Colliers International, attraverso una survey che ha coinvolto oltre 5.000 professionisti in tutto il mondo, ha analizzato le principali evidenze prodotte dal lavoro da casa sperimentato durante l’emergenza COVID-19 e grazie al suo Workplace Advisory team ha disegnato le line guida per riprogettare l’ufficio del futuro.
Innanzitutto, nonostante la scarsa esperienza in fatto di lavoro da remoto (work from home) soprattutto all’interno dei Paesi UE, le organizzazioni aziendali hanno saputo rispondere con efficienza sia in termini di tecnologie sia in termini di managerialità. Per il 51% degli intervistati, infatti, la produttività è rimasta costante e per un 26% è addirittura aumentata. In particolare, quelli che hanno registrato un aumento di produttività sono quelli che hanno saputo organizzare meglio spazi e tempi di lavoro, identificando una postazione fissa all’interno della casa e fissando orari precisi per l’inizio e la fine del lavoro e anche per le pause nel corso della giornata. Questi stessi sono anche quelli che hanno avuto scambi costanti con i team di lavoro attraverso videocall su base giornaliera.
L’aspetto della collaborazione e dell’interazione con i colleghi è centrale, infatti, il 76% ha potuto mantenere contatti costanti con il suo gruppo di lavoro evitando così la sensazione di isolamento. A tutti o quasi è però mancato l’ufficio come luogo di scambio intellettuale e di confronto.
L’esperienza del lavoro da remoto ha permesso al 63% del campione di conciliare meglio vita privata e professione, questo grazie soprattutto al tempo risparmiato negli spostamenti fra casa e ufficio. È anche vero che circa il 50% ha lamentato però l’impossibilità di separare con chiarezza tempi di lavoro e tempi di svago.
Luci ed ombre sul lavoro da casa, eppure l’82% di chi ha risposto ha sottolineato il desiderio di ripetere questa modalità di lavoro per almeno un giorno alla settimana.
Da queste prime evidenze su ciò che è avvenuto durante l’emergenza COVID-19 il Workplace Advisory team di Colliers International ha stilato un elenco di 4 linee guida per la progettazione e riprogettazione degli spazi lavorativi.
1. Più spazio alla collaborazione e meno postazioni: ripensare i pesi degli spazi in favore delle dinamiche positive, l’ufficio tornerà a essere così un luogo in cui rafforzare i team e la cultura aziendale.
2. Più qualità e meno densità: creare spazi lavorativi con minore densità per prevenire e gestire situazioni di contagio nel breve e medio periodo, ma anche per caratterizzare la permanenza in ufficio come esperienza positive, premiante.
3. Partnership con le soluzioni di co-working: la possibilità di ridurre il peso del pendolarismo può contribuire positivamente sia in termini di impatto ambientale, sia in termini di migliore capacità di conciliazione lavoro – vita familiare per i lavoratori.
4. Flessibilità organizzativa e ottimizzazione: adottare una strategia mista che include il lavoro in ufficio come momento della collaborazione e quello da remoto per la concentrazione su situazioni o task complessi, permetterà di ottenere uffici in grado di assorbire potenziali nuove emergenze e di ottimizzare l’occupazione, evitando picchi di presenze.
“Durante questa pandemia si è verificata un’accelerazione di alcuni trend soprattutto nel ripensamento degli spazi per uffici, che però non “moriranno”. Gli spazi dovranno essere un contenitore e un facilitatore di creatività, connessione e collaborazione. Pertanto, è ormai chiaro che l’innovazione nella gestione del lavoro sarà un differenziatore per molte aziende, mentre le proprietà dovranno saper offrire degli spazi adatti a queste nuove esigenze.” ha commentato Roberto Nicosia, CEO di Colliers International Italia.
Fonte : Company