di Paola G. Lunghini
Da oggi circa 500 mila ragazzi sosterranno in Italia l’ esame di maturità, con le “ regole “ e le procedure che tutti sappiamo.
Mi dispiace tanto per loro : a parte l’ “ insignificanza” di un esame fatto così, non conserveranno nella loro vita quella esperienza TERRIBILE MA FELICE che avevamo avuto noi …
Altro non dico, se no mi commuovo.
E allora il film va al luglio 1967 , quando mi diplomai io..
Io frequentai il “ classico” : Liceo Carducci , a Milano.
Scuola severa assai dove io, oltre a studiare , mi “ occupai” già da quasi subito dell’ associazione studentesca ( ASC) e del giornale del Liceo, il mitico Mr Giosué ( la mia “ vocazione” al giornalismo risale ad allora…) . A ciò aggiungevo la passione per la musica e per il teatro ( roba che nei testi di scuola non compariva affatto ) e pure per la politica.
Tutto ciò non mi impediva di essere una DISCRETA STUDENTESSA, anche se parecchio “vivace” per i tempi di allora :
in Presidenza, infatti ero quasi di casa ! La prima volta perché in una giornata di forte nevicata ero andata a scuola con i pantaloni da sci ( io non sciavo, ma il trekking in montagna – nella vicina Valsassina – anche d’ inverno a casa mia era normale, mio padre ne era appassionato ). Pantaloni addosso a una ragazza, scandalo ! Subito in Presidenza ! Mi “difese “ la mia adorata Professoressa di lettere del ginnasio : i pantaloni da sci , quel giorno, li indossava anche lei !!! E così il Signor Preside chiuse un occhio ( ma allo stesso tempo cominciò a tenermi d’ occhio ).
Poi ci fu la “ questione grembiule” : a quell’ epoca, le ragazze DOVEVANO portare il grembiule, che era nero, e che io detestavo. Ma dove stava scritto ciò? Iniziai così una accuratissima ricerca alla Sormani ( la Biblioteca pubblica di Milano) e, dopo ore e ore e ore , trovai finalmente la Nota ministeriale ( ovviamente risaliva a una vita prima ) che imponeva l’ obbligo di un “ grembiule SCURO”. Me la copiai bene bene in doppia copia , a quell’ epoca le fotocopie ancora non esistevano, e andai a comperare un bel grembiule blu.
La chiamata in Presidenza fu immediata. Alla sfuriata del Signor Preside mi limitai a recitargli con voce fermissima la Nota ministeriale , così chiudendo :
-Signor Preside , io tornerò al grembiule nero quando lei mi avrà dimostrato che il BLU E’ UN COLORE CHIARO !
All’ illustre Professore non restò che inghiottire il rospo… e io indossai il mio bel grembiule blu sino all’ ultimo giorno di scuola, alla vigilia cioè della maturità : all’ esame, non c’ era obbligo di grembiule …
Seguirono poi le esperienze di censura per un paio di articoli da me scritti per il Mr. Giosué. Ricordo che uno era sul “divorzio” ( in quegli anni iniziava la battaglia per l’ introduzione dell’ Istituto anche nel nostro Paese. La Legge sul divorzio entrò in vigore nel dicembre 1970, nda ).
– Sei troppo giovane per occuparti di queste cose, affermò il Signor Preside
Avevo 18 anni, e gli replicai che per la legge italiana potevo essere sposata da quattro , ergo avevo “ titolo” per scrivere di “quelle cose” . Ma non funzionò, l’ articolo infatti comparve in stampa con il solo titolo e autore, poi la pagina era tutta bianca attraversata da una grossa scritta nera “ censurato dalla Presidenza” . La mia popolarità, già notevole, arrivò alle stelle : c’ era già stato a Milano il famoso “ caso Zanzara” ( lo scandalo scoppiato al Liceo Parini aveva riempito paginate e paginate su tutta la cronaca giornalistica anche nazionale ).
Preciso che, prima di andare in tipografia, tutti gli articoli dovevano aver ricevuto l’ OK della Presidenza : che poteva rifiutarlo senza motivare il divieto alla pubblicazione , ed eravamo alla vigilia del ’68… Altri tempi.
I tempi. La scuola finiva verso il 10 giugno, e la maturità iniziava implacabile il 1 luglio ; c’ era quindi molto tempo per i folli ripassi in vista degli esami.
Si cominciava con il tema di italiano. Seguivano poi le versioni latino/italiano , italiano/ latino e greco. Quattro giorni filati di compiti scritti ( allora si andava a scuola anche di sabato… e gli esami non facevano eccezione ).
Seguivano poi a ruota gli orali : in due ben distanziati giorni , in ordine inverso di cognome , A-L , e M-Z, nel senso che mentre il primo gruppo sosteneva gli orali delle materie classiche, il secondo affrontava le materie scientifiche, e viceversa.
Le classiche : italiano, latino, greco, storia , filosofia e storia dell’arte . Le scientifiche : matematica, fisica, e scienze.
Il programma d’ esame . Comprendeva tutto il programma dell’ anno, oltre ai “riferimenti” degli anni precedenti . E poiché i famosi riferimenti erano vastissimi, ciò significava in pratica TUTTO il percorso di studi del triennio di liceo ( per fortuna, ci era risparmiato il programma del biennio ginnasiale …).
Tenete presente, per favore , che ogni interrogazione durava ALMENO un’ ora. Spesso anche di più. I Professori, infatti, ( tranne il “membro interno” che però non interrogava , aveva un ruolo di incoraggiamento e sorveglianza . E, se era “ buono”, perorava qualche causa…), erano tutti esterni e, prima di dare un voto, volevano essere ben sicuri della preparazione del maturando…Inoltre, per non sbagliare, stavano pure stretti di manica…
Si finiva , quindi, quasi alla fine di luglio , e lascio immaginare il caldo… da sfinimento. Ciò nondimeno, noi fanciulle indossavamo in quei giorni i nostri abitini più carini, e i ragazzi erano tutti in giacca e cravatta.
Avevamo però un “vantaggio”, quello di poter assistere agli esami dei nostri compagni. Era questa una cosa utilissima, innanzitutto perché dopo un po’ le domande si rivelavano ripetitive, e poi perchè se TU quella cosa non la sapevi ( o , meglio, non la sapevi bene ) tornato a casa l’ argomento te lo andavi subito a ripassare.
Io la “tecnica” la usai alla grande !!!
Il gran giorno. Poi, finalmente, arrivava il gran giorno : nell’ atrio del Liceo venivano appesi i cartelloni con i voti ( al Carducci, a quel tempo, le sezioni erano sei , con una media di 25 studenti per classe, le ragazze erano circa un terzo ) , e così TUTTI POTEVANO VEDERE I VOTI DI TUTTI . E fare i relativi commenti : complimenti o commiserazioni a seconda dei casi…Eh, sì, perché a quell’ epoca ci si poteva ritrovare rimandati a settembre… ma non in più di quattro materie. Se le insufficienze superavano la soglia , c’ era la bocciatura : la vuoi la licenza liceale ? Bene, ripeti l’ anno !
(Io me la cavai con una bellissima media del sette ! E così potei godere di un abbattimento delle tasse universitarie … mi sarei iscritta a Filosofia all’ Università Statale di Milano).
Stanchi, stremati, felici o no, la maturità si concludeva tradizionalmente con una cena cui partecipava tutta la classe. Evento al quale venivano invitati anche i “ nostri” Professori : più ne intervenivano, maggiore sarebbe stato il successo della serata, perché i “ nostri “ Professori erano curiosi , volevano sapere come “ era andata “ e che facoltà avremmo poi scelto .
Dell’ organizzazione di tale cena – ricordo – se ne era occupato un compagno particolarmente “ modaiolo” : indicò un locale a lui ben noto , ma senza rivelarci che dopo i brindisi di rito ci sarebbe stato uno spettacolo : di “spogliarello” !!! Cosa che permise al nostro amatissimo Professor Renato Fabietti ( storia e filosofia, era stato lui il nostro “ membro interno” ) di concludere la serata con una battuta indimenticabile : « E così , in questo modo, la Terza B conclude felicemente l’ educazione liceale ».
Considerazione finale . Dopo tanti anni, sono ancora in rapporti di amicizia con diversi dei miei compagni di scuola.
Oggi – tranne coloro che nella vita divennero liberi professionisti- i miei compagni sono pensionati…
Per celebrare il 50° anniversario della maturità, ovvero nel 2017, invitai a casa mia per un cocktail tutti coloro che vollero o poterono partecipare …Inutile dire che tutti confessammo che l’ esame di maturità aveva spesso popolato i nostri sogni o , meglio, i nostri incubi notturni . Ma tutti convenimmo che quelle TERRIBILI settimane erano state memorabili.
NOTA : A quell’ epoca, i media si limitavano ad annunciare l’ inizio degli esami di maturità con una “ breve” . I più “ volonterosi” davano, a conclusione, le percentuali promossi/bocciati, in cronaca cittadina….
Ah, sì, un’ ultima cosa : i Professori esterni, alla maturità, a noi ragazzi ci davano del “Lei”, e alle fanciulle dicevano “ Signorina” …