi ultimi 5 anni all’urbanistica.
Sono problemi che non finiscono con la pubblicazione in gazzetta della legge, magari anche scritta bene e comprensibile, ma che richiedono un presidio a cascata e la volontà dei successivi livelli di governo della cosa pubblica, di attuare le norme di semplificazione non come solo un atto formale di adempimento ma come atto sostanziale di rinnovamento.
Abbiamo consegnato a tutti i Ministri, ai Parlamentari, agli Amministratori Pubblici le 100 vessazioni  individuate nella ” giornata della collera” e nella “giornata delle vessazioni”, ci aspettiamo che siano prese in considerazione e risolte.
 
Lavoro e concorrenza
La quinta patologia riguarda il sistema della concorrenza e delle sue distorsioni. Nelle Province di Milano, Lodi e Monza e Brianza dal maggio 2012 al maggio 2013 si è perso l’11,8 % dei lavoratori e l’ 11,9 delle imprese; le ore lavorate sono scese del 16 % e quelle di Cassa Integrazione Guadagni sono salite del 54 %. In 12 mesi si è passati da 55 832 lavoratori iscritti in Cassa Edile a 49 861 lavoratori, a cui vanno aggiunti: gli impiegati, i quadri e i dirigenti, i lavoratori dell’indotto e dei settori collegati nonché  i professionisti.
Eppure a Milano, nel nostro territorio, ci sono i grandi lavori infrastrutturali della Pedemontana, della Tangenziale Est, della BREBEMI, delle Vie d’acqua, della Rho Monza, per citare solo alcuni interventi, e c’è l’EXPO.
Credo che non sia solo un problema legato alla crisi del settore e ad una esasperata concorrenza di imprese italiane non milanesi che oggi operano nel nostro territorio, ma credo, invece, che stia avvenendo un vero e proprio processo di delocalizzazione produttiva che assume nell’edilizia caratteristiche peculiari e difficili da quantificare.
Non potendo produrre le case e le infrastrutture all’estero, per poi importarle in Italia a prezzi insostenibili per il nostro mercato, si ” importano i lavoratori ” attraverso l’istituto del distacco internazionale, in particolare da Paesi dell’Est. Ben venga la libera circolazione di merci e persone nell’Unione Europea ma non è accettabile che un’impresa italiana con lavoratori regolarmente iscritti alla cassa edile abbia un costo del lavoro due volte superiore a quello di una azienda che opera usando i distacchi internazionali. Pretendiamo che si faccia chiarezza e che ci sia consapevolezza degli effetti.
Le problematiche connesse al lavoro nel mercato delle costruzioni non sono finite e oltre ai fenomeni di elusione contributiva cresce il numero delle imprese che applicano contratti di lavoro meno costosi di quello dell’edilizia, operando anche essi sul filo della legalità.
Non si invertiranno i dati negativi sull’occupazione nel settore dell’edilizia se queste patologie nel mercato del lavoro non saranno risolte.
“Un mercato – ha proseguito il Presidente di Assimpredil Ance – che continua a giocare la sua competitività sul ribasso e sugli sconti esasperati è un mercato in cui noi non vogliamo operare, ma che non riusciamo da soli a contrastare.”
Abbiamo già detto tutto quello che non funziona e quello che bisogna fare nell’Avviso Comune firmato con FILLEA CGIL, FILCA CISL, FENEAL UIL prima dell’estate durante la bellissima Mostra ” Senza pericolo “, che i nostri Enti Paritetici hanno organizzato in Triennale sulla sicurezza.
Aspettiamo risposte concrete alle nostre proposte e azioni incisive a ricaduta. Credo fermamente che tutti dobbiamo mirare ad un miglioramento continuo. Per questo lancio oggi una nuova iniziativa che l’ Associazione svilupperà nei prossimi mesi, insieme a chi vorrà seguirci: un ” Accordo volontario di Trasparenza Responsabile ” rivolto alle imprese che applicano il contratto dell’edilizia.
Creeremo un elenco di imprese che si impegnano a rispettare alcune regole di trasparenza connesse al lavoro e alla gestione delle commesse e degli appalti. Vigileremo sul rispetto di tali regole attraverso una costante azione di controllo da parte dei nostri enti bilaterali e renderemo pubbliche le informazioni. L’elenco nascerà da una scelta volontaria di adesione da parte della singola impresa, che l’ Associazione, attraverso un collegio di garanzia, monitorerà costantemente.
Speriamo che il mercato sappia premiare questo nostro impegno e che ciò serva a gettare le basi per un percorso di qualificazione del settore che da anni stiamo chiedendo al Governo, alla Regione e ai Comuni, finora senza concrete e accettabili risposte.
Mancano meno di due anni al grande evento di EXPO 2015 e siamo fiduciosi che a breve si inizi a respirare un’aria di cambiamento e di ripresa delle attività, che la città e il territorio si organizzino per accogliere espositori e visitatori. C’è una forte aspettativa, una voglia di fare che attende solo occasioni per manifestarsi e per mettersi in gioco.
“Arriviamo malconci a questo appuntamento come imprese e come settore nel suo complesso, ma siamo ancora vitali e in grado di avviare il motore. Noi costruttori siamo spaesati ed esausti per i tanti problemi che quotidianamente ci troviamo a dover affrontare – ha concluso il Presidente di Assimpredil Ance  – ma se si accende una scintilla noi ci siamo e non faremo mancare la passione e l’energia che servono al nostro Paese, al territorio, a Milano.”
 

Fonte : Assimpredil ANCE