“Siamo
consapevoli che il settore del turismo richiede ulteriori interventi»
sono state le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio, e siamo
tutti d’accordo. Vorremmo però conoscere anche le misure – dichiara la Presidente designata
di Federturismo Confindustria Marina Lalli – in cui si
concretizzerà questo intervento. Il tempo sta scadendo e la sofferenza
delle imprese del turismo sta diventando insopportabile.
La cura che serve al Paese non può consistere in provvedimenti tampone e
in misure che non servono alle aziende: il bonus vacanza così come è
stato concepito non è un aiuto ma un aggravio. E’ inammissibile chiedere
agli operatori, in un momento in cui hanno
un grande bisogno di liquidità, di anticipare l’80% al cliente. Sul
fronte fiscale abbiamo ottenuto l’abolizione della prima rata dell’Imu
ma non per tutte le imprese turistiche, chiediamo quindi un‘estensione e
lo stralcio per l’intero 2020 così come l’abolizione
della Tari.”
“Le misure di sostegno al turismo previste dal Decreto più che di rilancio appaiono emergenziali – rimarca Mauro Rosatti Direttore Generale Albarella Spa (SRL).
Appaiono esigue e complesse
complicando burocraticamente le cose per i consumatori e non
facilitando la possibilità di andare in vacanza. Ad esempio la “tax
credit vacanze” è una misura che riguarda solo una fascia di reddito
molto ristretta e che risulta inapplicabile per come è stata
concepita per la sua complessità burocratica”.
La via da seguire per sostenere impresa e lavoro non è la proroga dei pagamenti ma lo stralcio delle tasse.
“Le locazioni rappresentano per tutto il settore il costo fisso più
importante e critico. Avere benefici fiscali concreti ed accessibili su
tale voce di spesa – afferma
Stefano Gardini Presidente ATRI –
è condizione essenziale per una ripartenza solida e capillare,
salvaguardando sia i posti di lavoro che gli investimenti per la
ripresa in ottica prospettica”.
La criticità degli affitti è stata ribadita anche da Luigi de Montis Presidente Federcatering che
lamenta “Il nostro settore pare sia escluso dalle agevolazioni previste
per diverse tipologie
di inquilini: per questo auspichiamo di poter beneficiare anche noi del
credito d’imposta del 60% già riconosciuto alle imprese del settore
turismo per il periodo di lockdown, oltre alla revisione dei canoni
futuri in rapporto agli effettivi volumi di attività
sino al ritorno ai livelli pre-crisi e all’allungamento delle
sub-concessioni.
L’altra delusione riguarda gli ammortizzatori sociali. A differenza
delle imprese del turismo, non potremo usufruire di ulteriori 9
settimane di cassa integrazione continuative ma avremo a disposizione
solo 5 settimane nell’immediato ed ulteriori 4, eventualmente,
dopo il 1° settembre.”
“Per il settore termale la proroga del Fondo di integrazione salariale
deve avvenire con le stesse modalità che l’articolo 68 del decreto
stabilisce per il turismo, senza soluzione di continuità fino al 31 ottobre 2020.
Si rischia, altrimenti, una pericolosa
scopertura nei mesi di luglio e agosto che metterebbe in discussione
migliaia di posti di lavoro. In ogni caso, è necessario che le risorse
per gli ammortizzatori siano ulteriormente integrate per il sostegno di
quanti non riusciranno ad aprire in questa
stagione ed a salvaguardia del patrimonio di professionalità esistenti
in ogni azienda” – dichiara Massimo Caputi, Presidente Federterme.
Il Decreto Rilancio ha profondamente deluso le aspettative del turismo
organizzato e non prevede misure atte a garantire la sopravvivenza di
queste imprese che, su un arco di sei mesi, hanno di fatto generato zero
ricavi. Il comparto conta 13.000 imprese tra
agenzie di viaggi, tour operator e organizzatori di eventi, occupa
80.000 addetti e genera un valore di 20 miliardi, a cui si aggiungono
650.000 posti di lavoro e 85 miliardi di volumi creati dall’indotto.
“Il grido d’allarme era stato lanciato da tempo, con numeri chiari e
proposte concrete, analisi e previsioni realistiche, che sono state
puntualmente trasmesse a tutti gli interlocutori politici. E’ necessario
– ribadisce il Presidente
di ASTOI Nardo Filippetti – introdurre alcune modifiche
sostanziali al decreto, che possiamo riassumere in quattro punti:
incremento del Fondo per il turismo organizzato; prolungamento della
cassa integrazione in deroga fine a fine anno; fruizione
del tax credit vacanze anche per l’ acquisto di pacchetti turistici;
eliminazione del limite di 5 milioni di euro relativo al credito di
imposta per gli affitti anche per tour operator, agenzie e organizzatori
di eventi.”
Anche per il Presidente di AIDIT Domenico Pellegrino “Nel
decreto non c’è nessuna considerazione realmente specifica per le
Agenzie di Viaggi . A fronte dei miliardi annunciati, degli strumenti
di liquidità solo teorici, alle Agenzie di Viaggi ed al turismo
organizzato, sono destinati 25 milioni di euro da dividere tra oltre 12
mila aziende. Risorse minime e direi offensive per il lavoro e la
passione che tante donne e uomini continuano a mettere
in questo meraviglioso settore”.
“Leggendo il DL Rilancio ci sembra che il settore imprenditoriale
dedicato al turismo internazionale non sia stato, per il momento,
considerato. Cedere su questo fronte significa – afferma Stefano Rizzi,
Country manager Italia di Global Blue – rischiare di
perdere un posizionamento per l’Italia tra le mete preferite dai
viaggiatori stranieri, e sappiamo che la competizione per
attrarre questa fetta fondamentale di mercato è molto serrata,
soprattutto
tra i Paesi europei. È vero che, al momento, il turismo internazionale è
sostanzialmente fermo ovunque, ma quando riprenderà non dovremmo farci
trovare impreparati. Per questo continuiamo a chiedere un dialogo con il
Governo, per individuare adeguate misure
di sostegno per impedire che servizi fondamentali per i turisti
internazionali, come lo è anche quello del tax free shopping, vadano in
sofferenza».
Anche per gli Alberghi urge un cambio di passo per tenere il tempo dell’economia e dei mercati.
“Il Decreto Rilancio è arrivato tardi e le misure, potenzialmente utili
nelle prime fasi della crisi, oggi appaiono appannate e insufficienti.
Stiamo reagendo ad una crisi che va molto più veloce rispetto ai tempi
di reazione della politica. Sul Recovery Fund,
ad esempio, ci domandiamo quando si arriverà a sciogliere il nodo
europeo e temiamo, comunque, tempi troppo lunghi per la sua attuazione –
prosegue Maria Carmela Colaiacovo, Vice Presidente di Confindustria
Alberghi.”
Un altro aspetto di tutta evidenza è che la mobilità nei prossimi tempi non sarà più come prima.
“Negli ultimi 5 anni – sostiene Armando Brunini – Amministratore Delegato di SEA Aeroporti di Milano gli
aeroporti hanno avuto un ruolo chiave nel favorire la forte crescita
dei flussi
di traffico aereo grazie ad investimenti nelle infrastrutture e a
relazioni commerciali con una pluralità di compagnie aeree. Puntare
tutte le risorse su un solo operatore, Alitalia, lasciando senza
supporto gli aeroporti che continuano a garantire i servizi
essenziali a ricavi circa azzerati ci sembra poco lungimirante.
Occorre, inoltre, una maggiore omogeneità a livello europeo con
riferimento alle disposizioni da attuare in fase di ripartenza per
gestire il rischio contagio (distanziamenti, mascherine, etc)”.
“Le misure del Governo debbono essere comprensibili ed utilizzabili immediatamente, serve poi – evidenzia il Presidente di Federtrasporto Alberto Brandani –
un ampio ristoro delle ingenti
perdite che le aziende dei trasporti stanno subendo e un colossale
piano di investimenti pubblici nei trasporti e nelle infrastrutture per
far ripartire il Paese”.
“Il Governo, doverosamente, con il DL “Rilancio” ha previsto la
dotazione iniziale, in quanto tale ancora insufficiente, di un Fondo
straordinario che si faccia carico del sostanziale azzeramento dei
ricavi da traffico delle aziende del trasporto pubblico
locale che hanno garantito nella fase del lockdown un contributo
fondamentale in termini di servizi indispensabili – riporta il Presidente di ANAV Giuseppe Vinella.
Sono invece completamente
assenti misure specifiche per i settori commerciali del trasporto di
passeggeri con autobus (linee commerciali e statali, trasporto turistico
con autobus) che sono fermi da ormai tre mesi e per i quali si
intravede un reale rischio di fallimento, in attesa
che i flussi turistici e di mobilità possano effettivamente
riprendersi.”
L’industria del mare naviga a vista.
“Dopo
2 mesi di blocco della navigazione da diporto, il crollo del mercato
nazionale e l’allontanamento dei clienti stranieri, dichiara il Presidente
di Assomarinas Roberto Perocchio, anche ai porti
turistici, approdi turistici e punti d’ormeggio va riconosciuta la
riduzione dei canoni demaniali e dell’Imu per il 2020, insieme alla
applicazione della legge 145/2018 ed alla risoluzione del
decennale contenzioso sui canoni demaniali retroattivi” .
Gli fa eco il Presidente di Assobalneari Italia Fabrizio Licordari secondo il quale “Enunciazione,
estensione e concessioni
sono assolutamente insoddisfacenti così come sono inesistenti le misure
a sostegno delle imprese balneari. I canoni demaniali e l’Imu sono da
eliminare e l’Iva abbattuta dal 22% al 10 % così come è per tutte le
altre imprese turistiche”.
Il Presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi chiede
“un sostegno straordinario per il Salone Nautico Internazionale di
Genova, come primario strumento di accesso ai clienti esteri
per il 90% delle aziende produttrici italiane, che detengono il 50%
della produzione mondiale. Il Salone che si svolgerà dall’1 al 6
ottobre, compie 60 anni.
Tra i dimenticati dal Decreto c’è il settore del Pubblico Spettacolo al
quale appartengono più di 3.000 aziende – 180.000 occupati – per un
fatturato annuo stimato in circa 2.800.000.000,00 di euro.
“In quasi tre mesi, il Governo, nonostante continue nostre sollecitazioni – evidenzia il Presidente di Assointrattenimento Luciano Zanchi –
è rimasto immobile, cieco di fronte all’agonia
delle aziende dell’intrattenimento, sordo alle richieste e proposte
avanzate, non adottando alcuna strategia e nessun adeguato provvedimento
per la tutela del settore Pubblico Spettacolo. Oltre alle nostre
aziende sono in pericolo anche 5 milioni di giovani
che ogni week end frequentano le discoteche e che per socializzare cercheranno situazioni alternative e non controllate”.
Un’ altra categoria trascurata è quella dei parchi divertimento.
“C’è ancora molto da fare per il nostro settore – afferma il Presidente d ANESV Massimo Piccaluga. Le
nostre aziende hanno perso milioni di euro ma non è stata prevista
alcuna forma di sostegno
né dai fondi sul turismo né da quelli per lo spettacolo. I nostri
25.000 lavoratori stagionali sono rimasti fuori dai bonus per i
dipendenti di imprese turistiche e restano privi di alcuna tutela da
parte del Governo”.
Ma anche ANEF esprime forte preoccupazione per l’Articolo del DPCM che
prevede la chiusura degli impianti nei comprensori sciistici.
“Gli operatori funiviari, in vista della imminente stagione estiva – ribadisce la Presidente di ANEF Valeria Ghezzi –
auspicano il superamento dell’ ordinanza di chiusura al pubblico e
chiedono
che sia fissata una data certa per la riapertura come per tutti gli
altri settori. L’alta quota, cui si accede con gli impianti, offre spazi
immensi, aria buona e un ambiente sano e sicuro. Chiedono, inoltre, che
il protocollo relativo alle misure di sicurezza
per l’esercizio degli impianti venga discusso e rivisto con
l’Associazione stessa.”
Per il Presidente di ASSITAI Angelo Macola “Ad
oggi il comparto del turismo all’aperto non ha ricevuto risposte alle
proprie precise, urgentissime istanze: non ci sono interlocutori
ministeriali
delegati.
I provvedimenti sul Turismo devono necessariamente venire da un
Ministero del Turismo dotato di propri connotati di identità, autorità,
competenze tecnico-giuridica e portafoglio.
Un Ministero in grado di coordinarsi con le diverse competenze delegate alle Regioni: senza sovrapposizioni”.
“Nel Decreto Rilancio sarebbe necessaria – sottolinea il Presidente di CSAIN Luigi Fortuna – la
concessione di un contributo a fondo perduto relativo ai costi fissi
sostenuti dalle asd
ed ssd nei mesi da marzo a giugno e la concessione di un credito
d’imposta a favore degli Enti di promozione sportiva, federazioni ,
discipline associate, calcolato sul costo del premio assicurativo pagato
nel 2019 alla compagnia per la copertura degli infortuni
dei tesserati da utilizzare per l’acquisto di beni o servizi utili per
l’applicazione dei protocolli covid-19 da rispettare per
l’organizzazione di attività sportive anche a sostegno delle asd ed ssd
ad esse affiliate.”
E ancora:
“Mancano in questo provvedimento misure a sostegno del turismo
giovanile, scolastico e sociale. Si tratta di un settore già molto
colpito negli ultimi anni, che merita la giusta attenzione. Anche in
questo senso è opportuno che il Governo valuti positivamente
l’opportunità di intervenire a sostegno e per il rilancio dello storico
movimento degli ostelli italiani, nato 75 anni fa con l’obiettivo
di agevolare la promozione della cultura italiana, dei siti
paesaggistici, culturali e dei siti riconosciuti patrimonio
UNESCO, anche attraverso la rete della International Youth Hostel
Federation”- conclude Filippo Capellupo, Presidente Nazionale AIG.
Federturismo rappresenta 20 filiere, molte delle quali sono state
totalmente ignorate dal Decreto, e che per rimettersi in piedi hanno
immediato bisogno di un vero aiuto.
Per questo, auspicando che il testo possa migliorare nel passaggio in
Parlamento, chiediamo al Governo di mettere in campo tutte le forze
possibili per un intervento importante e mirato per il nostro settore .
Fonte : Federturismo Confindustria